martedì 2 luglio 2019

67 anni

Che dire...
sono 67 anni anche per te oggi.
E sono più o meno 20 anni che ci conosciamo.
Avevi poco più della mia età di oggi quando i nostri cammini si sono incrociati.
La vita ha dei suoi percorsi particolari. Mette vicine anime diverse per i più svariati motivi. Probabilmente, quando il destino ha fatto incontrare me e Gianluca, aveva in mente un suo disegno particolare...una sua trama tutta da tessere e ricamare.
In questi anni ho imparato a conoscere i tuoi doni ed anche i tuoi difetti. Ho fatto esperienza della tua bellezza interiore e delle tue cadute; delle tue ferite e delle tue potenzialità.
Che dire...ogni persona che incontriamo si rivela sempre essere un dono. E tu lo sei, non solo in quanto nonna dei miei figli, ma proprio per il tuo essere Rita, con tutte le tue sfaccettature.
Io non ho mai avuto una vera nonna... da piccola c'era la mamma di mio papà che ho avuto modo di conoscere, ma non ho mai frequentato. Andavamo a trovarla poco e nel periodo in cui rimanevo in casa da lei passava la maggior parte del suo tempo a raccogliere briciole e bricioline che cadevano sul pavimento. Quando è mancata non ho sofferto tantissimo, perché la conoscevo a malapena.
Sono però felice che i miei figli ti abbiano come nonna. Credo che non dimenticheranno mai le mille attenzioni che hai sempre per loro.
Il viaggio in Olanda con Elisabetta, la tua sorpresa alla stazione nel giorno del suo compleanno, quando ti sei presentata con un mega cartello in mano. Sono cose bellissime che credo scalderanno il loro cuore quando un giorno lontano non ci sarai più. Non siamo eterni, inutile mentire, ma sapere che qualcuno ti ha amato così tanto rende il ricordo eterno. E sono certa che il tuo segno indelebile in loro lo hai lasciato.
Ed oggi nel giorno del tuo compleanno ti auguro di mantenere il tuo spirito pazzerello, la tua freschezza, il tuo essere spesso ancora bambina, perché in fondo il mondo è bello se lo guardiamo con gli occhi di bambino.
Ti auguro che il tempo possa lenire tutte le ferite che hai ricevuto nel corso di questi anni, e che una volta sanate, tu possa continuare a vederle come gioielli preziosi. Ti auguro di continuare ad apprezzare la vita, a viverla in pieno e a godere della bellezza che ti circonda.
Ti auguro di circondarti di amici veri, di poter essere un'amica leale per coloro che ti sono vicino. Ti auguro sorrisi, abbracci, mani tese... ti auguro di conservare la memoria dei giorni belli e lasciar andare i momenti tristi....ti auguro di ridere perché ridere abbassa la pressione e mantiene il cuore giovane...ti auguro giornate riposanti, notti di luna piena a guardare le stelle, passeggiate in montagna, nuotate al mare, cullata dalle onde. Ti auguro di sentire la vita in ogni sua forma per essere sempre viva in ogni cosa che farai.
Ti auguro in questa giornata speciale che qualcuno ti doni un fiore, ti porti un regalo, ti dia un abbraccio...
BUON COMPLEANNO!!!

sabato 8 giugno 2019

ZOO



Accade per caso che in un giorno qualunque tu ti imbatta nella recensione più dolce che sia mai stata scritta su un libro, un invito alla lettura redatto da  uno scrittore che elogia la bellezza di un romanzo e dichiara amore alla sua donna :
"Oggi esce questo libro qui.
Lo ha scritto la scrittrice più brava che io conosca.
Incidentalmente, è anche la donna che amo.
Proprio per questo, so che c'è chi mi considererà meno credibile se vi dico che si tratta di uno dei romanzi più belli, intensi, veri, travolgenti, passionali, che io abbia letto da non so quanto tempo. Ma ho deciso di correre il rischio, con la serenità e l'incoscienza di chi sa di dire, ogni volta, solo la verità (... ) 
Oggi esce questo libro qui.
Lo ha scritto la scrittrice più brava che io conosca.
Incidentalmente, è anche la donna che amo.
Questo romanzo eccezionale spiega bene il perché, di entrambe le cose."(Matteo Bussola)


Il libro in questione si intitola ZOO e nasce dalla penna, dalla mente e dal cuore  di una scrittrice che,  chiedo umilmente venia, non conoscevo affatto fino a qualche giorno fa: Paola Barbato, incidentalmente la moglie del Bussola. 
Provengo da un periodo di "blocco del lettore"; mesi passati a cominciare romanzi senza riuscire a portarli a termine. Ho sul comodino una pila di volumi che "prima o poi riuscirò a finire"...o per lo meno questo è quel che spero.
Fatto è che non leggevo un romanzo dall'inizio all'ultima riga da dicembre...
Forse è proprio vero che sono i libri a sceglierci e non noi che li acciuffiamo dagli scaffali portandoceli dietro come fossero tesori preziosi.  
E ZOO mi ha afferrata...catturata...imprigionata tra le sue spire. Fortunatamente, solo in senso metaforico.
A differenza di quel che accade ad Anna, che un giorno si risveglia , tra le sbarre di una gabbia, narcotizzata, in un luogo sconosciuto,senza il  ricordo di quel che ha fatto o le è accaduto nelle sue ultime ore: paura, spavento, terrore allo stato puro e poi la mente lucida  che analizza, osserva,inquadra e fa agire. 
Rabbia, gelosia, cattiveria, freddezza, calcolo, spirito di sopravvivenza si mescolano, intrecciandosi tra loro, a sentimenti più nobili come la tenerezza, il calore umano, l'amicizia, l'amore vissuto nelle sue forme più strane e più malate, ma che pur sempre, trattandosi di amore, mantiene il suo potere taumaturgico.
Scoprirsi vulnerabile, progressivamente nuda e ridotta ad una sorta di fiera da baraccone, obbliga Anna a venire a patti con le sue paure più grandi, con i suoi difetti , la cattiveria radicata nel cuore, la rabbia che come una fiammella brucia in lei , i ricordi di una madre opprimente e la paura di non uscire viva.
Un romanzo crudo, sconvolgente, che ti lascia spesso senza fiato.
Un romanzo, che oltre ad essere una storia bellissima, nella sua crudeltà e bestialità , ha il grande pregio di essere un'analisi profonda delle relazioni umane, della nostra condizione, spesso non consapevole, di schiavitù. Siamo tutti marionette  governate da fili più o meno invisibili di un burattinaio o abbiamo la facoltà e, forse anche il dovere, di ribellarci a regole prescritte?  
E qualora ne fossimo sufficientemente capaci, quale prezzo saremmo disposti a pagare? 
Orgoglio calpestato senza remore, giochi di potere... fino a dove si spinge un essere umano ridotto ad una bestia, spogliato della sua dignità? Chi può dire che  rimarrebbe coerente coi suoi principi ed ideali, fedele alla sua umanità se fosse completamente privato delle più basilari forme di rispetto umano? 
Molti sono gli interrogativi che questo romanzo, crudele, disumano, ma bellissimo nella sua spietatezza, mi ha messo di fronte. 
Una scoperta piacevolissima di un'autrice che scrive  senza mezzi termini, senza paura di risultare volgare, impudica, indecente e sboccata. Una scrittrice capace di farti vedere i personaggi, come fossero reali, tangibili, crudeli e grezzi, ma così veri che senti i brividi quando li senti avvicinare. 
Potere, questo, che appartiene solo ad anime e menti che hanno dentro di se' ancora molti fantasmi, che non hanno paura ogni giorno di guardarli in faccia questi fantasmi, di sconfiggerli, di vincerli di nuovo ogni volta che vengono a bussare. Come i miei fantasmi... come i vostri...con la sola differenza che se sai scrivere così bene, sei anche in grado di fare capolavori. 



giovedì 6 giugno 2019

FOGLIE SECCHE

Questa mattina mi sono svegliata pensierosa, come mi accade ormai da parecchi giorni.
Poi sono andata al lavoro,
ho cominciato a spazzare le foglie secche nel cortile,
con 30 gradi,
a giugno.
E niente,
ho pensato che la natura ha un'intelligenza superiore.
Non aspetta che sia autunno per liberarsi dalle foglie secche.
Le butta a terra,
le allontana dai suoi rami
ogni volta che ha bisogno di mettere foglie nuove,
di rinfoltire la chioma,
di crescere e diventare rigogliosa.
Ed ho cominciato a gettare al vento
i pensieri che non mi fanno crescere,
che prendono la linfa che serve alle nuove foglie,
che hanno bisogno di diventare concime per la terra.
E mi sono sentita meglio...

