domenica 10 maggio 2020

Mamma

Mamma...
è una delle prime parole che pronuncia un neonato... quando tra i suoi gorgoglii e i suoi versetti buffi riesce ad unire qualche mmmmm...ed è l'ultimo pensiero e l'ultimo nome che viene pronunciato da chi si sta rendendo conto che è giunto il momento di partire per il Grande Viaggio.
E' un porto sicuro, dove approdare al termine di ogni avventura.
E' la certezza che qualcuno è lì, pronto ad accoglierti.
Ed anche quando la vita, nella sua infinita bizzarria di combinazioni, ti affida ad una mamma che sembra assente, una mamma dalla quale non ti senti capito, una madre che non riesce ad essere tale se non nel nome, anche in quel caso la mamma è uno specchio profondo dove però non ci si riesce a trovare, è una assenza assordante che non ti abbandona.
Che tu abbia avuto una madre meravigliosa, splendida, una madre in carriera, una madre adolescente, una mamma protettiva o soffocante, una madre assente, una mamma che ti ha lasciato troppo presto non certo di sua volontà, a quella madre tu devi la VITA.
Un piccolo gesto di amore, un gesto di coraggio...e perché no, in alcuni casi un'incoscienza, un episodio che agli occhi di tutti potrebbe sembrare un errore, ti hanno permesso di essere qui.
E allora, in questa giornata in cui si celebra la festa della mamma, ecco il mio grazie a tutte le mamme del mondo.
Grazie a te che in questi giorni stai piangendo, lontano dalla tua famiglia, perché un virus inaspettato, ti tiene lontano dai tuoi figli.
Ti immagino seduta nella tua stanza, con le rughe ed i capelli bianchi mentre accarezzi con il pensiero tutti gli attimi che hai vissuto coi tuoi bambini. Le notti in bianco, le preoccupazioni quando non rientravano la sera, poi la gioia di diventare nonna...
Grazie a te mamma che lavori in prima linea, ogni giorno, e tornando a casa  stanca, carica di tutte le sofferenze e le preoccupazioni di chi assisti e curi con professionalità e passione, hai ancora voglia di prenderti cura di qualcuno.
A te che dopo ore ed ore di faticoso lavoro, prendi in braccio il tuo bambino e lo porti in un mondo magico dove potete rifugiarvi entrambi.
A te che torni a casa e devi cimentarti con i problemi di cuore che affliggono la tua bimba ormai adolescente... ed è buffo, perché, sono passati decenni, ma  gli strazi dei primi amori sono gli stessi anche per lei.
A te che sei in casa tutto il giorno, perché la crisi ha portato via il lavoro che tanto amavi e per il quale avevi investito tutte le tue energie e nel quale avevi messo le tue speranze. A te che nonostante questo ti svegli con un sorriso e non fai pesare a nessuno questo tuo dolore.
A te che ti sei rimboccata le maniche, hai preso in mano la tua vita distrutta e calpestata e dopo aver tanto subito la violenza di quell'uomo che diceva di amarti, hai preso per mano la tua creatura e nell'altra mano hai afferrato il coraggio di cambiare e ricominciare e te ne sei andata...
A te che per tanti motivi, ogni giorno sei madre e padre allo stesso tempo.
A te che vorresti scappare e abbandonare i tuoi figli perché ti senti inadeguata, incapace di essere fedele al tuo ruolo di madre, ma poi resti, perché l'amore che hai per loro ti tiene ancorata come una barca al porto.
A te che invece, quel passo lo hai fatto... con dolore indicibile, con uno strazio assurdo hai lasciato quel bambino . Pensavi di dargli un futuro migliore andandotene e forse pensavi che tu stessa lo avresti avuto. Sappi che anche questo tuo gesto renderà tuo figlio la persona destinata ad essere, e forse esiste ancora tempo per tornare sui propri passi e ricominciare...
 A te che non riesci a risalire, che ti stai distruggendo nel dolore e nella sofferenza di un male terribile che è la despressione, ma non per questo sei meno madre.
A te che hai lasciato la tua casa e hai affidato i tuoi figli alle cure di una nonna, per poter dare loro un tetto e del cibo.
