giovedì 30 agosto 2018

COMPOSTA DI FICHI PICCANTE

Ogni anno, verso fine agosto, mi prende un'irresistibile voglia di confettura di fichi. Non ho solamente il desiderio di mangiarla, sono assalita proprio da un'insana tentazione di mettermi a cucinarla. Lo scorso anno avevo realizzato tre vasetti di confettura  di fichi e mandorle e giusto venerdì ho aperto l'ultimo rimasto ancora nell'armadio: buonissima!
Oggi mia mamma mi ha portato una cassettina di fichi, che la mia madrina Ida ha colto per me , ed eccomi qua a sperimentare una nuova ricetta. Anzi, ho intenzione di preparare due versioni di questa deliziosa conserva: confettura di fichi e composta piccante di fichi. La prima sarà un'ottimo preparato per deliziose colazioni, la seconda accompagnerà, questo inverno, formaggi e bolliti di carne.

Questa ricetta è una rielaborazione di alcune ricette trovate in rete. Ho preso spunto un po'  qui https://ricette.donnamoderna.com/marmellata-di-fichi-piccante e un po'  là ed ecco la mia versione.

COMPOSTA  DI FICHI PICCANTE :

2 kg di fichi maturi
350 gr di zucchero
1 peperoncino
pepe nero
chiodi di garofano
grappa
cannella in polvere

Ho pulito i fichi tenendo solamente quelli maturi ma belli sodi (i fichi troppo maturi rischiano di lasciare un sapore troppo acidulo). Li ho tagliati a pezzettoni e messi in una pentola a fuoco basso per circa 40 minuti prima di aggiungere zucchero, peperoncino, pepe, cannella e chiodi di garofano. Ho proseguito la cottura per circa una mezz'oretta mescolando per non fare attaccare il composto. Non ho passato con il minipimer la confettura perché mi piace sentire i pezzi di frutta, ma se preferite una consistenza più omogenea, prima di aggiungere le spezie date una frullata. Prima di spegnere ho sfumato con la grappa. Mentre la composta era in cottura ho sterilizzato i vasetti in acqua bollente. Ho riempito poi i vasi con i fichi ancora molto caldi , li ho chiusi e messi a testa in giù. So che al fine di creare il sottovuoto, questa operazione non è fondamentale, ma adoro vedere i barattoli capovolti sull'asse di legno a raffreddare. E' un'azione molto romantica: mi sembra di essere una vecchia nonna che prepara le conserve per tutta la famiglia.  Non vedo l'ora di provare l'abbinamento con un buon formaggio!


2370 chilometri Umbria e ritorno: il rientro a casa


Ore      7: sveglia e colazione
Ore 8.15: partenza

Salutiamo Nunzia e Patrizia ringraziandole della bella permanenza al Castello e saliamo sul nostro destriero pronti per questo viaggio che ci attende. La prima parte di tragitto è decisamente noiosa: autostrada fino a Valdarno se vogliamo essere a casa ad un orario decente questa sera. Man mano che ci avviciniamo alla toscana il paesaggio comincia a cambiare. Non so come spiegarlo, ma ho come l'impressione che più ci allontaniamo dall'Umbria più abbandoniamo la dimensione atemporale che la caratterizza. Niente più distese interminabili di borghi senza età, di colline centenarie, di vigneti e uliveti senza tempo. E' come uscire da una campana di vetro, da una bolla di sapone attraverso la quale tutto ciò che ti circonda ha dei colori meravigliosi. Così è stata per me questa vacanza: un viaggio all'interno di me stessa senza la dimensione del qui ed ora. Un' esplorazione profonda dei miei limiti, delle mie ferite e la scoperta dei miei sogni e dei miei desideri. Ciao Umbria ... ci rivedremo molto presto. 
Purtroppo non riusciamo ad attraversare le colline toscane e ci dobbiamo accontentare di valicare gli appennini. Oddio, non che sia uno spettacolo terribile; tutt'altro. 
Saliamo al Passo della Futa ed al passo Raticosa per poi scendere verso Bologna. Sulla via del ritorno, ad un certo punto, il nostro occhio viene catturato da alcune bancarelle parcheggiate lungo una via. Siamo amanti dei mercatini di ogni genere, quindi, sosta obbligata! Sfortunatamente per noi si tratta di un semplice mercato paesano, ma questa fermata ci permette di scoprire un paese  davvero carino: Loiano. Non abbiamo il tempo di una visita accurata, ma, passeggiando alla ricerca di un locale dove poter mangiare un boccone, ci rendiamo conto che il posto meriterebbe una bella girata in tutta calma. Se vi capita di passare da quelle parti non fatevi scappare questo percorso ( che mi riprometto di fare al più presto) :

Decidiamo di fermarci in un bar che ha dei tavolini carini all'esterno. Il titolare ci invita a dare un'occhiata alla veranda, accettiamo l'invito e ci sediamo in questo piccolo gioiellino accogliente e riservato. Prendiamo due panini ed una buona Weiss... peccato che dopo averla aperta ci accorgiamo si tratti di una Lager. Ed è grazie a questa svista della cameriera che ci rendiamo conto di essere capitati in un locale ben gestito e capace di farti tornare una seconda volta.  Quando , al momento del conto, facciamo notare la svista, prima si scusano poi con grande simpatia e intelligenza ci strappano una bella risata scherzando sull'errore della ragazza, facendo passare così in secondo piano l'inconveniente. Complimenti! Se trovandovi a Loiano avrete voglia di ottimi panini e di un po' di risate non esitate a fermarvi qui: 


