mercoledì 29 maggio 2019

PAULA

38 anni ...
38 anni e continuo imperterrita a chiamarti "la mia sorellina" 
nonostante tu sia più alta di me,
nonostante tu tenga per mano una piccola donna che a settembre varcherà la soglia della scuola primaria.
La mamma dice che quando stavi arrivando tu, a tutti i costi desideravo chiamarti Paula... 
Ha dovuto inventarsi la scusa che i bambini nascono già con il nome perchè io accettassi Laura, come nome di Battesimo,  secondo il volere suo e  di papà.
Ovviamente non è difficile credere che io abbia abboccato alla grande e dato per scontato che davvero i bambini venissero  al mondo nome-muniti.
Già perchè nonostante tu sia più piccola di me, per qualche ragione che mi è ancora oscura, tu per me sei sempre stata un baluardo di sicurezza, ed io più fragile ed ingenua di te, necessitavo spesso del tuo supporto e della tua presenza. 
Ricordo poche cose della nostra infanzia, purtroppo... ma non posso dimenticare le mille volte in cui ti svegliavo la notte perchè tu mi accompagnassi in bagno, i "ti pregoooooo vieni con me a prendere il pane ", perchè avevo paura ad attraversare la nostra stradina allora buia e poco sicura. 
Ricordo quando ti mettevi in mezzo tra me i bambini che mi prendevano in giro. Mi hai sempre difesa e sempre mi sei stata accanto.
Eppure oltre questi pochi flash in cui percepisco nel rimembrarli una sensazione profonda di essere stata amata e protetta, ho pochi ricordi di noi , delle nostre confidenze o segreti. 
Ricordo i pomeriggi passati a giocare con la palla al muro " C'erano dieci fratelli, tutti gemelli, tranne uno di nome Bruno" 
Le infinite partite di tennis, nelle quali il nostro unico e degno avversario era la parete dell'atrio del palazzo.
Le chiacchierate in giro per strada fingendo di parlare una lingua straniera, l'alfabeto farfallino, le favole di Gianni Rodari lette e rilette ridendo a crepapelle.
I salti alla corda.. "mela, arancia, limone, fragola, lampone..." durante le quali ovviamente io inciampavo dopo il primo, massimo secondo salto. 
Gli spettacoli che improvvisavamo sulle note di "Arriva Cristina, e adesso lo sai..." sognando  
( almeno io ) di sposare Satomi o Mirko dei Bee Hive.
Le domeniche mattina passando di casa in casa al Pascolo a portare il Giornalino e Famiglia Cristiana. L'offertina che chiedevamo ai vicini di casa dopo gli spettacoli ed i balletti,che avevamo il coraggio di presentare  senza vergogna ( a dire il vero solo durante l'unica vacanza in montagna ad Oltre il Colle)  
Poi il nulla...
Non ho più ricordi di te  e di me alle scuole medie, alle superiori... 
Qualche piccolo frammento legato ai gruppi di preghiera, ma nulla di più.
La mia vita si è racchiusa in se stessa, nella costante ricerca di riempire un'assenza che mi faceva male e guarire ferite che non riconoscevo e non sapevo di avere nonostante provassi dolore.
Ti ho seguita, da lontano, ammirando con orgoglio i tuoi successi scolastici, la tua crescita professionale e lavorativa. Ma mi spiace che nel momento di maggior bisogno, quando la tua vita stava rotolando poco felicemente, allora forse inconsapevolmente, verso il tuo futuro più bello, io non c'ero.
Ero troppo ripiegata sulle mie fatiche, nella mia guerra personale per diventare la donna che sono oggi... ma ti ho lasciata sola.
E per questo ti chiedo di perdonarmi.

So che te la sei cavata egregiamente e sono fiera della persona meravigliosa che sei! 
Conserva sempre il tuo grande equilibrio e la tua pacatezza e saggezza.