martedì 4 giugno 2019

GENITORI FELICI...FIGLI FELICI

"Per te è facile...lo hai scelto tu"
"Tu sei contentissima, non te ne frega nulla di come ci sentiamo noi"
"Certo, ti dobbiamo seguire come cagnolini ....facile per te ...sei tu che vuoi andare via da qui "
Queste sono solo alcune delle frasi che ultimamente, ad intervalli abbastanza regolari mi vengono rivolte dai miei figli. E queste forse sono anche le parole più gentili che mi urlano contro.
Ammetto, che ogni volta che mi lanciano queste comprensibilissime lance affilate, io non so che cosa rispondere. Mi blocco con le parole che a malapena riescono a uscire dalla bocca; si impiantano ad un passo dalle labbra e si spengono mentre cerco  di soffocare le mie lacrime e la mia fatica. E così, nell'impegnativo tentativo di rimanere serena, ecco che, dopo avere cercato di spiegare serenamente tutte le ragioni che ci hanno portato a prendere questa decisione,  esplodo. Non sono in grado di mantenere il controllo e mi arrabbio...o meglio dico le cose in maniera sgarbata, aggressiva. 
"Nessuno vi obbliga a seguirmi... se volete potete decidere di rimanere qui con papà " sono le parole che spesso pronuncio per chiudere queste diatribe che mi stanno sfinendo.
Perchè è vero... loro sono i miei figli e non hanno potere decisionale in questo momento e per questa situazione, ma è anche vero che non ho deciso di cambiare città, scuole, lavoro, per un capriccio.
Ho pensato a lungo a tutti i possibili problemi che una scelta di questo tipo avrebbe comportato. Ho messo in conto la loro fatica di salutare gli amici, di allontanarsi da una vita che è sempre stata qui, fin dalla loro nascita. Ma sono certa che presto staremo bene, che a breve la nostra vita prenderà il fiato e ricomincerà a respirare regolarmente, serenamente.
Eppure, ogni volta che li guardo mi sento colpevole. Rea di allontanarli dal loro nido, di strapparli dalle loro amicizie, di obbligarli a seguire il mio percorso. So che non devo farmi schiacciare dai sensi di colpa che lavorano ai fianchi giorno e notte cercando di convincermi a tornare sui miei passi. Molte volte ho pensato che forse dovevo mettere da parte il mio desiderio di condividere la mia vita con Michele, per loro. Che una madre ha il dovere di sacrificarsi per i propri figli. O per lo meno, questo è quello che ho sempre creduto fosse la strada giusta per essere una buona madre.
Poi, ad un certo punto , ho capito che non esistono buone o cattive madri.... ci sono solamente donne, che hanno messo al mondo dei figli. E sono e rimangono prima di tutto...donne. I figli a breve prenderanno la loro strada e mi ritroverei qui, a rimpiangere una vita che desideravo vivere, senza loro tre accanto perchè giustamente impegnati a costruirsi il loro futuro. 
Per questo ho deciso che i miei figli meritano una mamma felice, una mamma realizzata. E poichè sono certa, di aver preso in considerazione questo trasferimento anche come un'opportunità migliore per il loro futuro, io mi prendo la responsabilità di inseguire la mia strada, portando loro con me. 
E in tutto questo marasma di emozioni, di paure, di ansie, di interrogativi, in questo momento si aggiunge la fatica che leggo stampata negli occhi del loro papà ogni volta che lo incrocio.
Carissimo Gian, 
ultimamente, dopo anni in cui credo entrambi ci siamo odiati, abbiamo sfogato tutta la nostra rabbia, il dolore e la delusione per la fine del nostro matrimonio , le litigate prima e dopo la separazione, l'incompatibilità profonda di scelte e di modi di vedere la vita, ecco , oggi, dopo molto tempo, riusciamo a sederci a mangiare allo stesso tavolo, parliamo senza alzare la voce, e per questo sono felice. Ma in queste ultime volte in cui ci siamo visti, io non riesco ad affrontare a cuor leggero il discorso del nostro trasferimento, Perchè so che stai soffrendo, sono consapevole che veder partire i ragazzi, anche se a un'ora di strada da qui, è per  te motivo di dolore.
Prima di tutto, però, sono grata che tu  abbia compreso e non abbia fatto nulla per ostacolare la mia decisione.
Sono grata che nonostante la tua fatica, li incoraggi a vedere il positivo.
Lo sai, e mai devi dimenticarlo che sei tu il loro papà e che loro questo lo sanno benissimo.
La porta di casa nostra sarà sempre aperta e quando vorrai, anche solo venirli a trovare sarai sempre il benvenuto.
Non lasciarti intimorire dalla strada, la faccio da ormai 4 anni ogni settimana e non è un ostacolo insormontabile.
Abbi sempre la voglia di parlare con loro, di ascoltarli anche se ora che stanno crescendo, sembra non ci vogliano più tra i piedi.
Sono certa  che allontanarsi fisicamente non vorrà dire allontanarsi col cuore.
Se vorranno trascorrere del tempo con te sappi che non li ostacolerò,  non l'ho mai fatto e non lo farò certo ora.
Sono sicura che troveremo soluzioni per rendere tutto meno pesante, meno difficile. 
Ma soprattutto, promettici che cercherai in tutti i modi di pensare a stare bene, a trovare di nuovo serenità, per te stesso, perchè come meritano una mamma felice, meritano anche di avere un papà felice.
Ci siamo fatti tanto male  durante la nostra vita assieme, ma abbiamo tre gioielli preziosi che meritano davvero di vederci felici, per poter imparare anche loro ad inseguire senza mai fermarsi i loro sogni e la loro felicità.

domenica 2 giugno 2019

PER SEMPER CO LA OIA



Sono secoli che non pubblico una foto delle mie torte. E non è un caso che sia proprio la torta dei BLACK EAGLES...
Anni fa, quando la mia vita aveva iniziato ad andare a rotoli, quando una profonda crisi aveva messo in discussione tutto ciò in cui avevo creduto fino ad allora, la pasta di zucchero fu la mia salvezza.
Mi salvò come qualsiasi passione è in grado di salvarti: totalmente, irreversibilmente e profondamente. 
E quando Alessio decise di iniziare a giocare a RUGBY, sono stata salvata una seconda volta.

Sono approdata nella grande famiglia dei Black Eagles, due anni fa, in punta di piedi... 
Ricordo, come fosse ieri il momento in cui ho compilato il modulo di iscrizione. 
Ad un certo punto veniva chiesto: 
Mi impegno a dare la mia disponibilità per....... seguito da una lista di competenze per me abbastanza improbabili. Fortunatamente, esiste sempre la casella: ALTRO.
Beh, l'unica cosa che sapevo fare in quel momento era scattare qualche fotografia. Quindi molto serenamente ho scritto...scattare le foto alle partite.
Ricordo che chi prese tra le mani il mio foglio, mi disse abbastanza acidamente che tutti i genitori scattavano le foto alle partite. In effetti, se ci penso, credo di essere stata abbastanza presuntuosa al momento. Però dal primo concentramento ho portato con me la mia amata macchina fotografica.Con l'appoggio prezioso di Michele, insieme ci siamo infiltrati sui campi, ed abbiamo iniziato ad immortalare gli attimi preziosi dei ragazzi in campo. Sono molto grata per la fiducia che dopo la prima partita ci è stata accordata. Per noi, accompagnare Alessio ai raggruppamenti è diventato più che un dovere, un appuntamento desiderato ogni volta. Abbiamo amato scendere in campo con i ragazzi, seguirli attraverso il mirino, immortalare le loro azioni, fissare come ricordi preziosi le loro vittorie, le loro sconfitte...insomma vederli crescere e documentare, foto dopo foto la loro maturazione profonda, come giocatori e come ragazzi. 
Se mi chiedessero perchè amo così profondamente il rugby, ecco credo che risponderei:
 PERCHE' E' UNA SCUOLA DI VITA .
Sono tantissime le lezioni che ho imparato guardando i ragazzi giocare...

che anche se cadi, puoi rialzarti ogni volta
e ti rialzi meglio quando hai qualcuno accanto che ti sostiene

che se stai tremando dalla paura, puoi vincerla 
perchè accanto a te c'è un compagno che ti da' forza

che avanzare da solo è difficile,
è meglio aspettare l'amico che è due passi dietro di te, passargli la palla ed avanzare insieme

che colpire duro qualcuno per prendere la palla,
equivale un po' a non aver timore di parlar chiaro per restare te stesso e seguire i tuoi sogni

che se uno va in meta, è perchè in tanti si sono sacrificati per lasciarlo correre

che la palla è imprevedibile,
come la vita, ma la puoi afferrare, giocare, lanciare indietro, riprenderla e metterla a segno

che di fronte  a te non hai un avversario,
ma un compagno di viaggio che remandoti contro ti sprona a vincere

che una birra è la miglior medicina per curare una sconfitta 
o il miglior modo di festeggiare una vittoria

che nulla al mondo eguaglia il profumo delle salamelle,
anche alle 9 di mattina 

 che le ore di allenamento di Alessio, sono state  l'occasione migliore
per sedermi fuori dagli spogliatoi a fare la maglia come una nonnina

ma più di ogni cosa, quello che ho imparato dal rugby è che è per tutti ... tutti siamo indispensabili, ognuno con il suo talento, la sua particolarità, il suo dono...

Ed oggi, dopo due anni, mi ritrovo qui, con un nodo alla gola a salutarvi. 
Quando Michi ed io abbiamo cominciato  a progettare la nostra vita in terra bustocca non avrei mai pensato di sentirmi strappare un pezzettino di cuore nel lasciare la mia vita qui. Avevo un forte bisogno di ricominciare, di trovare un nuovo spazio tutto mio, di poter essere me stessa altrove senza che nessuno ricordasse la Chiara di un tempo, quella che ora è solo un ricordo. Non mi ero accorta che con voi lo sono stata...me stessa, rinnovata, senza paura di mostrarmi nelle mie bellezze e nei miei molteplici difetti... So di essere a volte scostante, di non essere sempre capace di condividere lunghe chiacchierate, spesso mi rinchiudo nel mio mondo, mi sono seduta sovente con un uncinetto in mano anche, a volte, per evitare di fermarmi a parlare, ma riconosco  di essere capace di creare relazioni, di sentire i cuori degli altri, di sentirli davvero. Ed oggi, se una parte di me soffre nel lasciare voi, che siete per me una piccola famiglia, è perchè mi avete dato tanto, e quel tanto l'ho sentito dentro. 
Grazie ad ognuno di voi per quello che siete. 
Una volta lessi una meravigliosa poesia che diceva che ogni persona che incontriamo nella nostra vita è come una foglia di un albero:alcune rimangono attaccate al ramo per sempre, altre il tempo di una stagione, poi basta un soffio di vento per portarle lontano, ma pur sempre foglie di quell'albero sono e rimarranno tali. 
Alcuni di voi li ho scoperti troppo tardi,ma come dice una persona specialissima..."meglio averti scoperta" 
E' vero, andremo un' ottantina di chilometri più avanti... ( o indietro...l'orientamento geografico non è il mio forte), ma sono sicura  che certi legami rimarranno vivi e continueremo a volerci bene..PER SEMPER CO LA OIA ...