A te che insegui i tuoi sogni e non ti annulli per i  figli, perché sai che una madre felice e realizzata rende i figli felici, e nella tua carriera riesci comunque a mettere i tuoi figli al primo posto.
A te che sei ancora una bambina eppure stringi tra le braccia il tuo: che la freschezza di questa maternità possa regalarvi una complicità speciale.
A te che invece oggi non hai nessuno che ti porge gli auguri, perché con quel figlio ci hai litigato duramente e l'orgoglio e l'incapacità di disinnescare i conflitti hanno creato muri enormi dietro i quali, tu e lui vi guardate da lontano incapaci di fare il primo passo per distruggere quel muro.
A te che pochi giorni fa hai dovuto salutare per l'ultima volta tua figlia, divorata da un  tumore. Avresti preferito prendere tu stessa il suo dolore e andartene prima di lei, ma sei qui, oggi, a celebrare la tua festa, perché madri si rimane anche quando i figli se ne vanno lasciando una voragine infinita di dolore.
A te che sei madre, ma non lo ricordi più perché una malattia ti ha rubato i ricordi; eppure quando i tuoi figli vengono a trovarti, ti luccicano gli occhi anche se li cacci via. E mentre sei sola, in quella stanza di un ricovero non fai altro che prendere quella copertina tra le braccia e cullarla come fosse il tuo bambino che hai forse dimenticato.
A te che sei madre, ma non sentirai mai chiamarti mamma, perché il tuo bambino ha una malattia e non può parlare, non può correre o camminare... ma nonostante questo quando tu entri nella stanza in cui si trova lui, come per magia si calma, ti sorride e sai che lui sa che sei sua madre.
A te che sei madre di una figlia che resterà una bambina per sempre, ti delizierà per lunghi anni con le sue chiacchiere infinite, tenendoti in un mondo magico e speciale dove anche se i tuoi capelli diventeranno bianchi, non potrai mai invecchiare perché lei ti terrà giovane.
A te che sei madre da poco ed hai appena fatto quel test, pieno di gioia e di speranza, perché da anni desideravi essere madre.
A te che invece hai appena scoperto di essere incinta e sei terrorizzata, vorresti scappare  perché quell'uomo con cui stai per diventare madre non è l'uomo che credevi fosse.
A te che desideri essere madre, ma qualcosa nel tuo intimo non funziona come dovrebbe e non riesci a concepire. A te va il mio augurio più grande perché tu possa trovare sul tuo cammino un'amica che non ha una madre, un bambino che ha bisogno di un'amica, una persona che deve essere partorita. che tu possa essere madre nel cuore, partorire e far crescere un ideale, una passione, un progetto... e aprire lo sguardo ed il cuore agli infiniti modi di essere madri...perché madre non è solo colei che ti porta nel grembo....madre è colei che ti prende per mano e ti porta alla scoperta di te stessa, madre è la persona che ascolta i tuoi casini, senza mai giudicare, una madre è colei che ti accoglie, ascolta, guida, protegge... ed è per questo che ognuno di noi dovrebbe anche imparare ad essere madre di se stesso.
A tutte le madri della storia, alle quali sono stati negati i diritti di madri, chiedo perdono per la cattiveria dell'uomo.
Alle madri a cui vengono calpestati i diritti  di assistenza dei propri figli....
Alle madri che non possono scegliere se rimanere a casa a fare le madri o dover lavorare, perché abbiamo uno stato che penalizza l'essere madre.... perdonateci. Perdonateci perché spesso, nella nostra bambagia, dimentichiamo di lottare con voi e per voi.
Ed in particolar modo un grazie alla mia mamma, che ancor giovanissima e con 6 ragazzi tutti da crescere, ha avuto forza ed il coraggio di condurci.
Non è una mamma perfetta, come nessuna di noi lo è. Ha fatto del suo meglio con quello che aveva e quello che era. Perché anche lei è stata figlia e quello che è lo deve a sua madre.e sua madre, alla propria, prima di lei. Ma è la MIA mamma e non la cambierei per nulla al mondo, perché grazie a lei sono quella che sono .