Con lo stomaco appagato, riprendiamo il nostro viaggio verso casa.
Il vento mi scompiglia i pensieri arruffati e li mescola, così alla rinfusa, senza una logica. E  mi trovo a fantasticare sul futuro, a immaginare il giorno in cui Alessio prenderà la laurea e pochi secondi dopo a ricordare quando presi tra le braccia per la prima volta Federico ed Elisabetta. Tutto si sussegue nella mia mente senza una direzione o una meta. Immagini che svolazzano incrociandosi l'una con l'altra creando un collage meraviglioso di sensazioni. In questo momento, solo in codesto preciso istante, tutto sta in equilibrio;  non mi spaventa la paura e l'incertezza del domani, non rimpiango i miei errori, sorrido e mi lascio cullare dal silenzio. 
Arriviamo a Sustinente attorno alle 17 e ci fermiamo per una pausa prima di procedere con l'ultimo tratto di strada. Conosciamo questo piccolo bar perché ci siamo già fermati due anni fa in occasione del nostro primo viaggetto in moto sul delta del Po. A volte ci piace tornare nei luoghi in cui siamo stati, un po' per romanticismo, un po' quasi a voler verificare quanto siamo cresciuti o cambiati. 
Distendiamo le gambe prima di rimontare in sella alla "bimba" e doppia dose di caffè per combattere la stanchezza. 
Mancano circa tre ore alla nostra destinazione finale e iniziamo a intravedere dei nuvoloni in lontananza. Michele è fiducioso; dice che si tratta di nubi di passaggio. Io, invece, controllo sul mio consulente 3BMeteo e sinceramente non sono poi così tranquilla, ma ripongo tutta la mia fiducia nel "Bernacca dei miei stivali" qui accanto a me.


Qualche goccia vicino a Orzinuovi la becchiamo, ma nulla che ci costringa a fermare la corsa e metterci al riparo. Arriviamo a Pontida leggermente umidi verso le 20. I rientri a casa dopo le ferie sono sempre abbastanza ambivalenti: da un lato la malinconia della vacanza finita, dall'altro la serenità di tornare nel proprio nido. Questa volta invece mi assale solo una strana sensazione di non appartenenza, di estraneità. Ne prendo atto, cercando di non psicanalizzare troppo il mio sentire, soprattutto perché al momento ho solo voglia di una infinita doccia calda e di una pizza. 
Vacanza finita...rientro alla normalità: modalità ON 


domenica 26 agosto 2018

2370 chilometri Umbria e ritorno: giorno 8

Non possiamo tornare a casa senza una fotografia per Elisabetta della piazza di Don Matteo; quindi destinazione odierna: Spoleto! E' il nostro ultimo giorno in terra umbra e abbiamo bisogno di fare il pieno di natura e bellezza per portare con noi a casa un bagaglio colmo di emozioni e ricordi. 

Iniziamo la giornata visitando la Basilica di Santa Maria degli Angeli, all'interno della quale si trova la Porziuncola, la piccola Chiesetta tra le cui mura  Francesco scoprì la sua vocazione. 


Mentre stiamo ammirando alcuni particolari di questa Chiesa mi chiama la zia Meca: oggi è il mio onomastico e telefona per farmi gli auguri. Decido così di fermarmi a prenderle un piccolo ricordo di Assisi, sicura che lo apprezzerà. E come spesso accade in questo viaggio, la sosta al negozietto di souvenir si trasforma in un bel momento di condivisione col venditore. Chiacchierando un poco arriviamo a parlare della strada del ritorno a casa e lui ci suggerisce un valido percorso per attraversare gli appennini riuscendo però ad essere a casa in giornata. Michele registra in memoria tutte le sue dritte  per consultare poi la cartina questa sera e programmare il viaggio di domani. 
In sella alla "bimba" riprendiamo la strada per Spoleto.


Questi luoghi stanno diventando familiari, e mi sento quasi a casa. Il pensiero di salutare questa terra mi rattrista. Un po' perché davvero sono innamorata di questi luoghi, un po' perché tornare significa ricominciare la vita di sempre e come tutti ben sappiamo, la vita non è per nulla una passeggiata. Cerco di fissare più immagini possibili sulla pellicola che ho nella mente, anche se so che farò fatica a trattenere tutti i ricordi.
Mi soffermo divertita di fronte al cartello stradale di un paese chiamato Bastardo. Scatto una fotografia pensando che potrebbe ritornarmi utile qualora vorrò insultare simpaticamente qualcuno.
Continuiamo la nostra strada attraverso colline e vigneti alla volta di Spoleto.

http://www.visitspoleto.it/ 

Tre sono i luoghi principali che consigliano di non perdersi assolutamente quando si visita questa cittadina: il Duomo, la Rocca ed il Ponte romano.

Oggi, tuttavia, ci sentiamo particolarmente stanchi e senza energia. Effettivamente non abbiamo riposato molto, e cominciano a manifestarsi i primi acciacchi di questa bellissima vacanza che ci ha davvero regalato giornate indimenticabili, mettendoci, però, alla prova fisicamente. Ci muoviamo a rilento, senza correre alla forsennata ricerca di monumenti da visitare ad ogni costo. Slow tour attraverso le vie di Spoleto: è questo il nostro obiettivo odierno.
Arriviamo alla piazza del Duomo e per prima cosa, mi vergogno quasi a dirlo, devo assolutamente fotografare il bar dove Don Matteo conclude le sue giornate. Cosa non si è disposti a fare per un figlio (in questo caso, per una figlia).
Oggi è una giornata particolarmente calda ed assolata; la piazza è pressoché deserta e le poche persone che ci sono  sono tutte concentrate nella zona ristoro. Qualche foto di rito (non particolarmente ben riuscite) e visita al Duomo.







https://it.wikipedia.org/wiki/Duomo_di_Spoleto

http://www.bellaumbria.net/it/itinerari/cosa-vedere-a-spoleto-in-un-giorno/





All'ora di pranzo adocchiamo una pizzeria al taglio. In realtà sono passate le 14,30 ed è ormai chiusa. Ci tocca ripiegare su una gelateria, per la gioia di Michele. Ma siamo fortunati: ci imbattiamo niente poco di meno che nella gelateria del vincitore mondiale di gelati 2017! Che dire: premio meritatissimo! Il gelato è davvero favoloso.  Non lasciatevelo sfuggire, se vi trovate a Spoleto.