mercoledì 29 maggio 2019

PAULA

38 anni ...
38 anni e continuo imperterrita a chiamarti "la mia sorellina" 
nonostante tu sia più alta di me,
nonostante tu tenga per mano una piccola donna che a settembre varcherà la soglia della scuola primaria.
La mamma dice che quando stavi arrivando tu, a tutti i costi desideravo chiamarti Paula... 
Ha dovuto inventarsi la scusa che i bambini nascono già con il nome perchè io accettassi Laura, come nome di Battesimo,  secondo il volere suo e  di papà.
Ovviamente non è difficile credere che io abbia abboccato alla grande e dato per scontato che davvero i bambini venissero  al mondo nome-muniti.
Già perchè nonostante tu sia più piccola di me, per qualche ragione che mi è ancora oscura, tu per me sei sempre stata un baluardo di sicurezza, ed io più fragile ed ingenua di te, necessitavo spesso del tuo supporto e della tua presenza. 
Ricordo poche cose della nostra infanzia, purtroppo... ma non posso dimenticare le mille volte in cui ti svegliavo la notte perchè tu mi accompagnassi in bagno, i "ti pregoooooo vieni con me a prendere il pane ", perchè avevo paura ad attraversare la nostra stradina allora buia e poco sicura. 
Ricordo quando ti mettevi in mezzo tra me i bambini che mi prendevano in giro. Mi hai sempre difesa e sempre mi sei stata accanto.
Eppure oltre questi pochi flash in cui percepisco nel rimembrarli una sensazione profonda di essere stata amata e protetta, ho pochi ricordi di noi , delle nostre confidenze o segreti. 
Ricordo i pomeriggi passati a giocare con la palla al muro " C'erano dieci fratelli, tutti gemelli, tranne uno di nome Bruno" 
Le infinite partite di tennis, nelle quali il nostro unico e degno avversario era la parete dell'atrio del palazzo.
Le chiacchierate in giro per strada fingendo di parlare una lingua straniera, l'alfabeto farfallino, le favole di Gianni Rodari lette e rilette ridendo a crepapelle.
I salti alla corda.. "mela, arancia, limone, fragola, lampone..." durante le quali ovviamente io inciampavo dopo il primo, massimo secondo salto. 
Gli spettacoli che improvvisavamo sulle note di "Arriva Cristina, e adesso lo sai..." sognando  
( almeno io ) di sposare Satomi o Mirko dei Bee Hive.
Le domeniche mattina passando di casa in casa al Pascolo a portare il Giornalino e Famiglia Cristiana. L'offertina che chiedevamo ai vicini di casa dopo gli spettacoli ed i balletti,che avevamo il coraggio di presentare  senza vergogna ( a dire il vero solo durante l'unica vacanza in montagna ad Oltre il Colle)  
Poi il nulla...
Non ho più ricordi di te  e di me alle scuole medie, alle superiori... 
Qualche piccolo frammento legato ai gruppi di preghiera, ma nulla di più.
La mia vita si è racchiusa in se stessa, nella costante ricerca di riempire un'assenza che mi faceva male e guarire ferite che non riconoscevo e non sapevo di avere nonostante provassi dolore.
Ti ho seguita, da lontano, ammirando con orgoglio i tuoi successi scolastici, la tua crescita professionale e lavorativa. Ma mi spiace che nel momento di maggior bisogno, quando la tua vita stava rotolando poco felicemente, allora forse inconsapevolmente, verso il tuo futuro più bello, io non c'ero.
Ero troppo ripiegata sulle mie fatiche, nella mia guerra personale per diventare la donna che sono oggi... ma ti ho lasciata sola.
E per questo ti chiedo di perdonarmi.

So che te la sei cavata egregiamente e sono fiera della persona meravigliosa che sei! 
Conserva sempre il tuo grande equilibrio e la tua pacatezza e saggezza.

Non smettere mai di inseguire le tue passioni ed i tuoi sogni, perchè sono questi che ci rendono vivi.
E per quanto puoi, quando vorrai, prova per una volta nella nostra storia di sorelle ad essere tu quella che mi chiede di accompagnarti nel buio, di attraversare una strada che ti fa paura. Sono sempre stata fragile, lo so, ma ora ho le spalle più larghe e se lo vorrai, in qualche tratto difficile di cammino potrei essere io a darti sostegno, come tu lo hai sempre dato a me. Ti voglio bene piccola grande "Paula" e sono felice che tu sia parte della mia vita...per sempre  <3

venerdì 17 maggio 2019

UNA CANZONE CHE VINCE SU TUTTO

"Questa è una storia di Giganti.
No, questa è la storia di un'isola
No, questa è la storia di una montagna
No, questa è la storia di un bel paese col porto, le botteghe, il mercato, le casette i giardinetti e le vetrine...
Questa è la storia di gente coraggiosa
Sì, coraggiosa ed arrabbiata, ma non si erano arrabbiati, si erano stufati
Non si erano stufati, si sono uniti , uniti tutti insieme, mica come noi adesso
Questa è la storia di una canzone che vince su tutto"

Inizia così questa sera uno spettacolo teatrale messo in scena da Alessio ed i suoi compagni di classe, 30 ragazzini di quinta elementare, guidati dalla meravigliosa Chiara Magri.
Per chi non la conoscesse, Chiara è  prima di tutto una donna piena di passione per la vita, vita che trasmette attraverso il teatro in tutte le sue forme  ed è anche un'artista di grande livello. Senti la vita che pulsa e batte dentro il suo petto  mentre parla con quella voce pacata, quasi sussurrata, che ti costringe a fare silenzio per poterla udire. Che in fondo, è l'unica via per poter sentire quello che conta veramente, senza farsi distrarre da voci fuorvianti e ingannevoli. La vita la vedi uscire da quegli occhi pieni di entusiasmo e di meraviglia. Senti fuoriuscire linfa dai suoi movimenti leggiadri e delicati. I nostri ragazzi hanno lavorato con lei nel corso di questi anni, dedicandosi a svariati progetti teatrali, sempre motivati ed entusiasti.
Ma oggi, quello a cui ho assistito è stata un'esperienza catartica, una sorta di rivelazione, una scoperta liberatoria, un momento profondo ed intimo.
Io non so, se questi ragazzi siano consapevoli della bellezza che hanno portato in scena, ma sono sicura che quello che hanno raccontato, rappresentato, cantato e danzato, è entrato in loro, come un piccolo seme pronto a sbocciare.
La storia parla realmente di Giganti, di un'isola, di un paese, di gente che si unisce, di un canto che vince su tutto. 
Un ragazzo, rappresentato dall'intera classe V B, abituato a cantare una nenia rituale, trasmessa di generazione in generazione, si ribella al vecchio del villaggio, impersonato dalla V A. 
Accade anche oggi, come un tempo, probabilmente fin dagli albori del mondo: ad un certo punto i giovani si accorgono di non poter obbedire ai comandi degli adulti, senza saperne il motivo. Hanno bisogno di sapere perché devono agire secondo le loro leggi. Non basta sentirsi dire: "E' così da sempre. Devi suonare, non smettere! E' la tradizione! " 
Ed è di fronte a queste imposizioni che il giovane urla tutto il suo disappunto: " Ora basta! Vogliamo sapere perché ci tenete qui... Suonatela tu, vecchio, se è così importante!" 
La triste verità è che la musica la possono suonare solamente i giovani, e forse solo coloro che riescono a rimanere giovani e liberi dentro. 
Ed è a questo punto,che, grazie a splendidi effetti coreografici, ombre cinesi, marionette, giochi di luci ed ombre,  viene narrata la leggenda della montagna.
Si narra che tanti anni fa esisteva un paese meraviglioso. "Per cento e cento anni, i nani avevano vissuto in pace, cantando, suonando e raccontando storie buffe. Ma un triste giorno nella montagna nera cominciò a sentirsi un tremendo odore di formaggio andato a male. Dopo l'odore comparvero le teste, poi le braccia e tutto il resto. Due terribili giganti erano sbucati dalla montagna. "
Gli abitanti della montagna sentendo quella nauseabonda puzza cominciarono ad incolparsi l'un l'altro, litigarono furiosamente e smisero di essere amici.
I due giganti presero le loro case, ruppero le finestre, rubarono mobili, presero tutto ed i nani restarono senza più nulla. 
" E questo non era che l'inizio... Noi nani lavoravamo come schiavi per i due nuovi padroni, e cosa tremenda, preparavamo il loro schifoso formaggio che vendevano agli altri giganti a peso d'oro".
La vita nella montagna nera era diventata molto triste, la puzza del formaggio era dappertutto ed il peggio doveva ancora arrivare.
I giganti, ormai diventati sempre più ricchi cominciarono a conoscere l'invidia. " Si  picchiarono per una intera settimana. Poi decisero che era meno pericoloso far combattere i nani al loro posto"
E così scatenarono una guerra tra nani. Le battaglie furono cruente, morì moltissima gente e con loro morì anche un'amatissima mucca. Quando ormai i mucchi di cadaveri avevano oscurato il cielo, i nani rimasti si riunirono in gran segreto. Il più saggio raccontò di aver visto il fantasma della mucca in sogno, venuta per dar loro un messaggio molto importante:
"Se continueremo a fare la guerra, i giganti diverranno sempre più potenti"
Il saggio allora spiegò ai superstiti che quando era piccolo, il suo maestro gli aveva insegnato un canto , una musica contro i malvagi.
I nani iniziarono così a cantare quella canzone liberatoria, quella canzone che unisce e riuscirono ad abbattere il muro che li divideva. I giganti caddero allora in un burrone e vennero ricoperti dalle macerie dai nani.