Non smettere mai di inseguire le tue passioni ed i tuoi sogni, perchè sono questi che ci rendono vivi.
E per quanto puoi, quando vorrai, prova per una volta nella nostra storia di sorelle ad essere tu quella che mi chiede di accompagnarti nel buio, di attraversare una strada che ti fa paura. Sono sempre stata fragile, lo so, ma ora ho le spalle più larghe e se lo vorrai, in qualche tratto difficile di cammino potrei essere io a darti sostegno, come tu lo hai sempre dato a me. Ti voglio bene piccola grande "Paula" e sono felice che tu sia parte della mia vita...per sempre  <3

venerdì 17 maggio 2019

UNA CANZONE CHE VINCE SU TUTTO

"Questa è una storia di Giganti.
No, questa è la storia di un'isola
No, questa è la storia di una montagna
No, questa è la storia di un bel paese col porto, le botteghe, il mercato, le casette i giardinetti e le vetrine...
Questa è la storia di gente coraggiosa
Sì, coraggiosa ed arrabbiata, ma non si erano arrabbiati, si erano stufati
Non si erano stufati, si sono uniti , uniti tutti insieme, mica come noi adesso
Questa è la storia di una canzone che vince su tutto"

Inizia così questa sera uno spettacolo teatrale messo in scena da Alessio ed i suoi compagni di classe, 30 ragazzini di quinta elementare, guidati dalla meravigliosa Chiara Magri.
Per chi non la conoscesse, Chiara è  prima di tutto una donna piena di passione per la vita, vita che trasmette attraverso il teatro in tutte le sue forme  ed è anche un'artista di grande livello. Senti la vita che pulsa e batte dentro il suo petto  mentre parla con quella voce pacata, quasi sussurrata, che ti costringe a fare silenzio per poterla udire. Che in fondo, è l'unica via per poter sentire quello che conta veramente, senza farsi distrarre da voci fuorvianti e ingannevoli. La vita la vedi uscire da quegli occhi pieni di entusiasmo e di meraviglia. Senti fuoriuscire linfa dai suoi movimenti leggiadri e delicati. I nostri ragazzi hanno lavorato con lei nel corso di questi anni, dedicandosi a svariati progetti teatrali, sempre motivati ed entusiasti.
Ma oggi, quello a cui ho assistito è stata un'esperienza catartica, una sorta di rivelazione, una scoperta liberatoria, un momento profondo ed intimo.
Io non so, se questi ragazzi siano consapevoli della bellezza che hanno portato in scena, ma sono sicura che quello che hanno raccontato, rappresentato, cantato e danzato, è entrato in loro, come un piccolo seme pronto a sbocciare.
La storia parla realmente di Giganti, di un'isola, di un paese, di gente che si unisce, di un canto che vince su tutto. 
Un ragazzo, rappresentato dall'intera classe V B, abituato a cantare una nenia rituale, trasmessa di generazione in generazione, si ribella al vecchio del villaggio, impersonato dalla V A. 
Accade anche oggi, come un tempo, probabilmente fin dagli albori del mondo: ad un certo punto i giovani si accorgono di non poter obbedire ai comandi degli adulti, senza saperne il motivo. Hanno bisogno di sapere perché devono agire secondo le loro leggi. Non basta sentirsi dire: "E' così da sempre. Devi suonare, non smettere! E' la tradizione! " 
Ed è di fronte a queste imposizioni che il giovane urla tutto il suo disappunto: " Ora basta! Vogliamo sapere perché ci tenete qui... Suonatela tu, vecchio, se è così importante!" 
La triste verità è che la musica la possono suonare solamente i giovani, e forse solo coloro che riescono a rimanere giovani e liberi dentro. 
Ed è a questo punto,che, grazie a splendidi effetti coreografici, ombre cinesi, marionette, giochi di luci ed ombre,  viene narrata la leggenda della montagna.
Si narra che tanti anni fa esisteva un paese meraviglioso. "Per cento e cento anni, i nani avevano vissuto in pace, cantando, suonando e raccontando storie buffe. Ma un triste giorno nella montagna nera cominciò a sentirsi un tremendo odore di formaggio andato a male. Dopo l'odore comparvero le teste, poi le braccia e tutto il resto. Due terribili giganti erano sbucati dalla montagna. "
Gli abitanti della montagna sentendo quella nauseabonda puzza cominciarono ad incolparsi l'un l'altro, litigarono furiosamente e smisero di essere amici.
I due giganti presero le loro case, ruppero le finestre, rubarono mobili, presero tutto ed i nani restarono senza più nulla. 
" E questo non era che l'inizio... Noi nani lavoravamo come schiavi per i due nuovi padroni, e cosa tremenda, preparavamo il loro schifoso formaggio che vendevano agli altri giganti a peso d'oro".
La vita nella montagna nera era diventata molto triste, la puzza del formaggio era dappertutto ed il peggio doveva ancora arrivare.
I giganti, ormai diventati sempre più ricchi cominciarono a conoscere l'invidia. " Si  picchiarono per una intera settimana. Poi decisero che era meno pericoloso far combattere i nani al loro posto"
E così scatenarono una guerra tra nani. Le battaglie furono cruente, morì moltissima gente e con loro morì anche un'amatissima mucca. Quando ormai i mucchi di cadaveri avevano oscurato il cielo, i nani rimasti si riunirono in gran segreto. Il più saggio raccontò di aver visto il fantasma della mucca in sogno, venuta per dar loro un messaggio molto importante:
"Se continueremo a fare la guerra, i giganti diverranno sempre più potenti"
Il saggio allora spiegò ai superstiti che quando era piccolo, il suo maestro gli aveva insegnato un canto , una musica contro i malvagi.
I nani iniziarono così a cantare quella canzone liberatoria, quella canzone che unisce e riuscirono ad abbattere il muro che li divideva. I giganti caddero allora in un burrone e vennero ricoperti dalle macerie dai nani.