Gustiamo questo capolavoro mentre passeggiamo verso il Ponte delle Torri. E' una camminata piacevole, con un panorama mozzafiato. L'arrivo al ponte mi mette una leggera apprensione. So che Michele ha voglia di percorrerlo, e se non fosse per la mia inspiegabile paura delle altezze, lo farei senza pensarci un momento. Fortunatamente per me, in seguito al sisma del 2016, in via precauzionale è stato deciso di chiuderne l'accesso  e non ho così bisogno di prendere tutto il mio coraggio tra le mani per camminare a 82 metri da terra: una bella transenna con tanto di cartello impedisce l'attraversamento. Purtroppo qualcuno ignora i divieti e vediamo alcuni turisti transitare lungo questo lunghissimo collegamento.

https://www.myspoleto.it/citta/strade/Giro-della-Rocca-_-Via-del-Ponte.html

http://www.bellaumbria.net/it/storia-e-archeologia/ponte-delle-torri-spoleto/

Arriva il momento di salutare Spoleto, perché sta sera, udite udite, si cena fuori in un vero ristorante.  O almeno, si spera che i miei amici spettri se ne stiano alla larga, lasciandoci gustare una deliziosa e romantica cenetta. Partiamo alla volta di Costa di Trex percorrendo la strada delle nostre amate colline umbre. Nel silenzio della campagna, cerco di svuotare la testa da ogni pensiero. Se solo mi soffermo  a pensare, la mente si riempie di paure, ansie, interrogativi sul futuro. Non è facile, ma spesso quando riesco a controllare i pensieri negativi e le preoccupazioni, la mia vita mi appare meravigliosa. Quando andavo alle superiori, come moltissime mie coetanee, avevo un agenda che riempivo di pezzi di carta pasticciati, fotografie di cantanti, biglietti del treno, scontrini vari, e scritte di aforismi come se piovesse. Ricordo che avevo scritto una frase: "La vita è come uno specchio, ti sorride se la guardi sorridendo". Ci ho messo anni ad interiorizzare questa massima. E posso testimoniare che davvero la nostra percezione della vita rispecchia il nostro pensiero. Ciò che penso accade, ciò che penso creo, ciò che penso si realizza. Questa è una rivelazione splendida. Basterebbe pensare positivo per vedere i miracoli accadere ogni istante. Eppure , nonostante sia consapevole di quanto il mio pensiero influenzi la mia vita, non sempre sono capace di reagire con gratitudine e riconoscenza. Quando me ne accorgo cerco di rimediare, creando il vuoto nella mia testolina, per poi riempirla di immagini positive. Purtroppo non sempre ci riesco, ed è in quei momenti che albergano i fantasmi. Ma oggi il vento ha spazzato via nuvole ed inquietudini.

Sto ancora farneticando quando alzo lo sguardo ed ecco un piccolissimo borgo meraviglioso. Non possiamo passare senza una piccola visita a questa perla appena scoperta. Ci troviamo a Campello Alto, più precisamente a Castello di Campello Alto. Entriamo nel paesino , proprio attraversando una porta, come se stessimo entrando in un maniero medievale. All'ingresso, sedute su una panchina, due anziane signore stanno chiacchierando allegramente. Credo siano abituate alla presenza dei turisti, perché ci guardano curiosamente, senza però lasciarsi troppo distrarre dal nostro arrivo.

http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-campello-alto/

E' il secondo colpo di fulmine del mio viaggio in Umbria. Sono rapita dalla bellezza di questo paesino che sembra esistere in una dimensione senza tempo, trasportata in un'epoca indefinita, senza la benché minima voglia di riemergere da questa sensazione e tornare nel 2018.
Sulla porta di una abitazione troviamo un cartello: "AFFITTASI". Non ho nessuna esitazione e lo fotografo, sognando di potermi trovare presto qui a vivere un periodo di relax.


Riprendiamo il nostro viaggio quando all'improvviso: un altro castello. Il mio prode cavaliere, in sella alla sua moto, intuisce che desidero vedere di cosa si tratta e con la moto si inerpica fino all'ingresso di questo baluardo. Peccato si tratti di una dimora privata.
Solo a casa, curiosando in rete riesco a vedere la bellezza di questa location fantastica.
Se volete sognare un pochino, vi consiglio di dare un'occhiata alla Rocca dei Trinci

https://www.roccadeitrinci.it/






Arriviamo presto in agriturismo; facciamo una bella doccia "lavastanchezza" e prepariamo i bagagli. Domani, purtroppo, si torna a casa. Ma la giornata non è ancora finita e non permettiamo alla tristezza di rovinarci la serata. Passeggiare per le vie di Assisi, di notte è un'esperienza bellissima. Il buio riporta le case e le strade nel passato e sembra di esser stati catapultati nel medioevo.
Passeggiamo un po' alla ricerca di un ristorante non gradito ai miei fantasmi e lo troviamo quasi subito, appena sotto la Rocca. Ha una bellissima terrazza panoramica e dei prezzi al di sotto della media qui in città. Mi rilasso e sono pronta a godermi la serata. Entriamo e chiediamo se hanno un tavolo per noi due, anche se non abbiamo prenotato. Ci rispondono che purtroppo la terrazza è al completo, ma che possiamo cenare all'interno. Peccato che la sala sia troppo rumorosa e faccia caldo. Decliniamo l'invito a malincuore e scendiamo per rimetterci alla ricerca di un ristorante. Mentre facciamo le scale, una cameriera ci chiama dicendoci di tornare. Ci comunicano che sono riusciti a prepararci un tavolo al volo, se vogliamo restare lì. Siamo, ovviamente, felicissimi e accettiamo di rimanere. Il tavolo è già preparato e ci attende anche una bottiglia di acqua bella fresca che rende l'attesa del servizio molto più piacevole.  Decidiamo di gustare due antipasti, e un primo a testa: strangozzi alla spoletina per me e ravioli di bufala con pomodori e melanzane per Michele. Le porzioni sono decisamente abbondanti ed i piatti molto gustosi. Accompagniamo tutto con un buon vino della casa, mentre chiacchieriamo rilassati  godendoci Assisi di notte. Posto consigliatissimo.