"QUANDO UN NANO SUONA, SI SENTE LIBERO  E QUANDO SI SENTE LIBERO HA VOGLIA DI CORRERE E DI FAR VOLARE GLI AQUILONI "

Da quel momento i nani ritornarono ad essere amici e negli anni trasmisero questa canzone, di generazione in generazione. 

Non so voi, ma oggi, dopo aver letto la triste notizia di un'insegnante sospesa dal suo incarico perché insegnava ai suoi alunni a ragionare con la loro testa, e le idee che quelle teste hanno partorito risultavano scomode a qualcuno; di fronte alle notizie di continui episodi di razzismo, al continuo dilagare di gente arrabbiata, violenta, intollerante, guardare questi 30 ragazzi, uniti, pieni di entusiasmo, fiduciosi, amici ...30 ragazzi provenienti da moltissimi paesi diversi, da culture diverse, famiglie diverse, tenersi per mano, cantare insieme e insieme sentirsi liberi, ecco guardarli, a me ha aperto il cuore. E' per loro, che sono il nostro futuro, che non ho paura di cantare, è per loro, la nostra speranza di un domani migliore, che non cedo alla paura, per loro così uniti e vicini che posso dire che la buona scuola esiste ancora.  E mi auguro che possano tenere vivo quel canto che vince su tutto, anche nella vita reale, non solo sul palcoscenico di questa sera, perché dopo essere stati i protagonisti di un miracolo così grande, possano essere anche nel mondo testimonianza che i giganti, di qualsiasi taglia e misura, si vincono solamente rimanendo uniti !!!

Un grazie speciale alle maestre che hanno creduto in questo progetto ed a Chiara per tutta la vita che porta intorno a se'.


mercoledì 15 maggio 2019

QUESTIONE DI RUGHE

Camilla è la mia nipotina, ha 5 anni, 6 il prossimo dicembre. Mia sorella, sua madre è una bellissima trentottenne che non dimostra affatto la sua età, e Nicoletta la nostra sorella maggiore,ha 54 anni, 55 a dicembre, proprio nello stesso giorno del compleanno di Camilla. 
Camilla è uno spasso della natura, se ne esce spesso con frasi epiche con le quali si potrebbe scrivere un libro.
L'altro giorno è tornata a casa dalla scuola materna col viso crucciato e le si leggeva una certa apprensione e preoccupazione negli occhi. Laura allora le chiede cosa la turba e lei risponde che a scuola i "grandoni " la prendono in giro perché non ha ancora sei anni ed ha una paura matta che anche alla scuola primaria la canzoneranno per quello.
Ammiro moltissimo mia sorella, perché anziché minimizzare la cosa, o risolverla con un semplicissimo:"Ma va là, vedrai che andrà tutto bene", ha avuto la brillante idea di proporle di chiamare la zia Nico.
"Cami, prova a telefonare alla zia Nicoletta, lei è nata il tuo stesso giorno, ed è stata piccola come te un tempo. Magari ti sa raccontare la sua esperienza e dirti come si sentiva lei".
Prende il telefono, chiama la zia:
"Ciao zia, ma anche a te a scuola i bambini ti prendevano in giro perché eri piccola? "
"No, Camilla, perchè avrebbero dovuto scherzarmi?"
"I miei compagni grandoni ridono e dicono che sono piccola per andare a scuola perchè non ho ancora sei anni "
" Mah, guarda Camilla, in relatà dovresti essere proprio felice di non avere sei anni"
Faccia stupita e orecchio attento.
"Vedi, tu sei un po' più piccola di loro perchè sei nata dopo eppure fai tutte le cose come le fanno loro. Anche io a scuola scrivevo come i miei compagni ed addirittura leggevo anche meglio di loro, nonostante avessi 5 anni!"
Camilla inizia a distendere il viso e continua l'ascolto del racconto.
"Poi c'è anche un vantaggio; adesso volete tutti sembrare subito grandi, ma quando diventerete davvero dei grandoni sarà una fortuna compiere gli anni a dicembre, i tuoi amici saranno sempre più vecchi di te! "
Il discorso della zia sembra aver rasserenato Camilla, scambiano ancora qualche parola e poi si salutano.
Camilla torna in cucina da Laura, veramente rilassata e felice. La guarda seria e le dice:
"Mamma sai, la zia Nicoletta ha proprio ragione ! Eh si , tu che sei di maggio hai le rughe, si vede! La zia Nico di dicembre, no!!! "


Il potere che hanno i bambini nel farti sentire decrepita in meno di un secondo, appartiene solamente  a loro ! 



martedì 14 maggio 2019

VAN STOCK




E poi accade, che in una sera qualunque di un giorno qualunque ti accordi  con un amico per ritirare del materiale per il tuo prossimo lavoro, e quell'incontro si rivela una bellissima e piacevole sorpresa. 
Era tanto che non vedevo Manuel. Ci siamo conosciuti qualche anno fa nella pasticceria in cui lavorava. Ci si incrociava spesso, soprattutto durante i periodi del Natale e della Pasqua, quando la mia creatività si mescolava col suo lavoro preciso e professionale. Mi piaceva fermarmi a chiacchierare con lui. Ha sempre avuto la battuta pronta, il sorriso a portata di mano, ed un modo gentile ed educato.  Un giorno, per caso, mi sono imbattuta nella foto di un suo dipinto. Ebbene sì, il pasticcere distinto ed elegante, era solo una copertura. In lui abitava un artista irrequieto e insaziabile di vita, di colori, di sfumature. Se alla fine di queste poche righe avrete la voglia ed il piacere di andare a sbirciare i suoi lavori, capirete quello che sto dicendo. Mi aveva molto colpito il racconto bellissimo dell'inizio della sua avventura artistica. Ho purtroppo una pessima memoria, quindi non scenderò nei particolari, per evitare castronerie ed inesattezze. Manuel, come molti artisti, non sapeva di avere un talento inespresso, ma durante la ricerca di un quadro per la sua casa, ricevette una sorta di vocazione tramite le parole di una  signora che gli disse. "Ma scusa, tu che sei così originale, perchè non provi a dipingertelo da solo un quadro?" 

Credo non esista spinta migliore di qualcuno  che crede nel tuo talento, nel tuo potenziale ancora invisibile, in un fiore che è solamente un  seme, in una primavera che ancora sonnecchia sotto la neve. Prese tele, pennelli, colori e cominciò a dipingere. La cosa buffa fu che la signora aveva ragione, aveva un fuoco dentro che non aspettava altro che  poter ardere. Da quel giorno le sue mani,la sua mente ed il suo cuore non hanno smesso di creare, di colorare fogli bianchi ed immacolati, di riempire di macchie e schizzi, apparentemente disordinati e privi di logica, spazi vuoti che sotto quelle mani divengono espressione di emozioni e sensazioni incredibili.
Ma non è questo meraviglioso talento che ha rallegrato la mia serata. Sono rimasta folgorata dal sapere che nel poco spazio di tempo in cui ero rimasta lontana dalla pasticceria, e quindi non avevo più scambiato quattro chiacchiere con lui, la sua vita ha preso una svolta nuova. O meglio, lui ha dato una sferzata di vita alla sua esistenza. In quattro e quattr'otto ha lasciato l'impiego che da anni occupava le sue giornate per fare un lavoro nuovo e lasciare spazio alla vita. Ed in fondo ha perfettamente ragione quando dice che cambiare luoghi, mutare abitudini nelle quali sei imprigionato da anni, rivoluzionare i tuoi orari, riprenderti uno spazio vitale, ridonare nuovi ritmi alle tue giornate, ti apre la mente, ti apre nuovi orizzonti e ti dona spazio per vivere quello che sei realmente. Purtroppo non tutti abbiamo quel coraggio (cor-aggio, ovvero agire col cuore) e l'umiltà di mollare un posto sicuro, nel quale ricopri un posto di rilievo, per ricominciare da zero. Spesso abbiamo così paura del nuovo che rimaniamo incatenati in un'esistenza che non ci appartiene più. Eppure basterebbe poco, un pizzico di follia, un salto nel vuoto, seguire i nostri sogni, ascoltare il richiamo profondo del nostro cuore, per essere finalmente felici!
E non importa se quel salto nel vuoto dovrà avvenire cento volte nella vita, siamo esseri mutevoli e spesso ci accorgeremo di dover salutare qualcosa che non fa più parte di noi, per incontrarci con altre esperienze che ci attendono per portarci sempre più avanti più in alto. Mi auguro solo che  possiamo essere capaci di ringraziare i luoghi che ci hanno abitato prima di trovarne di nuovi, di essere grati a tutto ciò che ci ha accompagnati fino al posto dove nuove avventure ci attendono, prima di accogliere l'altrove che ci aspetta. E soprattutto mi auguro di essere in grado di riconoscere ciò che invece vale la pena portare con se' ad ogni nuovo gradino , ad ogni passo in avanti, ad ogni nuova tappa... perchè in fondo andare verso il nuovo non sempre vuol dire ricominciare da zero.