"QUANDO UN NANO SUONA, SI SENTE LIBERO  E QUANDO SI SENTE LIBERO HA VOGLIA DI CORRERE E DI FAR VOLARE GLI AQUILONI "

Da quel momento i nani ritornarono ad essere amici e negli anni trasmisero questa canzone, di generazione in generazione. 

Non so voi, ma oggi, dopo aver letto la triste notizia di un'insegnante sospesa dal suo incarico perché insegnava ai suoi alunni a ragionare con la loro testa, e le idee che quelle teste hanno partorito risultavano scomode a qualcuno; di fronte alle notizie di continui episodi di razzismo, al continuo dilagare di gente arrabbiata, violenta, intollerante, guardare questi 30 ragazzi, uniti, pieni di entusiasmo, fiduciosi, amici ...30 ragazzi provenienti da moltissimi paesi diversi, da culture diverse, famiglie diverse, tenersi per mano, cantare insieme e insieme sentirsi liberi, ecco guardarli, a me ha aperto il cuore. E' per loro, che sono il nostro futuro, che non ho paura di cantare, è per loro, la nostra speranza di un domani migliore, che non cedo alla paura, per loro così uniti e vicini che posso dire che la buona scuola esiste ancora.  E mi auguro che possano tenere vivo quel canto che vince su tutto, anche nella vita reale, non solo sul palcoscenico di questa sera, perché dopo essere stati i protagonisti di un miracolo così grande, possano essere anche nel mondo testimonianza che i giganti, di qualsiasi taglia e misura, si vincono solamente rimanendo uniti !!!

Un grazie speciale alle maestre che hanno creduto in questo progetto ed a Chiara per tutta la vita che porta intorno a se'.