https://www.hotelarocca.it/it/ristorante

Rientriamo felici di questa serata e ci abbandoniamo ad un sonno profondo.

venerdì 24 agosto 2018

2370 chilometri Umbria e ritorno : giorno 7

Venerdì
Iniziamo a renderci conto che la nostra vacanza si avvicina al termine. Abbiamo ancora moltissimi posti da visitare e mentre facciamo colazione consultiamo la cartina. All'unanimità scegliamo le cascate delle Marmore, perlomeno una sbirciatina passando vicino con la moto. Dicono che sia uno spettacolo unico e affascinante. Preferiamo fare una strada veloce e scorrevole perché abbiamo bisogno di arrivare sul posto entro le ore 10, orario di apertura della piena delle cascate, e così ci sorbiamo un bel tratto di noiosa superstrada. Arriviamo in tempo per parcheggiare e renderci conto che se vogliamo vedere qualcosa dobbiamo acquistare il biglietto di ingresso. Il parco, infatti, è tutto racchiuso ed è impossibile scorgere le cascate dalla strada in quanto non si riesce a fermarsi con
Cascate delle Marmore by Michele
la moto; la strada è stretta, in curva e vi è anche una galleria che limita la visuale. Avrei senza dubbio rinunciato se fossi stata da sola, ma percepisco che Michele è interessato allo spettacolo d'acqua e così, con la mia solita lotta di fantasmi, vado in cassa a prendere due ingressi. Un vero furto: dieci euro a testa. La giornata comincia decisamente male! Dico a Michele che per far fruttare questo oneroso biglietto, come minimo dobbiamo rimanere nel parco tutto il giorno. Mi accorgo di avere il muso, lotto per farmi salire un sorriso, ma nulla: sono insopportabile. Aspettiamo una decina di minuti sotto le cascate in attesa della "meravigliosa" caduta e pian piano gli argini vengono aperti per lasciare scorrere l'acqua in tutta la sua potenza. Le persone attorno a noi sono entusiaste e meravigliate. Io penso che nella mia vita ho visto spettacoli naturali ben più belli di questo catino idrico aperto a comando per la gioia delle tasche dei gestori del parco. Lo so, sono decisamente brutale e acida, ma mentirei se dicessi di essere rimasta incantata dallo spettacolo. Mi vengono in mente le parole dell'archeologo John Lubbock:
"In questo mondo non vediamo le cose come sono. Le vediamo come siamo, perché ciò che vediamo dipende principalmente da ciò che stiamo cercando."

cascate delle Marmore by Michele
Ovviamente al momento penso si riferisca alla miriade di turisti che trovano spettacolare il luogo solo perché se lo attendevano sublime. Adesso, a mente rilassata, forse posso ammettere che l'ho trovato orribile perché non mi aspettavo nulla di bello. A questo punto seguiamo i sentieri tracciati all'interno del parco. Sicuramente la maggior parte dei turisti apprezza questa serie di comode scale e sentiero costruiti per limitare la fatica, ma io ho la sensazione di trovarmi a Gardaland o in un parco divertimenti. Ad un tratto arriviamo al balcone degli innamorati, dove la potenza della cascata genera una sorta di temporale sulla terrazza. Lascio a Michele la macchina fotografica e lo zaino e mi lascio inondare e lavare da quella pioggia La sensazione è  bellissima, come se l'acqua stesse lavando via tutto il mio malumore. Ritorno nella grotta e do il cambio a Michele. Decidiamo poi di fare una camminata ed il tragitto migliore è quello libero, non posto sotto la custodia del Parco. E' una bella escursione semplice di circa un'oretta nei boschi  e ad ogni passo sento che pian piano il cuore si libera e torna la quiete.



Vi lascio il link del Parco, nel caso voleste visitarlo,certa che non vi farete fermare dalle mie farneticazioni schizofreniche 😀😀





NORCIA 


Rimontiamo in sella, alla volta di Norcia. 

Sento da molto  il desiderio di visitare questa terra ferita al cuore nel terremoto del 2016. 






Norcia ( caricamento da cellulare) 
Per quel poco che possiamo, ci piacerebbe dare il nostro contributo all'economia di questa cittadina in ginocchio. Tempo fa avevamo sentito l'appello dei commercianti : "Venite a Norcia, non lasciateci soli, aiutateci col vostro turismo" . Oggi questo appello lo abbiamo ascoltato e siamo arrivati perché desideriamo che possa ritornare la cittadina di un tempo. E poi diciamocela tutta, dove si trovano dei salumi così buoni se non qui a Norcia? 
Appena arriviamo percorriamo la via centrale che porta alla piazza della Cattedrale distrutta. Apparentemente sembra un borgo umbro come tanti, poi pian piano si iniziano a scorgere i puntelli che sorreggono gli archi, i cerotti di ferro che tengono insieme le crepe sui muri, la zona rossa vietata al transito...e poi la piazza tutta ingabbiata. E' una sensazione che rievoca alla mia memoria il giorno in cui crollo' il soffitto della nostra casa, Solo che qui assume una portata maggiore e il senso di impotenza ed inadeguatezza è decisamente immenso. Per Michele, che era stato a Norcia nell'estate del 2015 ed aveva pranzato proprio in questa piazza, la sensazione di sconforto è ancor più forte della mia. Rimaniamo qui  un po' di tempo, in silenzio...
Norcia ( caricamento da cellulare)

I negozi che si trovavano nella zona rossa sono stati decentrati ora in un'area adibita a villaggio commerciale, poco fuori dal centro e ci rechiamo li per il nostro pranzo. Scoviamo una piccola bottega che prepara panini e ordiniamo del pane sciapo con  pecorino di fossa, crudo di Norcia e salame di cinghiale. Ottimo pranzo accompagnato da una buona birra artigianale. La giornata sta prendendo una bella piega e le mie nubi si sono ormai diradate. Imbocchiamo la strada del ritorno lasciando  al vento l'onere e l'onore di spazzare via i miei brutti pensieri.
Viaggiamo in solitaria, anche se rispetto al solito, incrociamo qualche motociclista che percorre la carreggiata in senso opposto al nostro. Ad un certo punto arriviamo ad un incrocio e vediamo moltissime auto parcheggiate.