Se volete dare un'occhiata a questo artista:




domenica 12 maggio 2019

MAMMA

Questa mattina mi sono svegliata pensando che da li a poco sarebbe arrivata mia mamma e le avrei mostrato i luoghi dove presto condurrò la mia nuova avventura. Non sono molto brava a esternare attraverso il corpo le mie emozioni. Quando sono felice di accogliere qualcuno, difficilmente riesco a corrergli incontro e stringerlo forte. Preferisco coccolarlo attraverso il cibo. Così mi sono messa ai fornelli, ancora assonnata ed ho cominciato a preparare il pranzo. Mi piace cucinare per le persone che amo, e soprattutto adoro il modo in cui i piatti sono capaci di saziare il cuore prima ancora di riempire lo stomaco. E' una magia che spesso mi si ritorce contro quando fatico ad ascoltare le mie emozioni e lascio che sia il cibo a rispondere alle mie mancanze, ma nelle giornate come questa lascio volentieri sprigionare il potere terapeutico di un buon risotto, la cura meravigliosa del coniglio al forno che risveglia i ricordi del passato, il dolce splendore di una torta che è in grado di colmare il vuoto di chi avresti voluto fosse seduto a quel tavolo, ed invece non c'è più.
Invitarla proprio il giorno della festa della mamma è stata una casualità, ma avere allo stesso tavolo  anche la mamma di Michi e mia sorella Cristina, che sta assaporando la gioia di sentire un figlio nel 
proprio grembo, è stata un'azzeccatissima trovata. Quattro donne, una di fronte all'altra, così diverse tra loro per il modo di vestirsi, la loro storia personale, il colore dei capelli, la modalità espressiva, il suono della voce, ma accomunate da un grande dono... essere madri.
Non posso fare a meno di constatare che la vita ha una fantasia incredibile quando associa  un bimbo ad una specifica  madre. Inspiegabilmente sembra ignorare le parti difettose di ogni donna a cui affida l'onere e l'onore di prendersi cura di un bambino.
Mia mamma non è stata e non è tuttora una madre perfetta. 
E' una donna costantemente preoccupata che tutto si svolga nei tempi stabiliti, che non ci dimentichiamo un appuntamento dal dentista, che il pranzo delle dodici sia pronto alle dodici. Se deve prendere un treno alle 17, si fa trovare in stazione almeno mezz'ora prima. 
Per anni ho vissuto la mia esistenza rispettando questo scandirsi del tempo meticoloso e preciso, e per anni mi sono sentita inadeguata perchè, ancor oggi quando mi ricordo di spegnere il disco che,  continuamente,  nella mia testolina ripete di non arrivare in ritardo, io sono maledettamente sbadata, ritardataria e confondo gli appumtamenti e le scadenze di qualsiasi impegno. Oggi mi chiedo quale persona nella sua vita si sia dimenticata di lei, chi non ha rispettato una promessa in un giorno lontano, da farle temere che un ritardo possa  danneggiarla così severamente. 
Quando ero piccina e tornavo da scuola felicissima per aver preso un bel voto, immancabilmente la sua esclamazione era: Brava, hai fatto solo il tuo dovere! 
Inutile dire che, come molti della mia generazione, sono cresciuta col senso del dovere inculcato nella mente come un tatuaggio e con poca fiducia nelle mie doti.
Mia mamma rideva poco, difficilmente mi abbracciava o mi dava un bacio, non è mai andata alle riunioni dei miei professori, a scuola e credo di non aver fatto mai nulla di pazzo o divertente con lei. 
C'è stato un momento, nella mia vita, in cui ho dato la colpa a mia madre per tutte le mie disfunzioni relazionali, per il mio spirito da crocerossina, per i miei errori e le mie scelte sbagliate. A dire il vero, condivideva questa colpa con Dio e con il destino, ma arrabbiarmi con lei mi dava più soddisfazione che prendermela con chi non mi dava risposta.
Poi sono diventata mamma, e non so bene quando questo accadde, con l'essere responsabile di una creatura indifesa, ho cominciato a guardarmi dentro cercando tutte le zone erronee che potevano farmi ricevere il titolo di peggior madre del mondo, nel tentativo di guarirle prima che potessero fare danno.
Ed è stato allora che ho  VISTO lei, mia madre, con occhi nuovi.
Non vuol dire che oggi io non veda e non riconosca le sue mancanze, ma riesco a comprenderne l'origine e soprattutto noto  che queste imperfezioni hanno ferito lei e dalle sue ferite sono sgorgate, senza che potesse evitarle.
Mamma rideva poco perchè dentro aveva un dolore grande come il cielo e doveva essere forte per noi. Io ho provato ad avere un dolore grande nel cuore e di fronte ai miei figli non ho saputo essere ugualmente forte ed ho pianto. Ho pianto perchè non riuscivo a trattenere le lacrime, ma ho anche pianto perchè non volevo che pensassero di avere una super mamma. Io lo so che un giorno, uno di loro mi rimprovererà quelle lacrime, accusandomi che quelle lacrime lo hanno ferito, fatto sentire insicuro e poco protetto. Perchè ogni nostra azione dal giorno in cui siamo madri ha un effetto sui nostri figli, inevitabilmente, ma grazie all'amore non irrimediabilmente.
Ed è guardando il mio essere madre oggi che ho potuto abbracciare nel profondo mia mamma, amandola per quello che è... colei che mi ama più di ogni altra persona al mondo.
E' l'amore la chiave di volta di ogni persona che riesce a districarsi tra le imperfezioni di colei che lo ha generato.
L'ho imparato personalmente, dalla mia esperienza.
L' ho imparato conoscendo Michi e la sua pazzesca rinascita.
E' davvero l'amore che fa luce.
Senza la certezza di essere stati amati a dispetto delle manchevolezze della propria madre,  nessuno di noi può prendere in mano la propria esistenza ferita e condurla alla ricerca profonda di se stesso.
Sapere e sentire di essere amati ti da' la forza di scavare dentro e di cambiare.
L'amore fa miracoli se accogli quell'amore nonostante le ferite che lo stesso ha provocato.
Il giorno in cui ti accorgi di essere stato amato, il momento in cui senti quell'amore,allora cominci a prendere i tuoi brandelli e metterli in ordine, come piccoli tasselli di un puzzle.


GRAZIE MAMMA per questo amore che mi ha salvata
grazie per essere rimasta anche quando non hai capito le mie scelte
grazie per esserci sempre.
TI VOGLIO UN BENE IMMENSO




giovedì 9 maggio 2019

RICORDI CHE SCALDANO IL CUORE

Poco fa sotto casa di mia mamma, la casa dove ho vissuto la mia infanzia e la mia adolescenza, ho incontrato una vicina.
Mi capita a volte, quando passo da mamma, di incrociarla sulle scale, nell'atrio. La saluto, qualche volte due brevi parole, e me ne vado.
Oggi ci siamo fermate con mia madre ed abbiamo chiacchierato per una buona mezz'oretta.
Abbiamo parlato del più e del meno, degli acciacchi che col passare degli anni si fanno più intensi, dei nipoti, dei figli, delle piccole e grandi preoccupazioni che la vita ha sempre il piacere di consegnarci.
Eppure, appena arrivata a casa, mi sono resa conto che c'è una cosa che sono anni che mi porto dentro e non le ho mai detto.
Credo sia arrivato il momento giusto per aprire quello scrigno e tirar fuori quel pensiero che è rimasto sepolto, non so bene nemmeno io per quale motivo, forse per inutile pudore.
Grazie Giusy per quel lontano 14 gennaio 1988 quando sei stata la sosta del viaggio, la piccola oasi felice che ha accolto me e Laura, ignare del dolore che quella matina aveva fatto visita alla nostra famiglia.
Nei momenti di grande sofferenza, avere accanto qualcuno che ti dona una goccia d'acqua è una grande benedizione.
Tu non lo sai, ma il tuo pranzo preparatoci, ingoiando sicuramente le lacrime che anche a te probabilmente salivano dal cuore, le parole tranquille, serene, pacate, accoglienti mentre mamma si preparava a darci la triste notizia della morte di papà, le porto impresse nell'anima.
Non ti ho mai ringraziato per quel momento, ma desidero che tu sappia che hai un posto speciale nel mio cuore, nonostante nella vita non abbiamo avuto occasione di coltivare un'amicizia, un legame. Ma quel giorno sei stata per me un porto sicuro...e per questo desidero di cuore dirti GRAZIE anche se sono passati anni, anche se il ricordo potrebbe essersi sbiadito lungo il cammino, ecco io quel calore lo sento ogni volta che ti incrocio sulle scale di casa.  Probabilmente a voce non avrei mai avuto il coraggio di dirtelo....accogli queste poche righe di gratitudine come se fossero un abbraccio.

mercoledì 8 maggio 2019

AVANTI TUTTA...