mercoledì 15 maggio 2019

QUESTIONE DI RUGHE

Camilla è la mia nipotina, ha 5 anni, 6 il prossimo dicembre. Mia sorella, sua madre è una bellissima trentottenne che non dimostra affatto la sua età, e Nicoletta la nostra sorella maggiore,ha 54 anni, 55 a dicembre, proprio nello stesso giorno del compleanno di Camilla. 
Camilla è uno spasso della natura, se ne esce spesso con frasi epiche con le quali si potrebbe scrivere un libro.
L'altro giorno è tornata a casa dalla scuola materna col viso crucciato e le si leggeva una certa apprensione e preoccupazione negli occhi. Laura allora le chiede cosa la turba e lei risponde che a scuola i "grandoni " la prendono in giro perché non ha ancora sei anni ed ha una paura matta che anche alla scuola primaria la canzoneranno per quello.
Ammiro moltissimo mia sorella, perché anziché minimizzare la cosa, o risolverla con un semplicissimo:"Ma va là, vedrai che andrà tutto bene", ha avuto la brillante idea di proporle di chiamare la zia Nico.
"Cami, prova a telefonare alla zia Nicoletta, lei è nata il tuo stesso giorno, ed è stata piccola come te un tempo. Magari ti sa raccontare la sua esperienza e dirti come si sentiva lei".
Prende il telefono, chiama la zia:
"Ciao zia, ma anche a te a scuola i bambini ti prendevano in giro perché eri piccola? "
"No, Camilla, perchè avrebbero dovuto scherzarmi?"
"I miei compagni grandoni ridono e dicono che sono piccola per andare a scuola perchè non ho ancora sei anni "
" Mah, guarda Camilla, in relatà dovresti essere proprio felice di non avere sei anni"
Faccia stupita e orecchio attento.
"Vedi, tu sei un po' più piccola di loro perchè sei nata dopo eppure fai tutte le cose come le fanno loro. Anche io a scuola scrivevo come i miei compagni ed addirittura leggevo anche meglio di loro, nonostante avessi 5 anni!"
Camilla inizia a distendere il viso e continua l'ascolto del racconto.
"Poi c'è anche un vantaggio; adesso volete tutti sembrare subito grandi, ma quando diventerete davvero dei grandoni sarà una fortuna compiere gli anni a dicembre, i tuoi amici saranno sempre più vecchi di te! "
Il discorso della zia sembra aver rasserenato Camilla, scambiano ancora qualche parola e poi si salutano.
Camilla torna in cucina da Laura, veramente rilassata e felice. La guarda seria e le dice:
"Mamma sai, la zia Nicoletta ha proprio ragione ! Eh si , tu che sei di maggio hai le rughe, si vede! La zia Nico di dicembre, no!!! "


Il potere che hanno i bambini nel farti sentire decrepita in meno di un secondo, appartiene solamente  a loro ! 



martedì 14 maggio 2019

VAN STOCK




E poi accade, che in una sera qualunque di un giorno qualunque ti accordi  con un amico per ritirare del materiale per il tuo prossimo lavoro, e quell'incontro si rivela una bellissima e piacevole sorpresa. 
Era tanto che non vedevo Manuel. Ci siamo conosciuti qualche anno fa nella pasticceria in cui lavorava. Ci si incrociava spesso, soprattutto durante i periodi del Natale e della Pasqua, quando la mia creatività si mescolava col suo lavoro preciso e professionale. Mi piaceva fermarmi a chiacchierare con lui. Ha sempre avuto la battuta pronta, il sorriso a portata di mano, ed un modo gentile ed educato.  Un giorno, per caso, mi sono imbattuta nella foto di un suo dipinto. Ebbene sì, il pasticcere distinto ed elegante, era solo una copertura. In lui abitava un artista irrequieto e insaziabile di vita, di colori, di sfumature. Se alla fine di queste poche righe avrete la voglia ed il piacere di andare a sbirciare i suoi lavori, capirete quello che sto dicendo. Mi aveva molto colpito il racconto bellissimo dell'inizio della sua avventura artistica. Ho purtroppo una pessima memoria, quindi non scenderò nei particolari, per evitare castronerie ed inesattezze. Manuel, come molti artisti, non sapeva di avere un talento inespresso, ma durante la ricerca di un quadro per la sua casa, ricevette una sorta di vocazione tramite le parole di una  signora che gli disse. "Ma scusa, tu che sei così originale, perchè non provi a dipingertelo da solo un quadro?" 

