sabato 8 giugno 2019

ZOO



Accade per caso che in un giorno qualunque tu ti imbatta nella recensione più dolce che sia mai stata scritta su un libro, un invito alla lettura redatto da  uno scrittore che elogia la bellezza di un romanzo e dichiara amore alla sua donna :
"Oggi esce questo libro qui.
Lo ha scritto la scrittrice più brava che io conosca.
Incidentalmente, è anche la donna che amo.
Proprio per questo, so che c'è chi mi considererà meno credibile se vi dico che si tratta di uno dei romanzi più belli, intensi, veri, travolgenti, passionali, che io abbia letto da non so quanto tempo. Ma ho deciso di correre il rischio, con la serenità e l'incoscienza di chi sa di dire, ogni volta, solo la verità (... ) 
Oggi esce questo libro qui.
Lo ha scritto la scrittrice più brava che io conosca.
Incidentalmente, è anche la donna che amo.
Questo romanzo eccezionale spiega bene il perché, di entrambe le cose."(Matteo Bussola)


Il libro in questione si intitola ZOO e nasce dalla penna, dalla mente e dal cuore  di una scrittrice che,  chiedo umilmente venia, non conoscevo affatto fino a qualche giorno fa: Paola Barbato, incidentalmente la moglie del Bussola. 
Provengo da un periodo di "blocco del lettore"; mesi passati a cominciare romanzi senza riuscire a portarli a termine. Ho sul comodino una pila di volumi che "prima o poi riuscirò a finire"...o per lo meno questo è quel che spero.
Fatto è che non leggevo un romanzo dall'inizio all'ultima riga da dicembre...
Forse è proprio vero che sono i libri a sceglierci e non noi che li acciuffiamo dagli scaffali portandoceli dietro come fossero tesori preziosi.  
E ZOO mi ha afferrata...catturata...imprigionata tra le sue spire. Fortunatamente, solo in senso metaforico.
A differenza di quel che accade ad Anna, che un giorno si risveglia , tra le sbarre di una gabbia, narcotizzata, in un luogo sconosciuto,senza il  ricordo di quel che ha fatto o le è accaduto nelle sue ultime ore: paura, spavento, terrore allo stato puro e poi la mente lucida  che analizza, osserva,inquadra e fa agire. 
Rabbia, gelosia, cattiveria, freddezza, calcolo, spirito di sopravvivenza si mescolano, intrecciandosi tra loro, a sentimenti più nobili come la tenerezza, il calore umano, l'amicizia, l'amore vissuto nelle sue forme più strane e più malate, ma che pur sempre, trattandosi di amore, mantiene il suo potere taumaturgico.
Scoprirsi vulnerabile, progressivamente nuda e ridotta ad una sorta di fiera da baraccone, obbliga Anna a venire a patti con le sue paure più grandi, con i suoi difetti , la cattiveria radicata nel cuore, la rabbia che come una fiammella brucia in lei , i ricordi di una madre opprimente e la paura di non uscire viva.
Un romanzo crudo, sconvolgente, che ti lascia spesso senza fiato.
Un romanzo, che oltre ad essere una storia bellissima, nella sua crudeltà e bestialità , ha il grande pregio di essere un'analisi profonda delle relazioni umane, della nostra condizione, spesso non consapevole, di schiavitù. Siamo tutti marionette  governate da fili più o meno invisibili di un burattinaio o abbiamo la facoltà e, forse anche il dovere, di ribellarci a regole prescritte?  
E qualora ne fossimo sufficientemente capaci, quale prezzo saremmo disposti a pagare? 
Orgoglio calpestato senza remore, giochi di potere... fino a dove si spinge un essere umano ridotto ad una bestia, spogliato della sua dignità? Chi può dire che  rimarrebbe coerente coi suoi principi ed ideali, fedele alla sua umanità se fosse completamente privato delle più basilari forme di rispetto umano? 
Molti sono gli interrogativi che questo romanzo, crudele, disumano, ma bellissimo nella sua spietatezza, mi ha messo di fronte. 
Una scoperta piacevolissima di un'autrice che scrive  senza mezzi termini, senza paura di risultare volgare, impudica, indecente e sboccata. Una scrittrice capace di farti vedere i personaggi, come fossero reali, tangibili, crudeli e grezzi, ma così veri che senti i brividi quando li senti avvicinare. 
Potere, questo, che appartiene solo ad anime e menti che hanno dentro di se' ancora molti fantasmi, che non hanno paura ogni giorno di guardarli in faccia questi fantasmi, di sconfiggerli, di vincerli di nuovo ogni volta che vengono a bussare. Come i miei fantasmi... come i vostri...con la sola differenza che se sai scrivere così bene, sei anche in grado di fare capolavori. 