giovedì 7 maggio 2020

Un compleanno contagioso! 7 maggio 2020

E' buffo come alcuni  termini ed alcune parole siano spesso usati per indicare al tempo stesso due cose o situazioni così diverse o addirittura opposte tra loro.
Penso alla parola PAZIENZA, che può indicare l'atteggiamento tipico di coloro che sono capaci di aspettare, di tollerare, ma può voler significare anche una sensazione di rinuncia, di disillusione, di resa: "Pazienza! Non è andata bene!" .
Oppure la parola TIRARE che indica lanciare un oggetto lontano da sé, come ad esempio tirare la palla,  ed anche avvicinarlo a sé come quando tiri  la coperta.
E che dire di SPOLVERARE, che nel caso la si associ alla polvere indica l'azione di levare la polvere da un oggetto, ma se la affianchiamo allo zucchero a velo vuol dire proprio il contrario ?


In questi giorni pensavo, per assonanza, alla parola CONTAGIOSO  che pur mantenendo lo stesso significato può avere valenza positiva o negativa a seconda delle parole a cui la colleghiamo.
Contagiosa è una risata, contagioso un sorriso, una buona azione. Ma contagiosa è anche la malattia, la paura, contagioso è uno sbadiglio sfacciato, contagioso è il raffreddore... e contagioso è il Coronavirus che ci costringe a festeggiare i tuoi 17 anni qui in casa, senza poter invitare i tuoi amici, i nonni, le persone a cui vuoi bene.

17

Più ci penso, più questo numero mi fa sentire vecchia!
Sono passati tanti anni dal giorno in cui per la prima volta ho visto il tuo bel musino. So di averti raccontato che la prima parola che ti ho rivolta appena hai fatto capolino nel mondo non è stata affatto una parola gentile, ma tra qualche anno ( facciamo almeno 10 ! ), se avrai la gioia di poter vivere l'esperienza del parto, ti accorgerai che sono stata fin troppo delicata ed educata  :)
Per ora accontentati di sapere che ti ho amata dal primo momento in cui ho saputo della tua esistenza  e che quando i tuoi occhi hanno incrociato i miei mi sono persa.
Poi la vita non è stata troppo gentile, al contrario di me...
Non si è curata di usare tatto e gentilezza e aiutata dai nostri errori di adulti ancor troppo infantili e ancor più feriti, è stata una dura maestra di vita.
Eppure è anche questa lezione severa che ti ha reso la meravigliosa ragazza che stai diventando.
Potrei elencarti molte doti e molti talenti che vedo in te, ma una in particolare mi rende fiera oltre misura : è la tua tenacia, la tua perseveranza, il tuo andare dritta fino al raggiungimento dell'obiettivo che ti sei prefissata, con costanza, senza farti fermare dalla noia, dalla fatica, dalle difficoltà.
Quando decidi di fare qualcosa, seriamente, in profondità, difficilmente ti lasci scoraggiare dagli ostacoli o dai contrattempi.
Beh, certo questo caratterino ha anche i suoi lati pungenti e fastidiosi, come quando non riusciamo a farti smettere di cantare, o ti incolli a noi senza mollarci un attimo , o ancora quando non fai respirare il povero Michele... ma questi sono piccoli dettagli che ti perdoniamo volentieri.

Avrei voluto regalarti una vita più spensierata, più facile e leggera. Ed in questo giorno, avrei voluto regalarti un compleanno diverso.
Ma anche questa volta la vita non è rimasta ad ascoltare i nostri progetti, non si è piegata ai nostri piani.
Abbiamo allora due strade possibili, come sempre: arrabbiarci con la vita, insultarla, maltrattarla, accusarla di essere responsabile della nostra infelicità oppure possiamo accogliere quello che ci offre, prenderlo tra le mani, abbracciarlo, e farne un capolavoro trasformandolo secondo il nostro cuore. E' questo l'augurio per i tuoi 17 anni.
Che tu possa avere mani coraggiose e forti per accogliere, stringere ed abbracciare tutto quello che la vita metterà sul tuo cammino.
Che tu possa avere la saggezza di riconoscere quali cose tenere strette nella tua vita e quali lanciare via, con forza , dalla tua vita, dalle tue mani e dal tuo cuore.
Che tu possa avere la pazienza di attendere che i piccoli semi che crescono nelle tue mani siano germogli e poi piante e poi ancora diano frutto.
Che tu possa avere vigore e forza per usare quelle mani, ma soprattutto la tua mente ed il tuo cuore, per costruire, pezzo dopo pezzo, giorno dopo giorno la TUA vita; ribadisco:  la TUA,  non la vita che altri vorrebbero che tu vivessi.
Che tu possa avere negli occhi la freschezza e l'entusiasmo per poter intraprendere ogni volta una nuova avventura, inseguire un nuovo progetto, rincorrere i tuoi sogni.
Che tu possa essere abbastanza forte da vedere tutte le tue certezze andare in fumo, senza però perdere te stessa.
Che tu possa avere la pazienza di ricominciare a ricostruire,spesso anche più volte, senza perdere mai la speranza.
Che tu possa incontrarti con la parte più profonda di te per ritrovare le tue radici e non perdere mai la direzione di Casa.
Che tu possa andare lontano, con passione, entusiasmo, coraggio...certa che la Vita sorride a coloro che la amano e che nulla arriva nella tua vita senza una ragione.
Ma l'augurio che mai avrei pensato di rivolgerti è che tu possa essere una persona CONTAGIOSA...contagiosa per i tuoi sorrisi, contagiosa per la tua bontà, contagiosa per le risate... contagiosa perchè, ovunque sarai,  tu possa portare il tuo contributo e rendere questo nostro mondo degno di essere vissuto!