RASIGLIA
Rasiglia by Michele
Michele  pensa che se ci sono molte auto, probabilmente ci troviamo vicino a qualcosa di interessante e non si fa sfuggire l'occasione di una nuova rivelazione. Arriviamo in questo piccolo paesello che scopriamo chiamarsi Rasiglia. Siamo colpiti dalla fiumana di gente che si riversa nelle viuzze, ma non troviamo sulla guida rossa nessun cenno a questo borghetto. Fermiamo un abitante del paese spiegandogli che ci siamo fermati alla vista di tutte quelle macchine e gli domandiamo  cosa rende così speciale questo posto. Ci racconta che fino a due anni fa nessuno sapeva dell'esistenza di Rasiglia, poi, complice Facebook, la gente ha cominciato ad arrivare numerosa, turbando la quiete del paese, ma anche portando turismo. Siamo "approdati nella  Venezia in miniatura dell'Umbria, un piccolo capolavoro", dice. Incuriositi saliamo per una stradina e subito  ecco una vasca di acqua limpidissima e fresca. Immergo piacevolmente le mani e non faccio altro che pensare : "Altro che le Cascate delle Marmore " 
foto by Michele
Poco più avanti, in un locale che pare una piccola bottega, un signore sta raccontando le attività di cui si occupa  l'associazione che gli abitanti hanno
creato per ridonare vita a questo paese. Organizzano laboratori per le scuole facendo vedere le antiche tecniche di filatura della lana e colorazione al naturale, il presepe vivente per le vie del paese ed altre piccole iniziative per rendere questo borgo accogliente per i nuovi ed inaspettati turisti. 
Rasiglia by Michele 
Inutile dire che mi sono innamorata all'istante di questa meraviglia.




Rientriamo a casa felici che questa giornata storta si sia raddrizzata meravigliosamente. Eppure le sorprese non sono ancora finite: ecco Colfiorito, dove ci fermiamo a scattare come forsennati incantati dalla bellezza di questo scorcio meraviglioso.Io ci provo a immortalare decentemente questo spettacolo, ma ho i miei limiti nei paesaggi. Per fortuna posso contare sull'occhio fotografico di Michele che ci dona questi ricordi




Pensiamo di concludere in bellezza andando alla sagra degli Antichi sapori di Rivotorto. Ed ecco che qui  la mia capacità di rovinare ogni cosa si rivela in tutta la sua magnificenza! Parto  con le migliori intenzioni e con la voglia di una bella cenetta. Ma una volta arrivata vengo  assalita dalla mia fatica di godermi la vita e addio sorriso.Visto il tardo orario Michele opta per un piatto di imbrecciata umbra, una zuppa di legumi e cereali, che apprezza moltissimo accompagnata da un fresco bicchiere di birra. Torniamo alla base e ci abbandoniamo tra le braccia di Morfeo.

2370 chilometri Umbria e ritorno: giorno 6




Questa mattina ci svegliamo belli riposati, pronti a visitare Gubbio.
attraverso il bosco
( caricamento da cellulare) 
Dopo la colazione, saliamo le scale per arrivare alla moto e ci imbattiamo in Patrizia, proprietaria dell'agriturismo. E' sempre piacevole fermarci a  chiacchierare con lei: in questi giorni ci ha rivelato molto del suo lavoro, della bellezza e della fatica di gestire, con la madre,  un' azienda agricola con agriturismo, avendo anche tre figli piccoli. Le raccontiamo un po' della nostra vacanza, soprattutto di quanto amiamo scollinare con la moto, ammirando le bellezze naturali di questa terra. Michi le spiega la strada che intende percorrere oggi per raggiungere la nostra meta. A quel punto Patrizia ci chiede il permesso di suggerirci una via alternativa. Io non provo nemmeno a capire la strada che ci sta indicando, forte della certezza che l'esperto centauro qui accanto a me, ha afferrato al volo le informazioni.
Usciamo dal cancello e prendiamo una strada che non abbiamo ancora percorso fin'ora. Siamo in una zona boschiva e sento ovunque il profumo della vegetazione. Amo l'odore del muschio, della terra umida intrisa di foglie secche. Mi lascio pervadere da questo effluvio di piante, mentre sento che il profumo dal naso cerca di scendere al cuore e salire ai ricordi. Non forzo questo processo, mi godo solo il momento ammirando la natura che ci circonda. Ad un tratto ecco una bellissima fontana in pietra; ci fermiamo a riempire la nostra borraccia, che ci sta accompagnando in queste calde giornate. L'acqua è limpida e fresca; beviamo e facciamo il pieno  per il viaggio. Rimontiamo in sella e via di nuovo attraverso questo paesaggio un po' silvestre e un po' contadino. Ad un tratto ecco delle more lungo la strada; chiedo a Michele di fermare la moto e scendo a prenderne qualcuna. L'ultima volta che ho raccolto delle more risale a più di 30 anni fa. Mio padre era ancora vivo, ed un giorno andammo in un bosco facendo razzia di questi piccoli frutti. Ne raccogliemmo moltissime e mia madre quell'anno preparò vasetti di marmellata sufficiente a sfamare un paese intero. Se chiudo gli occhi, riesco ancora a percepire quel profumo e mi pare di sentire la loro dolcezza invadermi il palato.
Il nostro bottino
Moltissimi studi scientifici parlano del rapporto che intercorre tra gusto ed olfatto ed i ricordi del passato.  Così come sono moltissimi i poeti e gli scrittori che ci parlano dei ricordi legati ad un profumo. Primo tra tutti, Michel Proust che nel suo celebre testo "Alla ricerca del tempo perduto " ad un certo punto parla proprio dei ricordi legati ai sapori ed agli odori. Quando assaggia  “quei dolci corti e paffuti, chiamati Petites Madeleines, che sembrano modellati nella valva scanalata di una conchiglia di San Giacomo",intinti nel the, prova un piacere delizioso di cui ignora però la natura. Si interroga, allora, su come sia possibile che un semplice dolcetto possa portare a percepire come indifferenti le vicissitudini della vita, inoffensivi i suoi disastri, illusoria la sua brevità, allo stesso modo in cui agisce l’amore, colmandomi di un’essenza preziosa: o meglio questa essenza non era in me, era me stesso. Avevo cessato di sentirmi mediocre, contingente, mortale. Non riesce a comprendere il motivo di questa sensazione di gioia che lo invade, tenta di allontanare il pensiero, teso però a rincorrere quel ricordo che gli sfugge ed ecco allora che il ricordo si rivela Quel sapore era lo stesso del pezzetto di madeleine che, la domenica mattina, a Combray […], quando andavo a darle il buongiorno nella sua camera, la zia Léonie mi offriva, dopo averlo immerso nel suo infuso di tè o di tiglio“.