giovedì 6 giugno 2019

FOGLIE SECCHE

Questa mattina mi sono svegliata pensierosa, come mi accade ormai da parecchi giorni.
Poi sono andata al lavoro,
ho cominciato a spazzare le foglie secche nel cortile,
con 30 gradi,
a giugno.
E niente,
ho pensato che la natura ha un'intelligenza superiore.
Non aspetta che sia autunno per liberarsi dalle foglie secche.
Le butta a terra,
le allontana dai suoi rami
ogni volta che ha bisogno di mettere foglie nuove,
di rinfoltire la chioma,
di crescere e diventare rigogliosa.
Ed ho cominciato a gettare al vento
i pensieri che non mi fanno crescere,
che prendono la linfa che serve alle nuove foglie,
che hanno bisogno di diventare concime per la terra.
E mi sono sentita meglio...

martedì 4 giugno 2019

GENITORI FELICI...FIGLI FELICI

"Per te è facile...lo hai scelto tu"
"Tu sei contentissima, non te ne frega nulla di come ci sentiamo noi"
"Certo, ti dobbiamo seguire come cagnolini ....facile per te ...sei tu che vuoi andare via da qui "
Queste sono solo alcune delle frasi che ultimamente, ad intervalli abbastanza regolari mi vengono rivolte dai miei figli. E queste forse sono anche le parole più gentili che mi urlano contro.
Ammetto, che ogni volta che mi lanciano queste comprensibilissime lance affilate, io non so che cosa rispondere. Mi blocco con le parole che a malapena riescono a uscire dalla bocca; si impiantano ad un passo dalle labbra e si spengono mentre cerco  di soffocare le mie lacrime e la mia fatica. E così, nell'impegnativo tentativo di rimanere serena, ecco che, dopo avere cercato di spiegare serenamente tutte le ragioni che ci hanno portato a prendere questa decisione,  esplodo. Non sono in grado di mantenere il controllo e mi arrabbio...o meglio dico le cose in maniera sgarbata, aggressiva. 
"Nessuno vi obbliga a seguirmi... se volete potete decidere di rimanere qui con papà " sono le parole che spesso pronuncio per chiudere queste diatribe che mi stanno sfinendo.
Perchè è vero... loro sono i miei figli e non hanno potere decisionale in questo momento e per questa situazione, ma è anche vero che non ho deciso di cambiare città, scuole, lavoro, per un capriccio.
Ho pensato a lungo a tutti i possibili problemi che una scelta di questo tipo avrebbe comportato. Ho messo in conto la loro fatica di salutare gli amici, di allontanarsi da una vita che è sempre stata qui, fin dalla loro nascita. Ma sono certa che presto staremo bene, che a breve la nostra vita prenderà il fiato e ricomincerà a respirare regolarmente, serenamente.
Eppure, ogni volta che li guardo mi sento colpevole. Rea di allontanarli dal loro nido, di strapparli dalle loro amicizie, di obbligarli a seguire il mio percorso. So che non devo farmi schiacciare dai sensi di colpa che lavorano ai fianchi giorno e notte cercando di convincermi a tornare sui miei passi. Molte volte ho pensato che forse dovevo mettere da parte il mio desiderio di condividere la mia vita con Michele, per loro. Che una madre ha il dovere di sacrificarsi per i propri figli. O per lo meno, questo è quello che ho sempre creduto fosse la strada giusta per essere una buona madre.