lunedì 2 marzo 2020

La grandezza delle piccole cose

In questi giorni di emergenza Coronavirus mi sono fermata più volte a pensare alla potenza dei virus, dei batteri. E di come questi microscopici esserini siano capaci di sconvolgere e rivoluzionare la vita di una persona, di una famiglia, di un paese, di intere nazioni e del mondo intero.
E nella surreale situazione di smarrimento, di impotenza e delirio collettivo ecco che mi sono imbattuta in altri esseri piccoli che hanno saputo fare grandi cose.
Non ho voglia di fare del buonismo o retorica. Non parlerò dei medici, degli infermieri, non perché non li ritenga grandi persone, ma perché sono già riconosciuti e visti da tutti noi come i nostri angeli, i nostri eroi.
Vi voglio parlare di una piccola donna,
piccola perché è alta poco più di un soldo di cacio ed è minutina, anche se lei spesso dice il contrario, quando parla di se stessa.
E' una ragazza apparentemente fragile, si nasconde dietro i suoi occhioni penetranti.
Quando cammina per i corridoi, con l'aria trasognata di chi ha la testa costantemente in movimento, da' l'impressione di essere inavvicinabile, distante. Credo abbia messo una grande corazza per difendere le sue fragilità.
No, non voglio fare la psicologa spiccia... è solo che le anime si riconoscono, quando si incontrano. Ed in lei ho rivisto fatiche quotidiane, lotte inarrestabili per stare a galla in un mondo che a volte sembra non appartenerci, battaglie contro i draghi più profondi dell'anima.
Ma lei, forse non sa di essere una guerriera. Una donna con le palle, una che non ha paura di nulla...o meglio, una che se anche ha paura va avanti a testa alta senza mollare mai. E in questi giorni ha dimostrato di avere la stoffa di una vincente!
Credo che le lotte più grandi le combattiamo contro le persone che più amiamo, quelle con cui condividiamo ogni giorno anche le fatiche del lavoro. Al termine di un libro che amo moltissimo, Albus Silente dice una frase memorabile : " Occorre notevole ardimento per affrontare i nemici , ma molto di più per affrontare gli amici".
E lei ha affrontato i suoi colleghi, le sue colleghe ed ha realizzato una meravigliosa finestra di speranza, di collaborazione didattica, per rendere questo limbo in cui le scuole sono chiuse, un luogo virtuale di presenza, di mani tese, di volti amici che ti fanno sentire meno solo.
In fondo, ad insegnare regole grammaticali, a spiegare equazioni e potenze siamo capaci in molti. A cercare di rendere il mondo un posto migliore...invece siamo solo in pochi!
Per questo un grazie particolare ad una collega "Grande" che mi ha dato preziosi insegnamenti di tenacia, di passione, di capacità adattive e di grande professionalità.