Ci sono solo tre profumi in grado di evocare prepotentemente il ricordo di mio padre: l'essenza del bosco, il tiglio e le more. Ed oggi, senza che io lo cerchi, mentre la moto ci porta a Gubbio e   sono sola coi miei pensieri, lui riappare col suo sorriso, la sua voce profonda ed il suo sguardo severo. 

GUBBIO
scorcio di Gubbio by me


Non so per quale ragione immaginavo Gubbio come un piccolo paesino arroccato su un colle, popolato solo da capre e pastori. Rimango pertanto colpita dalla bellezza   di questo borgo, realmente appollaiato sul Monte Ingino, ma per nulla abitato da ovini. Entro subito in empatia con questa cittadina che mi trasmette immediatamente pace e calore. Scopro solo più tardi, mentre sfogliamo   i nostri manuali turistici, che Gubbio, secondo tradizione, è definita la "città dei matti", non  nel senso psichiatrico del termine, fortunatamente. Matto è colui che sogna, un inguaribile idealista, colui che vive lasciandosi permeare dalla passione. Credo molto al detto "chi si somiglia, si piglia" e suppongo abbia origine qui la mia naturale simpatia per questa cittadella.
Mentre Michele si concentra sulla parte artistica e architettonica, la mia mente  è focalizzata solo su un obiettivo: oggi voglio prendere la patente da matto!
Si tratta di un documento ufficiale eugubino, la cui origine risale al 1880.  Secondo un manoscritto in cui viene menzionata questa patente, coloro che riuscivano a dimostrare di aver partecipato per tre volte consecutive alla Festa dei Ceri ricevevano un'onorificenza ufficiale dalla città di Gubbio. Negli anni, questa tradizione è mutata: chi vuol ricevere la patente da matto deve fare tre giri attorno alla fontana del Bargello posta in una delle piazze principali del borgo. La vera ed originale usanza, prevede che sia un abitante di Gubbio a versare per il matto una somma di denaro direttamente ad una associazione che rilascerà l'autentico documento, dopo che questi ha compiuto il rito dei tre giri lasciandosi battezzare. Molti testi, oggi, invitano a percorrere per tre volte la circonferenza  della fontana e imitare  il gesto di battezzarsi con l'acqua.
Passo quindi la giornata alla ricerca della piazza, mentre diligentemente partecipo alla visita di alcuni monumenti interessanti di questo borgo.
foto da internet
Ci sediamo un poco sui gradini della Piazza Grande, consultando la guida Touring. Decidiamo però di non visitare l'interno dei palazzi, per continuare la nostra collezione di Chiese e Cattedrali. Credo di aver visto più chiese in questo viaggio che nel resto della mia vita.
Lasciamo la piazza e ci incamminiamo per le strade di Gubbio alla ricerca di qualche insospettabile gioiello. Troviamo questa piccola chicca: la chiesa di San Giovanni Battista
http://www.gubbio.name/chiese_san_giovanni_it.html

Ci spostiamo poi verso il Duomo di cui vi lascio i riferimenti e la storia :

http://www.comune.gubbio.pg.it/turismo/duomo
http://www.gubbio.name/cattedrale_it.html

Michele
All'ora di pranzo scorgiamo un carinissimo chiosco sito su una terrazza panoramica defilata dal centro. Ci sono pochi tavoli ed al momento tutti occupati, ma attendiamo volentieri il nostro turno, scattando qualche foto panoramica. Se nella vostra permanenza a Gubbio cercate un  posto senza grandi pretese culinarie, ma ottimo per la vista panoramica dove poter stuzzicare qualcosa senza spendere un capitale, ecco il posto che fa per voi:



Riprendiamo la nostra passeggiata tra le vie eugubine ed ecco finalmente la fontana del Bargello. Mi appresto con molta timidezza ad iniziare il rito per diventare ufficialmente matta. Il pensiero che non mi conosce nessuno mi da' coraggio e inizio a girare attorno alla fontana. E' una cosa stupida, lo so, ma per me è un passo verso la libertà...libertà dai giudizi degli altri, di quello che può pensare la gente. Ma soprattutto libertà dalle mie catene personali. Non so se sono in grado di spiegare quello che mi accade, ma voglio provarci. A volte, in realtà quasi sempre, mi sento come un uccellino in gabbia che non riesce a volare. La gabbia però non è esterna: sono le ali stesse del volatile che si incatenano da sole. Avete mai provato a trovarvi in una sala con tanta musica, chiudere gli occhi, sentire il vostro cuore che danza, immaginare nella vostra testa tutti i passi di quella coreografia, ma non riuscire a muovere un muscolo perché pesa troppo? Questo mi accade in molte situazioni...sento il mio corpo pesante come il piombo e questo mi impedisce di essere leggiadra, agile, disinvolta. Dentro, il fuoco arde, ma fuori sono immobilizzata da una zavorra che esiste solo nella mia testa. 
Per questo il mio girare attorno ad una fontana, mentre altri turisti passano e guardano incuriositi, è un gesto terapeutico. Nel frattempo Michele mi scatta qualche fotografia che documenta il rito e mi battezzo "Matta per sempre", augurando a me stessa che la libertà di vivere le mie passioni ed i miei sogni non mi abbandoni mai.
Rito della patente del matto by Michele



la briscola in piazza by Michele
Ad un tratto, mentre ci allontaniamo dalla fontana, ci imbattiamo in una simpatica scena di vita paesana. Un gruppo di eugubini sta giocando a briscola vicino ai gradini di una chiesa. E' bello vedere come la piazza sia vissuta come luogo di incontro, di svago, di relazione. Non è solo il bar adibito a questo scopo, ma come nel passato è proprio  l'agorà il centro di tutte le attività della polis umbra.



briscola by Michele


teatro romano by me
La matta ed il saggio si avviano ora verso il Teatro romano, i cui resti ben conservati lo rendono ancora oggi la cornice perfetta per spettacoli teatrali durante la stagione estiva. Qualche foto di rito e prendiamo la moto per tornare ad Assisi. Questa sera ci aspetta lo spettacolo del tramonto dalla Rocca. 
Michele e l'albero by me

Ci accorgiamo che manca ancora la Chiesa di Sant'Ubaldo da aggiungere alla nostra collezione. Prima di rientrare saliamo su per  il Monte Igino alla volta di questa basilica :


http://turismoagubbio.blogspot.com/2017/08/basilica-di-santubaldo.html


La via del ritorno è incastonata nelle colline umbre. Il paesaggio mi riempie, come sempre, il cuore di stupore e meraviglia e cerco di lasciarmi cullare dal vento che mi accarezza il viso.

Ad un certo punto a pochi chilometri da Assisi, lungo una strada quasi deserta ci inoltriamo in un borghetto che sembra quasi disabitato. All'improvviso un piccolo negozio di alimentari, una sedia fuori dalla porta dove una signora anziana riposa forse in attesa di qualche cliente. Michele ferma la moto, scendiamo ed entriamo nella piccola bottega. Si intuisce subito che passano pochi turisti da quelle parti. Lo sguardo della donna è curioso e felice. Michele, con la sua affabilità, inizia a scambiare qualche parola conquistando la fiducia della donna che inizia a raccontarci la sua vita tra le colline. Tra una parola e l'altra ordiniamo del pane cotto nel forno a legna dell'unico panettiere di quella zona, un po' di prosciutto crudo di Norcia e del pecorino stagionato. Salutiamo la vecchia signora e ripartiamo alla volta del nostro tramonto, arricchiti da questa romantica esperienza con la nonnina. Questo è quello che probabilmente sarebbe successo se alla domanda di Michele: "Ci fermiamo qui a prendere il pane?", io avessi risposto con entusiasmo, invece di borbottare qualcosa tipo: " vedi tu, ma  al supermercato ci costa meno". Nei nostri memoriali questa cena verrà eternamente ricordata come la poco poetica spesa fatta nel supermercato Tigre di Assisi.
La cena del Tigre 
Non ci facciamo però rovinare la serata da questo piccolo intoppo, e raggiungiamo la Rocca in tempo per gustarci il tramonto. Non ci sono tante persone, e riusciamo a sederci su una panchina dove gustiamo il nostro lauto pasto, in attesa che il sole scenda. Il panorama è bellissimo, l'atmosfera quieta e rassicurante. Il sole comincia la sua discesa colorando il cielo di tante sfumature rosse. Una coppia di francesi è in piedi su una panchina.  Lui ha in mano una macchina fotografica, impegnato a fermare la bellezza di questo momento. Lei, sguardo perso nell'orizzonte, canta una nenia. La ascolto cercando di comprendere le parole di quella canzone. Afferro pochi vocaboli, ma sembrerebbe una sorte di lode a Dio per la Creazione. Poco più avanti, seduta sull'erba, una ragazza guarda assorta il panorama. Rimane ferma a guardare il cielo senza rendersi conto del tempo che passa. Non si alza, non si muove, non inizia a camminare avanti indietro...è li, immobile, immersa nella pace di quel momento. A contrastare questa scena, poco distante, un ragazzo, che capiamo essere li ad accompagnare quella fanciulla, è seduto con lo sguardo immobilizzato sullo schermo di un telefonino. Non ha alzato mai gli occhi verso il sole ed il cielo, rapito da quella luce effimera che tiene stretta tra le mani. Quando scendiamo verso la moto, lei è ancora seduta a fissare il firmamento, lui perso nel suo cellulare.


tramonto dalla Rocca by me
panorama notturno by Michele

Potrebbe essere questo il momento perfetto che chiude questa bella giornata e invece il nostro arrivo in agriturismo ci riserva una piacevole sorpresa. Ad attenderci c'è lo zio di Patrizia con in mano un profumatissimo tartufo. E' bella la chiacchierata che nasce con lui: con gli occhi pieni di entusiasmo ci racconta di come lo abbia scovato il cagnolino da tartufi che sta addestrando. La sua genuinità e semplicità mi contagiano. Questo ometto sulla settantina mi trasmette una voglia di vivere incredibile. Ci parla delle raccolte dei pomodori, del lavoro duro nei campi, dei legami che stringe con la gente del posto grazie al suo lavoro. E' bello sentirlo parlare con questo amore e gratitudine per la vita. Staremmo ore con lui a chiacchierare, ma la stanchezza della giornata si fa sentire e con essa anche il bisogno di una doccia ristoratrice, e così ci congediamo grati  e felici di questa bella giornata.