Credo non esista spinta migliore di qualcuno  che crede nel tuo talento, nel tuo potenziale ancora invisibile, in un fiore che è solamente un  seme, in una primavera che ancora sonnecchia sotto la neve. Prese tele, pennelli, colori e cominciò a dipingere. La cosa buffa fu che la signora aveva ragione, aveva un fuoco dentro che non aspettava altro che  poter ardere. Da quel giorno le sue mani,la sua mente ed il suo cuore non hanno smesso di creare, di colorare fogli bianchi ed immacolati, di riempire di macchie e schizzi, apparentemente disordinati e privi di logica, spazi vuoti che sotto quelle mani divengono espressione di emozioni e sensazioni incredibili.
Ma non è questo meraviglioso talento che ha rallegrato la mia serata. Sono rimasta folgorata dal sapere che nel poco spazio di tempo in cui ero rimasta lontana dalla pasticceria, e quindi non avevo più scambiato quattro chiacchiere con lui, la sua vita ha preso una svolta nuova. O meglio, lui ha dato una sferzata di vita alla sua esistenza. In quattro e quattr'otto ha lasciato l'impiego che da anni occupava le sue giornate per fare un lavoro nuovo e lasciare spazio alla vita. Ed in fondo ha perfettamente ragione quando dice che cambiare luoghi, mutare abitudini nelle quali sei imprigionato da anni, rivoluzionare i tuoi orari, riprenderti uno spazio vitale, ridonare nuovi ritmi alle tue giornate, ti apre la mente, ti apre nuovi orizzonti e ti dona spazio per vivere quello che sei realmente. Purtroppo non tutti abbiamo quel coraggio (cor-aggio, ovvero agire col cuore) e l'umiltà di mollare un posto sicuro, nel quale ricopri un posto di rilievo, per ricominciare da zero. Spesso abbiamo così paura del nuovo che rimaniamo incatenati in un'esistenza che non ci appartiene più. Eppure basterebbe poco, un pizzico di follia, un salto nel vuoto, seguire i nostri sogni, ascoltare il richiamo profondo del nostro cuore, per essere finalmente felici!
E non importa se quel salto nel vuoto dovrà avvenire cento volte nella vita, siamo esseri mutevoli e spesso ci accorgeremo di dover salutare qualcosa che non fa più parte di noi, per incontrarci con altre esperienze che ci attendono per portarci sempre più avanti più in alto. Mi auguro solo che  possiamo essere capaci di ringraziare i luoghi che ci hanno abitato prima di trovarne di nuovi, di essere grati a tutto ciò che ci ha accompagnati fino al posto dove nuove avventure ci attendono, prima di accogliere l'altrove che ci aspetta. E soprattutto mi auguro di essere in grado di riconoscere ciò che invece vale la pena portare con se' ad ogni nuovo gradino , ad ogni passo in avanti, ad ogni nuova tappa... perchè in fondo andare verso il nuovo non sempre vuol dire ricominciare da zero.

Se volete dare un'occhiata a questo artista:




domenica 12 maggio 2019

MAMMA

Questa mattina mi sono svegliata pensando che da li a poco sarebbe arrivata mia mamma e le avrei mostrato i luoghi dove presto condurrò la mia nuova avventura. Non sono molto brava a esternare attraverso il corpo le mie emozioni. Quando sono felice di accogliere qualcuno, difficilmente riesco a corrergli incontro e stringerlo forte. Preferisco coccolarlo attraverso il cibo. Così mi sono messa ai fornelli, ancora assonnata ed ho cominciato a preparare il pranzo. Mi piace cucinare per le persone che amo, e soprattutto adoro il modo in cui i piatti sono capaci di saziare il cuore prima ancora di riempire lo stomaco. E' una magia che spesso mi si ritorce contro quando fatico ad ascoltare le mie emozioni e lascio che sia il cibo a rispondere alle mie mancanze, ma nelle giornate come questa lascio volentieri sprigionare il potere terapeutico di un buon risotto, la cura meravigliosa del coniglio al forno che risveglia i ricordi del passato, il dolce splendore di una torta che è in grado di colmare il vuoto di chi avresti voluto fosse seduto a quel tavolo, ed invece non c'è più.
Invitarla proprio il giorno della festa della mamma è stata una casualità, ma avere allo stesso tavolo  anche la mamma di Michi e mia sorella Cristina, che sta assaporando la gioia di sentire un figlio nel 
proprio grembo, è stata un'azzeccatissima trovata. Quattro donne, una di fronte all'altra, così diverse tra loro per il modo di vestirsi, la loro storia personale, il colore dei capelli, la modalità espressiva, il suono della voce, ma accomunate da un grande dono... essere madri.
Non posso fare a meno di constatare che la vita ha una fantasia incredibile quando associa  un bimbo ad una specifica  madre. Inspiegabilmente sembra ignorare le parti difettose di ogni donna a cui affida l'onere e l'onore di prendersi cura di un bambino.
Mia mamma non è stata e non è tuttora una madre perfetta. 
E' una donna costantemente preoccupata che tutto si svolga nei tempi stabiliti, che non ci dimentichiamo un appuntamento dal dentista, che il pranzo delle dodici sia pronto alle dodici. Se deve prendere un treno alle 17, si fa trovare in stazione almeno mezz'ora prima. 
Per anni ho vissuto la mia esistenza rispettando questo scandirsi del tempo meticoloso e preciso, e per anni mi sono sentita inadeguata perchè, ancor oggi quando mi ricordo di spegnere il disco che,  continuamente,  nella mia testolina ripete di non arrivare in ritardo, io sono maledettamente sbadata, ritardataria e confondo gli appumtamenti e le scadenze di qualsiasi impegno. Oggi mi chiedo quale persona nella sua vita si sia dimenticata di lei, chi non ha rispettato una promessa in un giorno lontano, da farle temere che un ritardo possa  danneggiarla così severamente. 
Quando ero piccina e tornavo da scuola felicissima per aver preso un bel voto, immancabilmente la sua esclamazione era: Brava, hai fatto solo il tuo dovere! 
Inutile dire che, come molti della mia generazione, sono cresciuta col senso del dovere inculcato nella mente come un tatuaggio e con poca fiducia nelle mie doti.
Mia mamma rideva poco, difficilmente mi abbracciava o mi dava un bacio, non è mai andata alle riunioni dei miei professori, a scuola e credo di non aver fatto mai nulla di pazzo o divertente con lei. 
C'è stato un momento, nella mia vita, in cui ho dato la colpa a mia madre per tutte le mie disfunzioni relazionali, per il mio spirito da crocerossina, per i miei errori e le mie scelte sbagliate. A dire il vero, condivideva questa colpa con Dio e con il destino, ma arrabbiarmi con lei mi dava più soddisfazione che prendermela con chi non mi dava risposta.
Poi sono diventata mamma, e non so bene quando questo accadde, con l'essere responsabile di una creatura indifesa, ho cominciato a guardarmi dentro cercando tutte le zone erronee che potevano farmi ricevere il titolo di peggior madre del mondo, nel tentativo di guarirle prima che potessero fare danno.
Ed è stato allora che ho  VISTO lei, mia madre, con occhi nuovi.
Non vuol dire che oggi io non veda e non riconosca le sue mancanze, ma riesco a comprenderne l'origine e soprattutto noto  che queste imperfezioni hanno ferito lei e dalle sue ferite sono sgorgate, senza che potesse evitarle.
Mamma rideva poco perchè dentro aveva un dolore grande come il cielo e doveva essere forte per noi. Io ho provato ad avere un dolore grande nel cuore e di fronte ai miei figli non ho saputo essere ugualmente forte ed ho pianto. Ho pianto perchè non riuscivo a trattenere le lacrime, ma ho anche pianto perchè non volevo che pensassero di avere una super mamma. Io lo so che un giorno, uno di loro mi rimprovererà quelle lacrime, accusandomi che quelle lacrime lo hanno ferito, fatto sentire insicuro e poco protetto. Perchè ogni nostra azione dal giorno in cui siamo madri ha un effetto sui nostri figli, inevitabilmente, ma grazie all'amore non irrimediabilmente.
Ed è guardando il mio essere madre oggi che ho potuto abbracciare nel profondo mia mamma, amandola per quello che è... colei che mi ama più di ogni altra persona al mondo.
E' l'amore la chiave di volta di ogni persona che riesce a districarsi tra le imperfezioni di colei che lo ha generato.
L'ho imparato personalmente, dalla mia esperienza.
L' ho imparato conoscendo Michi e la sua pazzesca rinascita.
E' davvero l'amore che fa luce.
Senza la certezza di essere stati amati a dispetto delle manchevolezze della propria madre,  nessuno di noi può prendere in mano la propria esistenza ferita e condurla alla ricerca profonda di se stesso.
Sapere e sentire di essere amati ti da' la forza di scavare dentro e di cambiare.
L'amore fa miracoli se accogli quell'amore nonostante le ferite che lo stesso ha provocato.
Il giorno in cui ti accorgi di essere stato amato, il momento in cui senti quell'amore,allora cominci a prendere i tuoi brandelli e metterli in ordine, come piccoli tasselli di un puzzle.