 Grazie Giuliana!

domenica 9 febbraio 2020

Luna ed il dono della luna

Anche quella sera si sentiva inquieta. Irrazionalmente, ogni qualvolta l'esile falce
lunare diveniva un disco pieno e luminoso, qualsiasi cellula del suo corpo entrava in
una sorta di agitazione. Tutto, dalla punta dei suoi neri e lucenti capelli fino
all'estremità dei suoi piedi fremeva e veniva scosso da brividi inspiegabili.
Non era sempre stato così per Luna. Per quel poco che poteva ricordare la sua era
stata un'infanzia normalissima. Tormentata, sfortunata ed un poco tragica, forse, ma
senza nessuna arcana stranezza. Era nata una notte di luna piena, nella calda ed
accogliente stanzetta di una capanna isolata tra i boschi. Sua madre era scomparsa
prematuramente dopo averla stretta tra le sue braccia ed averla chiamata Luna, in
onore di quel cerchio sfavillante che aveva illuminato il travaglio e l'aveva benedetta
con la nascita di quella meravigliosa bambina. Nessuno le aveva mai saputo
raccontare cosa fosse realmente accaduto quella notte, probabilmente perché nessuno
lo sapeva davvero. Suo padre, un lavoratore instancabile, si era chiuso nel proprio
dolore, ma non aveva fatto sentire la sua assenza alla piccola. L'aveva accudita ed
amata consentendole di crescere serenamente. Luna trascorreva le sue giornate
correndo tra gli alberi, parlando con gli animali e in compagnia degli altri bambini
che come lei vivevano nelle piccole baite boschive.
La prima volta che un raggio lunare attraversò come una scossa ogni angolo del
suo corpo era il giorno del suo sedicesimo compleanno. Il brivido, profondo, era
passato quasi impercettibilmente, sepolto dalle numerose emozioni che sempre le
laceravano il cuore in occasione dell'anniversario. Come poteva essere davvero felice
se sentiva dentro di se' la colpa di essere la causa della morte di sua madre? Chi mai
poteva amare una portatrice di sciagure? Come riusciva suo padre a guardarla senza
rancore dopo che lei gli aveva portato via la donna che amava? Assorta nei suoi mesti
interrogativi non aveva avvertito lo strano fremito che aveva attraversato il suo corpo,
a differenza di suo padre, che, in adorazione della figlia, si era precipitato accanto a
lei preoccupato per quello strano tremolio che l'aveva colta all'improvviso.
"Luna, tutto bene? Hai la febbre?" le chiese con tono apprensivo.
La ragazza lo guardò stralunata. "Papà, cosa ti prende? Sto benissimo, come ti
viene in mente che io possa avere la febbre?"
"Hai appena tremato tutta, come se fossi colta da brividi di freddo."
"Papà, sei sicuro tu di stare bene?" replicò lei.
" Luna, davvero, non farmi preoccupare. Hai cominciato a fremere mentre eri
assorta nei tuoi pensieri; un sussulto ben visibile. Non riesco davvero a capire come
tu non lo possa aver sentito. Non mentirmi, figliola, se qualcosa non va dimmelo.
Sicura che non devo chiamare il dottor Prinzio?" Continuò il padre, guardando Luna
con una tenerezza infinita.
"Oh papà, non ti direi mai una bugia. Sto benissimo, nessun dottore" rispose lei
ricambiando il paterno sguardo. Quella sera la ragazza andò a dormire serena, ignara
di quello che le stava accadendo.
Il secondo brivido non passò però in sordina, così come le successive
manifestazioni misteriose di quel tremore. La sensazione di inquietudine ormai
cominciava ad assalirla non appena la luna diventava tonda e luminosa. Anche quella
sera, appunto, la ragazza si trovava nella sua camera, in attesa di quel sussulto che
riempiva la sua testa di domande, quando una civetta si posò sul davanzale della
finestra e la fissò. Fu allora che sentì la familiare scossa attraversarla nel profondo,
scuotendola però energicamente, con una forza mai percepita fino ad allora ed ebbe
paura. Nel goffo tentativo di liberarsi da quel tremore, che l'aveva spaventata, cadde
rovinosamente dal letto. Fu in quel momento che si accorse della piccola pergamena
trattenuta tra le zampe dal candido rapace. Un piccolo foglio ben arrotolato, chiuso
con un sigillo. La ragazza timidamente si risollevò dal pavimento, allungò la mano
verso il volatile che non aveva mai spostato il suo sguardo dai suoi occhi ed attese in
silenzio, mentre la sua testa cercava di elaborare il più velocemente possibile una
teoria plausibile per spiegarsi cosa le stesse accadendo. Di sicuro aveva avuto un
brutto incubo ed era ancora assorta in una specie di sogno dentro un altro sogno. Non
c'era altra spiegazione.
La civetta fece un piccolo volo tra le pareti della capanna, poi posò sulla mano di