P.s. Mi sento persa... ho terminato il mio libro...Emiliaaaa mi manchi !!! In realtà vorrei tantissimo dire una cosa riguardo a questo libro, ma se poi faccio spoiler? 

mercoledì 22 agosto 2018

2370 chilometri Umbria e ritorno: giorno 5

Duomo di Orvieto by Michele
Il giorno tanto atteso da Michele è arrivato: Orvieto ci attende. 
Decidiamo di cominciare la nostra visita turistica dal Duomo per non rischiare di rimanere con poco tempo a disposizione. Abbiamo tutta la giornata davanti, è vero, ma ho come l'impressione che un paio di ore all'interno di questo scrigno di tesori, come minimo me le dovrò sorbire tutte! Mano alla guida rossa e si comincia ad esplorare la facciata esterna della Cattedrale. E' un capolavoro anche per me, che poco capisco di arte, ma già il fatto che viene riconosciuto come uno dei monumenti più belli d'Italia e del mondo è sicuramente una garanzia. Tutta la storia biblica e parte della storia della Chiesa sono  racchiuse e rappresentate con sculture e affreschi, in una mescolanza di stili, che anziché rendere l'opera architettonica un pasticcio decorativo, si fondono insieme dando origine ad un vero splendore.

Se volete documentarvi meglio circa il Duomo, ecco qualche link più tecnico e dettagliato:



Di fronte a tanta bellezza, i miei fantasmi scappano a gambe levate e, mano al portafoglio, prendiamo ( pure con il sorriso stampato ) i biglietti di ingresso per poter visitare la tanto attesa Cappella di San Brizio con il giudizio universale di Luca Signorelli ed il Beato Angelico.
 particolare affresco Cappella di San Brizio by Michele
Devo riconoscere che anche al suo interno il Duomo è maestoso e a differenza delle Chiese visitate fin'ora si nota la presenza di impronte artistiche rilevanti. I tratti degli affreschi sono decisamente più curati e catturano l'attenzione come fossero quadri che parlano al cuore.
Ci intratteniamo molto tempo nella Cappella di San Brizio, e svisceriamo gli affreschi aiutati dalla super guida dettagliata che ci accompagna in questa scoperta.


Michele è rapito da tanta bellezza e mi viene da sorridere pensando a come   una mente matematica e razionale quale è  la sua, possa ospitare armoniosamente un animo artistico e poetico; mentre in me,  che sono la creativa e l'artista della coppia, coabita un lato cinico e terreno che mi impedisce di elevarmi. Ma ammiro ed apprezzo la bellezza di questo capolavoro  che riesce a catturare la mia attenzione, probabilmente grazie al contagio dell'entusiasmo di Michi.


 particolare affresco Cappella di San Brizio by Michele

Il tempo che passiamo qui è davvero lungo tanto che, entrati in una giornata calda e assolata, usciamo che è quasi autunno. L'atmosfera è improvvisamente mutata: soffia forte il vento e ci sono nubi minacciose all'orizzonte. Temiamo per l'attrezzatura fotografica, e complice l'ora del pranzo ormai arrivata, ci rifugiamo in una carinissima osteria che da' proprio sulla piazza. Non crediamo alla clemenza del tempo e decidiamo di mangiare all'interno del locale. Il posto è caratteristico ed accogliente e ci sediamo volentieri per riposare un poco.

Piazza di Orvieto by Michele
http://www.cantinaforesi.it/

Se volete sapere come si mangia, dovrete chiedere a Michele perché è vero che i fantasmi tacciono di fronte alla bellezza del Duomo, ma si ripresentano affamati all'ora di pranzo  cibandosi delle mie debolezze ancora ferite.
Particolare alla Magritte
by Michele
Il clima di oggi ci ha fatto solo uno scherzetto per spaventarci; la bufera passa via velocemente portando con sé anche gli spettri che non riescono a turbare questa giornata e quando usciamo splende nuovamente il sole, dentro e fuori.  Ci immergiamo tra le vie di Orvieto, facendo una bella passeggiata lungo le mura della città. Ci toccherà tornare presto in questo borgo perché ci manca ancora da visitare la Orvieto sotterranea, con i suoi pozzi e le sue grotte: faremo anche questo sacrificio!😀😆


Ripartiamo, in sella alla moto, sguinzagliandola per le colline Orvietane, assaporando il vento che accarezza i pensieri e allontana le ansie.
Ripercorriamo un tratto di strada già fatto, ma questa volta non ci lasciamo sfuggire uno dei pochi campi di girasoli ancora maturi. Ci addentriamo in una strada che sembra portare in un luogo deserto ed eccoli, in tutto il loro splendore.

Girasoli by Michele
Il rientro in camera è bellissimo. Ad attendermi c'è Emilia, la protagonista del libro che sto leggendo in questi giorni. E' diventata come un'amica, anzi ad essere sinceri, è una sorta di specchio dentro il quale mi rivedo. Grazie a lei ( o per colpa sua ) la voglia di scrivere, che mi ha sempre accompagnato da quando sono bambina, è tornata prepotentemente a chiamarmi. Se volete anche voi diventare amici di Emilia, ecco la sua storia :

https://books.google.it/books/about/Al_mattino_stringi_forte_i_desideri.html?id=rhhWDwAAQBAJ&printsec=frontcover&source=kp_read_button&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false

Anche Michele è assorto in una piacevole lettura :

http://www.einaudi.it/libri/libro/paolo-cognetti/le-otto-montagne/978880622672

Ci addormentiamo felici per questa giornata che ci ha riservato molte piacevoli sorprese.