GRAZIE MAMMA per questo amore che mi ha salvata
grazie per essere rimasta anche quando non hai capito le mie scelte
grazie per esserci sempre.
TI VOGLIO UN BENE IMMENSO




giovedì 9 maggio 2019

RICORDI CHE SCALDANO IL CUORE

Poco fa sotto casa di mia mamma, la casa dove ho vissuto la mia infanzia e la mia adolescenza, ho incontrato una vicina.
Mi capita a volte, quando passo da mamma, di incrociarla sulle scale, nell'atrio. La saluto, qualche volte due brevi parole, e me ne vado.
Oggi ci siamo fermate con mia madre ed abbiamo chiacchierato per una buona mezz'oretta.
Abbiamo parlato del più e del meno, degli acciacchi che col passare degli anni si fanno più intensi, dei nipoti, dei figli, delle piccole e grandi preoccupazioni che la vita ha sempre il piacere di consegnarci.
Eppure, appena arrivata a casa, mi sono resa conto che c'è una cosa che sono anni che mi porto dentro e non le ho mai detto.
Credo sia arrivato il momento giusto per aprire quello scrigno e tirar fuori quel pensiero che è rimasto sepolto, non so bene nemmeno io per quale motivo, forse per inutile pudore.
Grazie Giusy per quel lontano 14 gennaio 1988 quando sei stata la sosta del viaggio, la piccola oasi felice che ha accolto me e Laura, ignare del dolore che quella matina aveva fatto visita alla nostra famiglia.
Nei momenti di grande sofferenza, avere accanto qualcuno che ti dona una goccia d'acqua è una grande benedizione.
Tu non lo sai, ma il tuo pranzo preparatoci, ingoiando sicuramente le lacrime che anche a te probabilmente salivano dal cuore, le parole tranquille, serene, pacate, accoglienti mentre mamma si preparava a darci la triste notizia della morte di papà, le porto impresse nell'anima.
Non ti ho mai ringraziato per quel momento, ma desidero che tu sappia che hai un posto speciale nel mio cuore, nonostante nella vita non abbiamo avuto occasione di coltivare un'amicizia, un legame. Ma quel giorno sei stata per me un porto sicuro...e per questo desidero di cuore dirti GRAZIE anche se sono passati anni, anche se il ricordo potrebbe essersi sbiadito lungo il cammino, ecco io quel calore lo sento ogni volta che ti incrocio sulle scale di casa.  Probabilmente a voce non avrei mai avuto il coraggio di dirtelo....accogli queste poche righe di gratitudine come se fossero un abbraccio.

mercoledì 8 maggio 2019

AVANTI TUTTA...

Lo scorso anno, insieme abbiamo cominciato una nuova avventura ... io in cucina, tu con una responsabilità ed un carico di problemi e questioni  da risolvere decisamente maggiore rispetto a "non far bruciare il pranzo". Sei entrata in punta di piedi, in silenzio, osservando con attenzione ed un occhio speciale tutte le dinamiche attorno alle quali si svolgeva ogni giorno la nostra vita lavorativa. 
Ancora non riesco a capire come fosse possibile che tu riuscissi a rimanere calma in mezzo alle intemperie, mentre io dovetti ricorrere all'aiuto di un'erborista per riuscire a dormire e a non farmi schiacciare dagli improvvisi attacchi di panico. Eppure, nonostante la mia dichiarazione aperta e leale di fragilità assoluta, tu sei riuscita a scorgere dentro di me un potenziale che non sapevo fosse li, addormentato, ma presente e desideroso di venire alla luce. 
Hai risvegliato doti che nemmeno sospettavo di avere, qualità e capacità dormienti da lunghi e faticosi anni. 
Ti ho voluto bene fin da subito, perchè mi sono sentita accolta e compresa nel profondo.
A breve le nostre vite lavorative si separeranno, e probabilmente nessuna delle due il prossimo anno avrà ancora l'onore ed il piacere di spendere le proprie ore nel luogo in cui ci troviamo oggi. Io ne sono pressochè certa: nuovi e sconosciuti lidi mi attendono, ma mi auguro di cuore che tu possa trovare presto un nuovo porto sicuro ove ormeggiare la tua barca preziosa e  farla navigare in acque sicure.
Ovunque ti porteranno i tuoi passi, 
abbi sempre il coraggio di rimanere come sei: vera, leale, sincera, aperta, schietta  e diretta, profonda, ironica, attenta... 
Non permettere alle situazioni esterne di spegnerti il sorriso, o di rabbuiare i tuoi occhi.
Lotta con la tua determinazione quando devi difendere qualcuno, ma soprattutto abbi sempre cura di te stessa, proteggi i tuoi bisogni, ascolta i segnali del tuo corpo, coccola il tuo spirito, riposa la tua mente e difendila da gente chiusa, ottusa e meschina.
Quando dovrai scegliere se seguire il cuore o le regole, scegli come sempre il cuore, senza paura di sbagliare. Tanto sbagliamo comunque nella vita, quindi meglio commettere errori col cuore che seguendo schemi mentali prefissati e costrittivi. 
Ogni mattina guardati allo specchio, abbracciati e decisa e sicura esclama: " Sono una meraviglia e mi amo!" 
Tieni alla larga il più possibile le persone negative che spengono il tuo entusiasmo.
Leggi quanto più puoi.
Prendi in mano la tua macchina fotografica e ferma gli istanti più belli.
Ascolta musica, balla, canta e ridi moltissimo.
Abbraccia le tue figlie e l'uomo che ami. 
Passa molto tempo con gli amici sinceri e tra gli affetti più cari.
Ogni tanto concediti un peccato di gola ...fa bene al cuore.
Grazie per tutto quello che senza saperlo hai aperto nella  mia vita ed hai permesso di sbocciare e crescere.
Grazie per le tue confidenze, per le brevi ma intense chiacchierate.
Grazie per aver avuto fiducia in me.
Grazie per esserci.
Ti voglio bene e mi raccomando...testa alta...sorriso luminoso e avanti tutta!!!!!!!!!!