Luna la missiva e con due battiti d'ali riprese la strada del bosco, alla ricerca di
qualche piccolo roditore con cui sfamarsi .
No, non stava dormendo, ormai ne era certa. Con il cuore che accelerava per la
paura e lo stupore, Luna srotolò il dono appena ricevuto. Iniziò a leggere e gli occhi
si riempirono immediatamente di lacrime. “Piccola mia, se stai leggendo queste parole significa che la vita non è stata molto
dolce con noi due. Mi auguro tu abbia avuto comunque un'infanzia felice e che tu sia
amata, come lo sono stata io nel corso della mia breve esistenza. Quando ancora tu
sguazzavi come un piccolo pesciolino nel mio grembo, ho affidato queste righe alla
saggia Civetta perché tu potessi, superati i tuoi sedici anni, decidere se accogliere il
dono della luna o rifiutarlo. Mi rendo conto di essere piombata come un fulmine a
ciel sereno nella tua vita ed hai tutto il diritto di essere arrabbiata e sconvolta. Ma ci
sono alcune cose che devi sapere. Probabilmente tuo padre per proteggerti non ti ha
mai raccontato la tua vera storia, ma non essere in collera con lui.
Quando scoprii di essere una strega avevo più o meno l'età che tu hai oggi. Me ne
accorsi una notte di luna piena. Un raggio mi attraversò il corpo e da quel giorno
non fui più la stessa. Presto mi resi conto di riuscire a leggere nel cuore della gente.
Se qualcuno si faceva male, mi era sufficiente appoggiare il palmo della mano sulla
ferita e quella si rimarginava. Avevo visioni e facevo sogni premonitori. All'inizio era
bellissimo: mi sentivo utile ed invincibile. Poi mi scontrai con la realtà. Essere una
strega poteva diventare pericoloso. Tanti mi volevano morta, avevano paura solo a
salutarmi. Qualcuno diede fuoco alla mia capanna .
Fu allora che conobbi tuo padre. Era uno dei ragazzi accorsi in mio aiuto per
spegnere l'incendio. Mi innamorai all'istante dei suoi occhi di cielo. Potevo leggere il
suo cuore. Mai nella vita avevo incontrato una persona tanto buona. Anche lui
ricambiò subito il mio interesse e dopo sei mesi ci sposammo. Gli rivelai fin
dall'inizio la mia natura arcana e fu il mio sostegno anche quando tutti mi
allontanavano e mi evitavano.
Ma il giorno in cui scoprimmo di aspettare te mi fece promettere che mai e poi mai
ti avrei tramandato il dono della luna. Lo amavo moltissimo, ma non potevo impedire
alla magia di scegliere chi voleva come sua ancella. Per questo prima di vedere la
luce lunare brillare nei tuoi occhi ti scrissi questa lettera. Volevo che tu sapessi che quello che ti sta accadendo non è una maledizione. Ma sta a te decidere se accogliere
questo regalo.
Ora che sai chi sei e da dove provieni puoi percorrere questo cammino. Bimba
mia, non aver paura dei tuoi poteri: se li saprai governare con saggezza saranno una
benedizione per te e tutti coloro che incontrerai. Ora vai senza paura a cercare la
civetta, lei ti indicherà la strada”.
Luna arrotolò la lettera, la mise nella piccola botola che aveva sotto al letto insieme
al dipinto di sua madre ritratta mentre rideva spensierata e col palmo della mano si
asciugò le lacrime che non avevano smesso per un solo istante di bagnarle
copiosamente le guance.
Lentamente aprì la porta che dava sul retro della casa, cercando di non svegliare
suo padre che, in silenzio, rannicchiato nel suo giaciglio accanto alla stufa a legna,
aveva sentito i singhiozzi della figlia ed aveva compreso. In nome del grande amore
che ancora lo legava a sua madre, non fece nulla per impedirle di uscire di casa alla
ricerca della sua identità. Si rigirò senza fare rumore e nel segreto del suo cuore
benedisse il cammino di Luna, sperando di rivederla presto.
La ragazza appoggiò il piede destro, lento, insicuro, spaventato. Trascinò il sinistro
nella terra polverosa, spaurito, traballante mentre cercava un segnale, un piccolo
indizio che le rivelasse la direzione giusta da prendere. Il cuore sussultava ad ogni
passo ma sentiva in se' la grande forza dell'amore che la proteggeva. Avrebbe
abbracciato la vera se stessa che aspettava pazientemente di essere trovata . Con quel
poco di ardimento che aveva fatto capolino in lei, scomparve nella vegetazione
oscura. Le sembrava di percepire in lontananza echi di voci, animali solitari, tamburi
primordiali. Andò nella loro direzione.
Non sapeva dove quel sentiero l'avrebbe condotta, ma sentiva il suo cuore battere
all'unisono con quei richiami.
Ad ogni palpito la paura diminuiva ed il coraggio si faceva strada.
Un sorriso le illuminò lo sguardo mentre la luna, ormai stanca, andava a dormire.