Lo scorso anno, insieme abbiamo cominciato una nuova avventura ... io in cucina, tu con una responsabilità ed un carico di problemi e questioni  da risolvere decisamente maggiore rispetto a "non far bruciare il pranzo". Sei entrata in punta di piedi, in silenzio, osservando con attenzione ed un occhio speciale tutte le dinamiche attorno alle quali si svolgeva ogni giorno la nostra vita lavorativa. 
Ancora non riesco a capire come fosse possibile che tu riuscissi a rimanere calma in mezzo alle intemperie, mentre io dovetti ricorrere all'aiuto di un'erborista per riuscire a dormire e a non farmi schiacciare dagli improvvisi attacchi di panico. Eppure, nonostante la mia dichiarazione aperta e leale di fragilità assoluta, tu sei riuscita a scorgere dentro di me un potenziale che non sapevo fosse li, addormentato, ma presente e desideroso di venire alla luce. 
Hai risvegliato doti che nemmeno sospettavo di avere, qualità e capacità dormienti da lunghi e faticosi anni. 
Ti ho voluto bene fin da subito, perchè mi sono sentita accolta e compresa nel profondo.
A breve le nostre vite lavorative si separeranno, e probabilmente nessuna delle due il prossimo anno avrà ancora l'onore ed il piacere di spendere le proprie ore nel luogo in cui ci troviamo oggi. Io ne sono pressochè certa: nuovi e sconosciuti lidi mi attendono, ma mi auguro di cuore che tu possa trovare presto un nuovo porto sicuro ove ormeggiare la tua barca preziosa e  farla navigare in acque sicure.
Ovunque ti porteranno i tuoi passi, 
abbi sempre il coraggio di rimanere come sei: vera, leale, sincera, aperta, schietta  e diretta, profonda, ironica, attenta... 
Non permettere alle situazioni esterne di spegnerti il sorriso, o di rabbuiare i tuoi occhi.
Lotta con la tua determinazione quando devi difendere qualcuno, ma soprattutto abbi sempre cura di te stessa, proteggi i tuoi bisogni, ascolta i segnali del tuo corpo, coccola il tuo spirito, riposa la tua mente e difendila da gente chiusa, ottusa e meschina.
Quando dovrai scegliere se seguire il cuore o le regole, scegli come sempre il cuore, senza paura di sbagliare. Tanto sbagliamo comunque nella vita, quindi meglio commettere errori col cuore che seguendo schemi mentali prefissati e costrittivi. 
Ogni mattina guardati allo specchio, abbracciati e decisa e sicura esclama: " Sono una meraviglia e mi amo!" 
Tieni alla larga il più possibile le persone negative che spengono il tuo entusiasmo.
Leggi quanto più puoi.
Prendi in mano la tua macchina fotografica e ferma gli istanti più belli.
Ascolta musica, balla, canta e ridi moltissimo.
Abbraccia le tue figlie e l'uomo che ami. 
Passa molto tempo con gli amici sinceri e tra gli affetti più cari.
Ogni tanto concediti un peccato di gola ...fa bene al cuore.
Grazie per tutto quello che senza saperlo hai aperto nella  mia vita ed hai permesso di sbocciare e crescere.
Grazie per le tue confidenze, per le brevi ma intense chiacchierate.
Grazie per aver avuto fiducia in me.
Grazie per esserci.
Ti voglio bene e mi raccomando...testa alta...sorriso luminoso e avanti tutta!!!!!!!!!!


lunedì 6 maggio 2019

7 MAGGIO 2019 ... E SONO 16

Ogni volta che arriva il giorno del tuo compleanno, inevitabilmente la mia testa corre a quella notte in cui, faticosamente, sei arrivata tu.
Tu, con la tua testolina piena di capelli scuri;
tu, con le tue mani strette a pugno attorno al cordone;
tu, con il tuo pianto deciso ed affamato;
tu, attaccata al mio seno;
tu, che fin da subito ti sei presentata come la mia sfida più grande...la partita che non vincerò mai... un match senza mai fine.
Ed oggi, esattamente 16 anni dopo il nostro primo sguardo mi ritrovo a guardarti, bella come allora, forte e determinata come il tuo respiro iniziale.
Hai 16 anni, io ti guardo e non so più chi sei...
Non sei più la mia bambina che si mirava e rimirava nello specchio alla ricerca di una piccola ruga da mostrarmi come fosse un trofeo.
Non sei più un batuffolo tenero e coccoloso da stringere tra le braccia e divorare di baci.
Non sei più la voce cristallina che, giocando a nascondino, mi diceva : "mamma non mi troverai mai dietro alla tenda ".
Non sei più un libro desideroso di farsi leggere fino all'ultima pagina.
Oggi assomigli piuttosto ad un riccio inavvicinabile, un essere dagli umori altalenanti e respingenti. Ti nascondi cercando di non farti scovare. Hai cominciato a scrivere pagine indecifrabili e spesso ti chiudi con un bel lucchetto, nella speranza che io ti lasci in pace nel tuo faticosissimo mutamento.
Ti osservo nella tua metamorfosi e non posso fare a meno di essere orgogliosa di te, di quello che sei.
Ti auguro di conservare sempre la tua testarda determinazione;
ti auguro di saper riconoscere sempre chi è degno di leggere tra le tue righe e chi non merita nemmeno di sbirciare la tua copertina;
ti auguro di non aver paura del futuro;
ti auguro occhi fiduciosi nel domani;
ti auguro di essere sempre vera con te stessa, coerente con quello che sei e desideri essere;
ti auguro di essere un ponte e mai un muro;
ti auguro di non cercare  l'approvazione degli altri, ma di vivere la tua vita senza aver paura dei tuoi pensieri;
ti auguro di saper camminare scalza in mezzo alla gente, incurante dei loro sguardi;
ti auguro di avere il coraggio di indossare un cappello per il sole anche nei giorni di pioggia, in attesa che il sole torni a splendere;
ti auguro di prendere tra le mani i colori più belli e con quelli colorare i tuoi giorni;
ti auguro di non permettere mai a nessuno di spegnere il tuo sorriso;
e anche se continuerai a  giocare a nascondino con me, qualunque cosa accada, ricordati che verrò sempre  a cercarti...perchè sei e sarai sempre la mia bambina.

Buon compleanno !!!!



martedì 23 aprile 2019

AMICI

"Fare amicizia è semplice; è mantenerla a lungo che diventa più complicato" 
Anna Marie D'Alò


Massimo, Gianluca, Luca, Dario e Michele. 
5 amici come pochi nella mia vita mi è capitato di incontrare. 
Quando Michele mi parlava dei suoi amici, all'inizio della nostra relazione, non riuscivo a comprendere il perchè, sebbene li considerasse parte importante della sua vita, li teneva sempre lontani da me. Evitava come la peste qualsiasi occasione di possibile incontro, fuggiva ogni rischio di fortuiti e non programmati contatti tra me ed il suo intoccabile ed inavvicinabile mondo. Ne ero quasi spaventata, come se a legarli esistesse un segreto inconfessabile e terribile. Penso di aver fantasticato su  ogni sorta di possibile complotto, dramma o giallo ignoto ogni qualvolta alla mia richiesta di poter avvicinare questi esseri quasi innominabili mi veniva seccamente risposto: "Gli amici sono miei e decido io quando presentarteli!". Ammetto che inizialmente ero davvero infastidita da questo categorico divieto di avvicinarmi ad una parte importante del suo passato e presente. Pian piano però ho cominciato a fidarmi di Michele e con la fiducia è cresciuta la capacità di attesa e soprattutto sono diminuiti i miei ragionamenti  arcani  e le trame occulte che avevano abitato i miei pensieri. 
Poi, un giorno, all'improvviso, l'inaspettata proposta a prender parte alla grigliata di Pasquetta. Non una cena in una giornata qualunque...no...LA GRIGLIATA...il SIMPOSIO ANNUALE per eccellenza.
L'avermi tenuta distante da loro per un anno e mezzo non aveva fatto altro che accrescere la mia paura di non essere adeguata, alimentato pensieri tipo "se non mi presenta vuol dire che non sono la ragazza giusta", "probabilmente ha paura che io possa fargli fare brutta figura " , " si vergogna di me e di come sono", "non mi crede sufficientemente simpatica"... e via dicendo. 
Poi, il grande giorno... ed all'istante capii... mi aveva custodita dalla loro amicizia.
Non perchè siano dei ragazzi pericolosi o perchè la loro presenza avrebbe potuto nuocermi. Mi aveva protetto dalla loro complicità che,se non fossi stata intimamente legata a lui, mi avrebbe spaventata ed esclusa. Credo che coloro che non hanno mai incontrato i fantastici cinque, non possano lontanamente immaginare la forza di quest'amicizia che dura dai tempi delle scuole medie. 
Trovarsi in mezzo ad una loro conversazione significa immancabilmente esserne tagliati fuori. Parlano un linguaggio criptato, si capiscono a suon di versi e smorfie, hanno un codice che solo loro conoscono. Eppure , esserne tagliati fuori, non significa esserne esclusi. Perchè hanno la capacità di farti sentire per un attimo parte del loro mondo, anche se non ti è concesso entrarci in profondità. 
Quando li osservi dalla porta della cucina, tutti e cinque raccolti attorno alla griglia col loro bicchiere di vino in mano, non puoi fare a meno di vedere i loro sguardi incrociarsi e  parlare senza bisogno di troppe parole, le bocche aprirsi prima a sorrisi appena accennati  e poi a contorcersi in risate sguaiate e contagiose. Se li ascolti, senza intrometterti nei loro discorsi, ti accorgi, pasquetta dopo pasquetta che le loro parole tornano sempre ai tempi leggendari della loro adolescenza, alle avventure che hanno condiviso, alle cazzate combinate da ragazzi. Ma non sono solo ricordi del tempo che fu...sono fili intrecciati di una lunga corda che li tiene uniti ancora oggi.  Anno dopo anno sono riusciti a mantenere viva la loro amicizia, o meglio, l'hanno fatta crescere ed evolvere. E questa non è solo fortuna. Hanno saputo rispettare i tempi di maturazione di ciascuno di loro,  condiviso le sconfitte e le gioie, si sono tenuti accanto anche nei momenti più brutti.  Hanno condiviso bevute memorabili,  si sono sostenuti nelle notti insonni quando faticavano a reggersi sulle loro gambe, a turno sono stati l'uno per l'altro l'abbraccio consolatore, la ramanzina materna, la spalla su cui piangere, la mano tesa, il salvagente nella tempesta, il giullare nei giorni tristi, il complice fidato, l'orecchio teso ad ascoltare, la leggerezza nei giorni pesanti, il barista col boccale di birra pronto, lo psicologo nelle pene d'amore, il compagno di squadra, la tomba dei segreti, in una sola parola : AMICI. 