Poi, ad un certo punto , ho capito che non esistono buone o cattive madri.... ci sono solamente donne, che hanno messo al mondo dei figli. E sono e rimangono prima di tutto...donne. I figli a breve prenderanno la loro strada e mi ritroverei qui, a rimpiangere una vita che desideravo vivere, senza loro tre accanto perchè giustamente impegnati a costruirsi il loro futuro. 
Per questo ho deciso che i miei figli meritano una mamma felice, una mamma realizzata. E poichè sono certa, di aver preso in considerazione questo trasferimento anche come un'opportunità migliore per il loro futuro, io mi prendo la responsabilità di inseguire la mia strada, portando loro con me. 
E in tutto questo marasma di emozioni, di paure, di ansie, di interrogativi, in questo momento si aggiunge la fatica che leggo stampata negli occhi del loro papà ogni volta che lo incrocio.
Carissimo Gian, 
ultimamente, dopo anni in cui credo entrambi ci siamo odiati, abbiamo sfogato tutta la nostra rabbia, il dolore e la delusione per la fine del nostro matrimonio , le litigate prima e dopo la separazione, l'incompatibilità profonda di scelte e di modi di vedere la vita, ecco , oggi, dopo molto tempo, riusciamo a sederci a mangiare allo stesso tavolo, parliamo senza alzare la voce, e per questo sono felice. Ma in queste ultime volte in cui ci siamo visti, io non riesco ad affrontare a cuor leggero il discorso del nostro trasferimento, Perchè so che stai soffrendo, sono consapevole che veder partire i ragazzi, anche se a un'ora di strada da qui, è per  te motivo di dolore.
Prima di tutto, però, sono grata che tu  abbia compreso e non abbia fatto nulla per ostacolare la mia decisione.
Sono grata che nonostante la tua fatica, li incoraggi a vedere il positivo.
Lo sai, e mai devi dimenticarlo che sei tu il loro papà e che loro questo lo sanno benissimo.
La porta di casa nostra sarà sempre aperta e quando vorrai, anche solo venirli a trovare sarai sempre il benvenuto.
Non lasciarti intimorire dalla strada, la faccio da ormai 4 anni ogni settimana e non è un ostacolo insormontabile.
Abbi sempre la voglia di parlare con loro, di ascoltarli anche se ora che stanno crescendo, sembra non ci vogliano più tra i piedi.
Sono certa  che allontanarsi fisicamente non vorrà dire allontanarsi col cuore.
Se vorranno trascorrere del tempo con te sappi che non li ostacolerò,  non l'ho mai fatto e non lo farò certo ora.
Sono sicura che troveremo soluzioni per rendere tutto meno pesante, meno difficile. 
Ma soprattutto, promettici che cercherai in tutti i modi di pensare a stare bene, a trovare di nuovo serenità, per te stesso, perchè come meritano una mamma felice, meritano anche di avere un papà felice.
Ci siamo fatti tanto male  durante la nostra vita assieme, ma abbiamo tre gioielli preziosi che meritano davvero di vederci felici, per poter imparare anche loro ad inseguire senza mai fermarsi i loro sogni e la loro felicità.