lunedì 27 gennaio 2020

36 giusti

 ". . . esistono sempre al mondo 36 Giusti, nessuno sa chi sono e nemmeno loro sanno d’esserlo, ma quando il male sembra prevalere escono allo scoperto e si prendono i destini del mondo sulle loro spalle e questo è uno dei motivi perché Dio non distrugge il mondo”.
Ho sempre pensato che i giorni della memoria, così come le feste comandate, fossero giorni inutili, messi a casaccio per fare notizia, per creare business. Da qualche anno, invece, sento forte il bisogno di ricordare, di fare memoria. Non certo per imprimere nella mia mente orrori e crudeltà disumana, quanto per non correre il rischio di ripetere tali abomini.
Oggi a scuola l'insegnante di classe è  entrata e ha parlato ai ragazzi dei bambini di Villa Emma e di quel piccolo miracolo di coraggio e amore che gli abitanti di Nonantola, piccola cittadina dell'Emilia Romagna compirono durante il doloroso periodo della deportazione.
Un intero paese si prese a cuore le sorti di 73 bambini. Dono' loro una casa, un tetto sotto il quale vivere, diede loro cibo ed ospitalità. Ma soprattutto si preoccupò di garantire libertà a quei bambini, già provati dal dolore e dalla sofferenza.  Cosa può insegnare a noi , oggi, Nonantola?
Che insieme possiamo dire di NO al male ed alle ingiustizie
Che se ci teniamo per mano possiamo continuare a restare umani
Che se abbiamo il coraggio di guardare negli occhi un bambino sporco, trasandato, affamato, con un colore della pelle diverso dal nostro, non possiamo vedere nient'altro che un bambino
Che il mondo non ha bisogno di eroi, ma di giusti
Che un atto di giustizia e di amore rimane segreto e non fa rumore
Che la bellezza di una nazione sta nel suo coraggio e non nella paura
Che tenendoci per mano abbiamo meno timore
Che rimanere uniti opponendoci al male ci rende invincibili
Che un atto di vero amore è  l'unica cosa che ci salva
Che nessuno verrà mai dimenticato se ci facciamo scudo l'uno con l'altro.
Non possiamo dimenticare perché non possiamo rischiare che tutto quello che è  accaduto si ripeta ancora.
Ma soprattutto
uniamoci...prendiamoci per mano... doniamoci atti di gentilezza  
perché nessuno mai si senta escluso, emarginato, non voluto, non desiderato, non accolto, non amato.
Solo così il sacrificio di milioni di persone non sarà stato inutile.
Per ogni bambino umiliato
Per ogni donna maltrattata e uccisa
Per ogni uomo privato della sua libertà
Per ogni persona derisa, insultata perché diversa nel colore della pelle
Per ogni ragazzo picchiato perché ama una persona del suo stesso sesso
Per ogni bambino preso in giro a scuola perché ha qualche chilo in più dei suoi compagni
Per chi professa una religione diversa dalla nostra
Per chi è  emarginato a causa del suo stato sociale
Per chi viene abbandonato nella sua solitudine
possa il ricordo delle sofferenze atroci e indicibili subite nel corso della storia dagli albori dei tempi fino ad oggi, passando attraverso l'orrore dei lager nazisti, essere un monito per ognuno di noi affinché MAI più nessuno sia privato della sua dignità, della sua libertà e della sua stessa vita.