lunedì 6 maggio 2019

7 MAGGIO 2019 ... E SONO 16

Ogni volta che arriva il giorno del tuo compleanno, inevitabilmente la mia testa corre a quella notte in cui, faticosamente, sei arrivata tu.
Tu, con la tua testolina piena di capelli scuri;
tu, con le tue mani strette a pugno attorno al cordone;
tu, con il tuo pianto deciso ed affamato;
tu, attaccata al mio seno;
tu, che fin da subito ti sei presentata come la mia sfida più grande...la partita che non vincerò mai... un match senza mai fine.
Ed oggi, esattamente 16 anni dopo il nostro primo sguardo mi ritrovo a guardarti, bella come allora, forte e determinata come il tuo respiro iniziale.
Hai 16 anni, io ti guardo e non so più chi sei...
Non sei più la mia bambina che si mirava e rimirava nello specchio alla ricerca di una piccola ruga da mostrarmi come fosse un trofeo.
Non sei più un batuffolo tenero e coccoloso da stringere tra le braccia e divorare di baci.
Non sei più la voce cristallina che, giocando a nascondino, mi diceva : "mamma non mi troverai mai dietro alla tenda ".
Non sei più un libro desideroso di farsi leggere fino all'ultima pagina.
Oggi assomigli piuttosto ad un riccio inavvicinabile, un essere dagli umori altalenanti e respingenti. Ti nascondi cercando di non farti scovare. Hai cominciato a scrivere pagine indecifrabili e spesso ti chiudi con un bel lucchetto, nella speranza che io ti lasci in pace nel tuo faticosissimo mutamento.
Ti osservo nella tua metamorfosi e non posso fare a meno di essere orgogliosa di te, di quello che sei.
Ti auguro di conservare sempre la tua testarda determinazione;
ti auguro di saper riconoscere sempre chi è degno di leggere tra le tue righe e chi non merita nemmeno di sbirciare la tua copertina;
ti auguro di non aver paura del futuro;
ti auguro occhi fiduciosi nel domani;
ti auguro di essere sempre vera con te stessa, coerente con quello che sei e desideri essere;
ti auguro di essere un ponte e mai un muro;
ti auguro di non cercare  l'approvazione degli altri, ma di vivere la tua vita senza aver paura dei tuoi pensieri;
ti auguro di saper camminare scalza in mezzo alla gente, incurante dei loro sguardi;
ti auguro di avere il coraggio di indossare un cappello per il sole anche nei giorni di pioggia, in attesa che il sole torni a splendere;
ti auguro di prendere tra le mani i colori più belli e con quelli colorare i tuoi giorni;
ti auguro di non permettere mai a nessuno di spegnere il tuo sorriso;
e anche se continuerai a  giocare a nascondino con me, qualunque cosa accada, ricordati che verrò sempre  a cercarti...perchè sei e sarai sempre la mia bambina.

Buon compleanno !!!!