domenica 2 giugno 2019

PER SEMPER CO LA OIA



Sono secoli che non pubblico una foto delle mie torte. E non è un caso che sia proprio la torta dei BLACK EAGLES...
Anni fa, quando la mia vita aveva iniziato ad andare a rotoli, quando una profonda crisi aveva messo in discussione tutto ciò in cui avevo creduto fino ad allora, la pasta di zucchero fu la mia salvezza.
Mi salvò come qualsiasi passione è in grado di salvarti: totalmente, irreversibilmente e profondamente. 
E quando Alessio decise di iniziare a giocare a RUGBY, sono stata salvata una seconda volta.

Sono approdata nella grande famiglia dei Black Eagles, due anni fa, in punta di piedi... 
Ricordo, come fosse ieri il momento in cui ho compilato il modulo di iscrizione. 
Ad un certo punto veniva chiesto: 
Mi impegno a dare la mia disponibilità per....... seguito da una lista di competenze per me abbastanza improbabili. Fortunatamente, esiste sempre la casella: ALTRO.
Beh, l'unica cosa che sapevo fare in quel momento era scattare qualche fotografia. Quindi molto serenamente ho scritto...scattare le foto alle partite.
Ricordo che chi prese tra le mani il mio foglio, mi disse abbastanza acidamente che tutti i genitori scattavano le foto alle partite. In effetti, se ci penso, credo di essere stata abbastanza presuntuosa al momento. Però dal primo concentramento ho portato con me la mia amata macchina fotografica.Con l'appoggio prezioso di Michele, insieme ci siamo infiltrati sui campi, ed abbiamo iniziato ad immortalare gli attimi preziosi dei ragazzi in campo. Sono molto grata per la fiducia che dopo la prima partita ci è stata accordata. Per noi, accompagnare Alessio ai raggruppamenti è diventato più che un dovere, un appuntamento desiderato ogni volta. Abbiamo amato scendere in campo con i ragazzi, seguirli attraverso il mirino, immortalare le loro azioni, fissare come ricordi preziosi le loro vittorie, le loro sconfitte...insomma vederli crescere e documentare, foto dopo foto la loro maturazione profonda, come giocatori e come ragazzi. 
Se mi chiedessero perchè amo così profondamente il rugby, ecco credo che risponderei:
 PERCHE' E' UNA SCUOLA DI VITA .
Sono tantissime le lezioni che ho imparato guardando i ragazzi giocare...

che anche se cadi, puoi rialzarti ogni volta
e ti rialzi meglio quando hai qualcuno accanto che ti sostiene

che se stai tremando dalla paura, puoi vincerla 
perchè accanto a te c'è un compagno che ti da' forza

che avanzare da solo è difficile,
è meglio aspettare l'amico che è due passi dietro di te, passargli la palla ed avanzare insieme

che colpire duro qualcuno per prendere la palla,
equivale un po' a non aver timore di parlar chiaro per restare te stesso e seguire i tuoi sogni

che se uno va in meta, è perchè in tanti si sono sacrificati per lasciarlo correre

che la palla è imprevedibile,
come la vita, ma la puoi afferrare, giocare, lanciare indietro, riprenderla e metterla a segno

che di fronte  a te non hai un avversario,
ma un compagno di viaggio che remandoti contro ti sprona a vincere

che una birra è la miglior medicina per curare una sconfitta 
o il miglior modo di festeggiare una vittoria

che nulla al mondo eguaglia il profumo delle salamelle,
anche alle 9 di mattina 

 che le ore di allenamento di Alessio, sono state  l'occasione migliore
per sedermi fuori dagli spogliatoi a fare la maglia come una nonnina

ma più di ogni cosa, quello che ho imparato dal rugby è che è per tutti ... tutti siamo indispensabili, ognuno con il suo talento, la sua particolarità, il suo dono...

Ed oggi, dopo due anni, mi ritrovo qui, con un nodo alla gola a salutarvi. 
Quando Michi ed io abbiamo cominciato  a progettare la nostra vita in terra bustocca non avrei mai pensato di sentirmi strappare un pezzettino di cuore nel lasciare la mia vita qui. Avevo un forte bisogno di ricominciare, di trovare un nuovo spazio tutto mio, di poter essere me stessa altrove senza che nessuno ricordasse la Chiara di un tempo, quella che ora è solo un ricordo. Non mi ero accorta che con voi lo sono stata...me stessa, rinnovata, senza paura di mostrarmi nelle mie bellezze e nei miei molteplici difetti... So di essere a volte scostante, di non essere sempre capace di condividere lunghe chiacchierate, spesso mi rinchiudo nel mio mondo, mi sono seduta sovente con un uncinetto in mano anche, a volte, per evitare di fermarmi a parlare, ma riconosco  di essere capace di creare relazioni, di sentire i cuori degli altri, di sentirli davvero. Ed oggi, se una parte di me soffre nel lasciare voi, che siete per me una piccola famiglia, è perchè mi avete dato tanto, e quel tanto l'ho sentito dentro. 
Grazie ad ognuno di voi per quello che siete. 
Una volta lessi una meravigliosa poesia che diceva che ogni persona che incontriamo nella nostra vita è come una foglia di un albero:alcune rimangono attaccate al ramo per sempre, altre il tempo di una stagione, poi basta un soffio di vento per portarle lontano, ma pur sempre foglie di quell'albero sono e rimarranno tali. 
Alcuni di voi li ho scoperti troppo tardi,ma come dice una persona specialissima..."meglio averti scoperta" 
E' vero, andremo un' ottantina di chilometri più avanti... ( o indietro...l'orientamento geografico non è il mio forte), ma sono sicura  che certi legami rimarranno vivi e continueremo a volerci bene..PER SEMPER CO LA OIA ...