mercoledì 17 aprile 2019

IL POTERE DELLA GRATITUDINE

Questa mattina mi sono svegliata con il cuore colmo di gratitudine. La vita è un capolavoro, nonostante le sue tempeste ed i suoi giorni neri e cupi. 
Quando ho preso la decisione di iniziare una nuova vita con Michele, oltre il desiderio di costruire con lui qualcosa di bello e importante per noi ed i ragazzi, una delle spinte maggiori risiedeva nel mio desiderio di voltare totalmente pagina, di chiudere con il passato e aprire un nuovo libro. Per mesi e mesi, la sensazione di dovermi liberare da un peso incredibile mi ha dato la forza ed il coraggio di progettare il nuovo domani. I ragazzi non avevano molte radici qui, pochi amici, ed io stessa mi sentivo totalmente come un pesce fuor d'acqua in questo paese molto chiuso e retro. 
Poi qualcosa in questo anno ha cominciato a cambiare. I ragazzi hanno stretto nuovi legami, amicizie profonde, stanno coltivando passioni ed interessi significativi. Ed anche il mio impegno in paese ha preso nuove svolte, nuove direzioni.  Persone che mi offrono collaborazioni, proposte di impieghi, lavori interessanti. Tutto questo mi ha inizialmente e  completamente messa in crisi. Non stavo più preparandomi alla fuga dal nulla, ma mi rendevo conto di trovarmi di fronte ad una vera e propria scelta. Ho avuto giorni di rabbia; me la prendevo con le nuove opportunità che i miei figli stavano vivendo, sentivo la forte tentazione di bloccare il loro cammino per impedire loro di attaccarsi, di creare legami.  In silenzio, dolorosamente ho accettato l'idea che stessero mettendo radici. Al contempo ero felice di vederli sbocciare e aprirsi a nuove esperienze. E questa lotta mi stava divorando. 
Ho avuto la tentazione ( a dire il vero, ogni tanto mi assale ancora) di mollare tutto, abbandonare i miei progetti ed i miei deisderi e seguire questo nuovo flusso della vita. Mi sono chiesta seriamente se la Vita non mi stesse mandando dei chiari segnali per farmi cambiare rotta, invertire la marcia, tornare sui miei passi. Il filo sottile è sempre lì, teso, pronto a farci inciampare, lasciarci in bilico tra un'ipotesi e l'altra. Ed è in quel momento che ho chiuso gli occhi, ho fatto un grande respiro ed ho cominciato a ringraziare.
Ho detto grazie alla Vita per essersi presa cura di me in questi 41 anni
Grazie per il dono grande di Federico, Elisabetta e Alessio
Grazie per i miei errori ed i numerosi passi falsi che ho compiuto
Grazie per le opportunità nuove che mi sta donando
Grazie per Michele, roccia paziente della mia vita
Grazie per mamma, sorelle e fratelli
Grazie per i dubbi e le incertezze
Grazie per questo paese che spesso ho detestato, ma nel quale posso dire di aver trovato persone speciali che resteranno sempre parte del mio cammino anche se da lontano 

Ed è nel momento in cui ho cominciato a ringraziare che ho compreso che non avrei potuto cominciare una nuova vita fuggendo da una situazione non appagante. Posso solo andare verso qualcosa di nuovo, nonostante la pienezza che vivo. Questo mi rende ora immune da paura e incertezza? Assolutamente no...sono piena di punti di domanda, di interrogativi senza risposta, di incertezze e titubanze, ma sono grata per quello che ho... per l'opportunità di poter fare una scelta, cosa che se ci pensiamo bene non è affatto scontata e valida per chiunque. Posso scegliere, se restare o cominciare qualcosa di nuovo. E ho deciso di andare avanti, camminare verso un nuovo domani, dove ci attende qualcosa che ancora non conosco ma che certamente si rivelerà prezioso per noi, dove ci aspettano  due occhi di cielo ed un cuore con una pazienza così grande, che sarebbe da stupidi lasciarselo scappare.

venerdì 5 aprile 2019

LA CREPA NEL CUORE

Questa mattina mi sono imbattuta in un post scritto da una ragazza che non conosco personalmente. Ho incrociato il suo cammino su facebook qualche anno fa e mi sono trovata sulla stessa lunghezza d'animo. Fa parte dei miei "amici" che definisco i "toccasana del cuore", persone positive, solari, che riescono a trovare in ogni problema o difficoltà un'opportunità per rendere la loro vita( e quella di chi vive loro accanto) migliore. Spesso mi trovo a leggere i suoi scritti, a condividerli, a tenermeli nel cuore durante la giornata. Oggi, uno in particolare, ha smosso le mie mani e i miei pensieri, ed eccomi qui, seduta davanti al pc, con le dita che scorrono frenetiche sulla tastiera cercando di imprimere nelle parole il fluire della mia mente.
Il post parlava di un anniversario...il decimo anniversario di un fatto che ha cambiato la vita di questa ragazza. Non viene raccontato esattamente cosa sia successo, ma vi ho letto la storia di una partenza verso un nuovo paese, una nuova vita. Parlava di come in questi dieci anni siano successe moltissime cose, che la vita non ci chiede il permesso di passare, che certe immagini, certi ricordi a volte volano via...e in tutto questo trascorrere del tempo, di eventi, di vita, noi cambiamo, cresciamo, evolviamo, non siamo più gli stessi. Poi aggiunge questa cosa meravigliosa...
    "  Eppure ci sarà sempre quel momento di debolezza, quel momento no, in cui ti ritornerà in mente un'immagine, un volto lontano, una risata bambina, un cielo diverso, un suono, un odore, un nitrito lontano, il tuo nome chiamato...ci sarà sempre quella crepa nel cuore, si.
Forse semplicemente, ci sono delle cose che finiscono per sempre, ed altre che finiscono di meno."
Questo concetto ha illuminato la mia giornata. Mi sto incamminando verso una vita nuova, o forse meglio...la mia vita sta andando in una nuova direzione, perchè in fondo non sarà la vita a cambiare, ma solo il luogo in cui essa crescerà che sarà diverso da quello in cui sta sbocciando ora.  Ed ho una fottutissima paura. Non paura di sbagliarmi, non timore di prendere un abbaglio o di pentirmi. Ho paura che in una giornata no, io possa sentire nostalgia di una montagna,la mia montagna che quasi ogni giorno mi saluta da lontano, nostalgia del cielo che vedo ogni mattina ( anche se poi in fondo è lo stesso cielo ), paura di sentirmi vuota andando al lavoro perchè non ho visto quella casetta appena sopra una collina che mi pare la casa di una favola per bambini, ho paura di trovarmi di fronte a ricordi, profumi, voci, volti, mani amiche, sorrisi. Ma sapere che ci sarà sempre quel momento di debolezza, essere consapevole che non significa che il tuo cuore ti chiede di tornare indietro, pensare che ci sono cose che "finiscono meno" ecco, mi da' il coraggio per fare un grosso respiro, accantonare i fantasmi, prendere tra le mani le mie paure ed andare incontro a quel giorno...anche se mi sembra acora molto lontano. 

venerdì 8 marzo 2019

OTTANTA

Ottanta...un traguardo che non è concesso a molti nella vita. Un arrivo importante, una candelina di quelle che non possono passare in sordina.Sei nato un  lontano giovedì di un anno particolarmente difficile per la storia dell'umanità intera. Hitler, occupando Praga,diede il via ad un crescendo di abomini. Anni bui, dolorosi, inspiegabili ed enigmatici. Anni pieni di violenza e sofferenze. Eppure...come sempre accade..una piccola luce riesce ad illuminare le tenebre. La nascita di un bambino rappresenta sempre un evento felice, un segnale di speranza, un'occasione di riscatto. Non so molto della tua infanzia, hai sempre parlato poco delle tue origini. ( fortunatamente abbiamo ancora il tempo di rimediare ) Però provo ad immaginarti piccolo tra le braccia della tua mamma. Chissà come eri da bambino. Probabilmente un tipetto curioso e indomabile; uno che non si lascia imprigionare negli schemi, forse anche poco amante delle regole e dei comandi. Quello che so per certo è che sei sempre stato un gran lavoratore. Non ti sei risparmiato. La fatica ed il sudore sono stati tuoi compagni nelle notti di lavoro impastando il pane o sulle strade consegnando i giornali. Nel corso della tua vita hai avuto anche il dono di diventare padre, nonno e marito. Sei stato per alcuni un amico prezioso e leale. Insomma, diciamo che hai compiuto un lungo tratto di strada. La vita ti ha riservato regali importanti e ti ha inflitto lezioni significative. Hai conosciuto la gioia di molti traguardi e l'amaro della sconfitta. Hai fatto esperienza del fallimento e della gioia più grande, della conquista e della perdita, del bene e del male. Ti auguro, in questo giorno così importante, di essere capace di prendere tra le mani tutti i tuoi giorni, di accarezzarli con benevolenza e ringraziarli per averti condotto fino a qui. Sii grato per ogni istante vissuto, per ogni sorriso ricevuto, per ogni pugno in faccia subito, per ogni lezione di vita appresa, nonostante le batoste prese. Tanti auguri nonno Mario per i tuoi meravigliosi 80 anni.

