venerdì 5 ottobre 2018

UNA PACCA SULLA SPALLA

Questa mattina mi sono svegliata ripensando alla bellissima chiacchierata di ieri sera con Patrizia.
Avete presente due persone che si conoscono di vista ma a pelle hanno la sensazione di potersi aprire senza troppa vergogna o troppa paura? Quando incontri una persona così scaturiscono, inevitabilmente, fiumi di parole, di pensieri e di ricordi. Tra le tante cose che ci siamo dette, una continua a rimbalzare nella testa:ogni tanto tutti abbiamo bisogno di una pacca sulla spalla.
Immaginiamo di avere una giornata fantozziana, una di quelle giornate memorabili che nemmeno una memoria da criceto come la mia, potrebbe mai dimenticare: chiavi dimenticate in garage, lavatrice che si intasa con bagno allagato annesso, appuntamento saltato, cena bruciata sul fuoco perchè l'avevi messa sul gas prima di accorgerti del bagno allagato... 
Che arma abbiamo per sopravvivere ad una catastrofe simile? Solo una: il VAFFANCULO, pensato, sussurrato, detto, urlato e ancora gridato più forte! Lo senti partire dalla punta dello stomaco fino a che incontrando le corde vocali prende la forma di un suono, di una parola, di un grido. E quando sei ormai all'ultimo stadio cosa succede? Ti accorgi che non serviva a nulla urlare, che la rabbia non si sta placando, anzi, pian piano ti senti trascinare in una corrente di negativo. 
Hai ancora un asso nella manica: una telefonata. La telefonata che potrebbe salvarti la giornata. E invece che accade? Immancabilmente  chiami la persona sbagliata. "Pronto? Ciao, scusa se ti chiamo, ma oggi è una di quelle giornate...bla bla bla bla bla bla .... " e senza mai prendere fiato racconti dettagliatamente la tua piccola catastorfe.
"Suvvia, che sarà mai! pensa al tramonto meraviglioso che si vede ora alla finestra...che saranno mai delle chiavi dimenticate di fronte a tanta bellezza?" 
Ed è allora che le lacrime scendono copiose, perchè tu lo sai benissimo che quello che è accaduto non è realmente catastrofico, li hai visti i terremoti nei telegiornali e sai che sono quelle le vere tragedie... Ma sai anche che sarebbe bastato un semplice: "Caspita, mi dispiace, è tutto a posto adesso?" , la meravigliosa pacca sulle spalle di cui tutti abbiamo bisogno, e la serata sarebbe cominciata bene, con un calice di vino in mano per festeggiare la tua vittoria su Fantozzi, il tuo essere sopravvissuta alla tempesta, il meritato riposo del guerriero. E invece, nulla , ricominci con i tuoi mantra di vaffanculo, fino a che riesci a chiamare la persona giusta che arriva di corsa a casa tua con un fantastico Gewurztraminer e due calici di cristallo! 

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