GRAZIE PER ESSERTI PRESA CURA DI ME

Sono una che va controcorrente...non mi piace seguire la massa, le regole imposte, la corrente del fiume, i sensi obbligati. Se vado in una direzione obbligatoria è perchè ho liberamente deciso di andarci. Altrimenti sono capace di scendere da sola dal treno della vita e proseguire a piedi, a zonzo, un po' vagabonda. Mi vesto come piace a me, bizzarra, a tratti trasandata, originale, vintage e alternativa...non riesco ad usare le scarpe col tacco per più di dieci minuti, e anche in quei minuti le utilizzo come un trampoliere alle prime armi... i miei capelli sono ogni taglio più corti...maschili, sbarazzini... ho, però, gli occhiali fucisa ed il rosa ed il lilla sono i miei colori preferiti. Non mi piacciono le scarpe, le trovo tutte banali, uguali, anonime...le guardo per ore e mi sembrano sempre identiche. Al contrario sono appassionata di stivali...li amo alla follia. Quando vedo un paio di stivali, per favore trattenetemi. Ne ho appena comprati alcuni ai mercatini dell'usato...uno fantastico beige pieno di fiorellini...l'altro nero di pelle con le strisce colorate. Quando cammino fanno quel rumore meraviglioso del legno che sbatte contro la pietra e mi sento sicura di me stessa. Qualche giorno fa, per puro caso sono capitata in un negozio di calzature: svendeva tutto per cessata attività. Ventuno euro per un meraviglioso paio di stivali di pelle, neri, un grosso teschio bianco contornato da cuoricini e una rosa rossa. Li pregusto già ora in attesa del giorno in cui li indosserò per mettermi in sella alla moto. Ah, la moto... l'aria che ti accarezza ogni piccola parte del corpo, la mente che vaga solitaria, accompagnata dal rumore della strada, dei suoni del motore e, quando sei fortunato, dal silenzio del paesaggio... le curve che ti cullano lungo la strada, il silenzio ed ancora il silenzio. Quando sei sulla moto non sei obbligato a parlare con chi hai davanti ... puoi permetterti di stare zitta senza offendere nessuno, senza sembrare asociale o scontrosa...tu,il vento, la strada e i tuoi pensieri.  Poi ci sono i libri...quelli che mi hanno tenuto compagnia nelle giornate della mia infanzia, quelli che mi hanno fatto sognare nell'adolescenza ed oltre...i libri seri ed impegnati che mi hanno aiutata a crescere e quelli buffi che mi fanno ridere nei giorni tristi...i libri che divoro avida e insaziabile e quelli che da tempo giacciono sul mio comodino, iniziati e ricominciati per l'ennesima volta, ma che non riesco a farmeli amici. Anche coi libri sono diversa. Difficilmente riesco a trattenerli con me. Li assaporo, li leggo, entro nelle pagine e nelle storie dei personaggi, divento parte della storia che raccontano, poi li lascio andare, verso nuovi lidi, in attesa di qualcuno che li legga dopo di me. E così ho sempre il comodino pieno di volumi presi in biblioteca e la libreria sempre più orfana, perchè qualche testo ha lasciato il nido. E che dire di quella voglia improvvisa, irrefrenabile di creare? Non importa cosa e non importa come... conta solo liberare la mente e muovere le mani. Ci pensano loro a dare vita a qualcosa di prezioso... ed ecco allora i miei pennelli... le vernici, i mobili carteggiati e riverniciati ...la sensazione di ridonare vita a qualcosa di vecchio, inutile: tutto può avere una seconda occasione. E la lana, i ferri e gli uncinetti... un filo anonimo che tra le mani si anima...da filo si trasforma in cappello, maglione, stola, scaldacollo, coperta... un filo solo intrecciato che rinasce e comincia una nuova avventura. La macchina fotografica, l'istante in cui immortali per sempre un ricordo; lo sguardo sul mondo che dietro al mirino diventa nuovo...l'attenzione alle piccole cose che solitamente ignori, che quando passi di corsa non vedi. Uno sguardo che a distanza di anni riporterà a galla quell'emozione che hai cercato di rendere immortale. Una fotografia che stupidamente dimentico sempre di stampare ed immancabilmente perdo, risucchiata dalla tecnologia che non perdona chi rinuncia a toccare con mano i propri ricordi impressi su carta e si accontenta di uno schermo incapace di parlarti quanto una stampa. Non riesco ad abituarmi alla monotonia di giorni tutti uguali e sebbene la mia vita sia abbastanza regolare, ogni giorno cambio qualcosa per rendere tutto diverso... inverto l'ordine in cui metto le cose in tavola, sposto gli oggetti, cambio la disposizione degli arredi. Solamente nelle relazioni sono incapace di fare grandi cambiamenti repentini... quando qualcuno mi entra nel cuore, difficilmente viene spodestato o cambiato con una nuova conquista.  Amo cucinare e mangiare. Sperimento sempre nuove ricette, adoro la cucina etnica ed assaggiare nuovi piatti. Mi piace prendermi cura di chi amo, attraverso la cucina. Amo la pizza, in tutte le sue varianti e i suoi condimenti, ma se mi siedo ad un tavolo in pizzeria ho bisogno di molto tempo per poter decidere quale sarà il mio bottino. Sono, in effetti, una inguaribile indecisa, ma quando riesco ad ascoltarmi e a prendermi ciò che merito, vado avanti come un treno. Sono testarda e cocciuta, che al positivo vuol dire essere tenace e guerriera. Sono questa  e ancora tanto altro... Non sono sempre stata così come sono oggi. Sono il frutto di un grande lavoro personale, di cadute e ricadute,  di sconfitte e vittorie, di fallimenti e traguardi conquistati con il sudore.

Alla bambina che sono stata , a colei che oggi sono ed alla donna che domani sarò: grazie per esserti presa cura di me.   

mercoledì 9 gennaio 2019

UNA BELLA NOTIZIA

Sono parecchi giorni che non mi siedo tranquilla a scrivere. La mia testa, in questo periodo, è un ricettacolo di bufere e tempeste. I pensieri si mescolano tra loro ad una velocità sorprendente ed appena sembra che ci sia calma, ecco una nuova folata di vento che arriva a scombussolare nuovamente i mille ragionamenti che mi tengono in loro    balia. Nonostante cio' posso affermare di non essere in panico, di non avere momenti di eccessivo sconforto, di non dare nemmeno l'idea di essere tormentata. Mi sento tutto sommato serena: semplicemente fatico a tenere a bada i venti che mi atteaversano il cuore e la mente.
Ieri sera, però, è accaduta una cosa che in un attimo ha sedato il temporale. Ed eccomi qui, penna in mano, foglio bianco sul tavolo a scrivere mentre attendo che i bambini entrino nella classe, interrompendo questo momento catartico.
Erano circa le venti, avevo appena finito di cenare e mi districavo in una lotta dialettica con Alessio, cercando di scansare le sue frecciate, di contenere i suoi deliri e di placare i suoi pensieri spaventati, quando il cellulare mi avvisa che è arrivato un messaggio. 
"Happy family" è il nome del gruppo che utilizziamo tra noi fratelli e mamma quando abbiamo qualche notizia importante che preferiamo non condividere col resto della famiglia. Il gruppo satellite del nostro solito gruppo familiare. E' in "Happy family" che ho comunicato qualche mese fa il nostro prossimo trasferimento, è lì che ognuno di noi racconta qualcosa di veramente importante ed è li che è giunta la novella:
Diventerò nuovamente zia! 
Lo ripeto perchè mi fa ancora un certo effetto dirlo...."a settembre diventerò nuovamente zia". 
Dovrei esserci abituata. Tolti i miei figli, sono già a quota 10 nipoti ed una bis nipotina. Una cifra considerevole, che potrebbe tranquillamente conferirmi un attestato speciale di zia navigata. Ho cominciato presto a sentirmi chiamare zia Chiara, quindi la cosa non dovrebbe farmi barcollare le ginocchia o tremare la voce. Eppure mi sento una bambina di fronte ai regali di Natale, perchè a diventare mamma sarà la mia sorellina. Lo so, a 31 anni, non dovremmo permetterci di chiamare qualcuno "piccolino", ma quando ti ritrovi ad essere l'ultima di 6 fratelli , l'etichetta di bambina è difficile da tagliar via. Lei, la piccola di casa, si trova ad essere spettatrice e protagonista della meravigliosa avventura della vita. Non è una cosa splendida?
Io, la mia sorellina, l'ho vista nascere e lottare con le unghie per conquistarsi un posto nel mondo fin da quando era piccina. Ricordo la sua forza e la sua determinazione di restare aggrappata a noi, anche quando stava in piedi solo grazie alle flebo. Ricordo la sua testardaggine nel raggiungere tutti gli obiettivi che si prefiggeva... le arrampicate sugli armadi, i salti sul letto... le corse in bicicletta...i pianti sfiancanti per ottenere quello che voleva...
Se dovessi definirla con due parole la chiamerei determinazione e coraggio.
Per molti anni l'ho persa di vista. Io, concentrata a mettermi nei guai e a ricostruire la mia vita, e lei a scappare alla ricerca di una vita che le calzasse a pennello. Ho visto da lontano le sue cadute, le sue lotte, ma cio' che più mi affascina sono state le sue conquiste e le sue vittorie.
Ho visto la forza di una leonessa, la leggerezza di una farfalla, la determinzazine di un mulo e il coraggio di chi davvero ha capito che la vita va vissuta per essere felici.
Ed oggi la vita la sta ripagando di tutte le fatiche fatte e anche di quelle che ci saranno ancora, perchè in fondo la vita è così... mica una passeggiata in centro... E' salite e discese e poi ancora salite e cadute e ancora ampi respiri di orizzonte e di cielo.
Non ho grandi cose da augurarti, perchè so che comunque vada sarà un vero successo. Hai in te tutto ciò che ti occorre per essere una grande mamma...abbi solo sempre la forza e la voglia di essere te stessa. Se il piccolino ha scelto proprio te per essere la sua mamma vuol dire che sei la migliore per lui...con lui crescerai ogni giorno un po' di più. I suoi passi, saranno anche i tuoi, ogni sua conquista una nuova meta per te, le sue sconfitte, i suoi pianti, i suoi sorrisi, le notti insonni, le lacrime di gioia, i momenti di sconforto... tutto ti sarà donato per arrivare ad essere la donna meravigliosa che sei già ora, ma che diventerà semplicemente più definita, giorno dopo giorno, anno dopo anno, se rimarrai fedele a te stessa, al tuo cuore, alle tue passioni, ai tuoi sogni, ai tuoi desideri. E appoggiati a Paolo quando ti senti crollare, è più forte di quanto immagini...e insieme sarà una bellissima avventura da vivere!!!!
Adesso goditi il miracolo, assapora ogni istante, vivi e non smettere mai di sognare! Ti voglio bene piccolina!!!!!