venerdì 28 settembre 2018

STUPORE E MAGIA

Non ho ben chiaro se la magia e lo stupore possano essere insegnati, o se dobbiamo solo avere la fortuna di ereditarli nel nostro corredo cromosomico alla nascita. Me lo domando ogni volta che guardo i miei figli e ripenso alla loro prima infanzia. I primi due sono stati bambini pieni di fantasia, di meraviglia, di entusiasmo e stupore. Insieme andavamo nei boschi a caccia di fate e gnomi nascosti sotto ai funghi. Trovavamo le loro impronte ed i segnali del loro passaggio ovunque. Li abbiamo visti fuggire dietro agli alberi, o nascondersi sotto alle foglie secche.Spesso ci fermavamo immobili nel mezzo di un bosco, in silenzio, sperando uscissero a chiacchierare con noi. Il periodo natalizio, poi era un tripudio di emozioni e di magia pura. L'attesa di Santa Lucia, che giorni prima del suo arrivo, sbirciava dalle finestre di casa per assicurarsi che i bambini meritassero il dono che stava per portare. Il fieno preparato per il suo asinello, il latte per rifocillarla durante il suo faticoso viaggio tra le case di tutti i bambini. Sentivo la loro agitazione la mattina del grande giorno, i loro passi che correvano furtivi verso la sala cercando di capire se la Santa fosse passata... le loro risate... i regali scartati....la carta ovunque e la loro felicità sul viso e la magia nello sguardo. Mi sono sempre rivista in loro. Sono  stata una bambina con la testa tra le nuvole ed i piedi poco ancorati a terra. Mi bastava pochissimo per fare giri immensi con la fantasia e l'immaginazione. Ricordo che da piccola, ogni volta si passava da Maggianico, sotto la torre rosa che si trova ancor oggi vicino al semaforo, papà iniziava a dire : "State bene attente a vedere se riuscite e scorgere Rapolina.".  Laura ed io cominciavamo a dire : "Rapolina, Rapolina, gettaci la tua treccina". Lo sapevo che si trattava solamente di un gioco eppure io, immancabilmente, quel ciuffo biondo attorcigliato lo vedevo chiaramente. Laura non la vedeva; penso sapesse benissimo che non esisteva nessuna principessa imprigionata, forse avrà anche pensato di avere una sorella pazza e visionaria. Io ho sempre creduto nella magia, nella fantasia, nel potere dei sogni... e non posso fare a meno di crederci ancor oggi. Per questo è stato per me scioccante ritrovarmi faccia a faccia con Alessio, il mio terzo figlio. Lui non riesce ad abbandonarsi ai sogni, agli amici immaginari,. Non si è mai entusiasmato la mattina di Natale davanti ai pacchetti colorati. Per lui era importante solo arrivare a vedere cosa contenessero, non chi li aveva portati. La sera preparavamo il latte per Gesù Bambino, ma al mattino non si premurava affatto di vedere se avesse gradito il nostro pensiero.
Ho provato molte volte a portarlo nel bosco, a parlargli di gnomi, di elfi, ma nulla vedeva solo castagne, funghi, foglie e felci. Non che la natura sia priva di magia e stupore, al contrario, ma i suoi occhi sanno stupirsi solo per ciò che concretamente può toccare e sperimentare. E questo suo atteggiamento così materiale verso la vita, a volte spegne i miei sogni e la mia fantasia.  Forse è vero quando dicono che ognuno di noi ha una favola scritta dentro di se', ma ha bisogno di qualcuno che gliela sappia leggere e raccontare. E quando è stato il momento di raccontarla ad Alessio, ero io che avrei avuto bisogno che qualcuno la leggesse a me. Ero nel periodo più difficile della mia vita, quando tutti i miei sogni, i miei desideri si erano sfracellati e stavo ricomponendo i pezzi della mia esistenza. Forse lui ha solo avuto la sfortuna di non avere nessuno capace di aiutarlo ad allargare lo sguardo verso l'infinito, verso il sogno e la fantasia. Sono felice che sia in grado di stupirsi e trovare meravigliosa la luna che si nasconde tra le nuvole, che sappia apprezzare lo splendore di un paesaggio visto dalla cima di un monte, ma mi auguro che presto possa trovare in fondo al suo cuore una briciola di magia che nei giorni tristi gli dia un attimo di respiro. Tutti abbiamo bisogno di un angolo magico dove ricaricare le batterie, dove perderci e ritornare bambini. Forse tutti abbiamo lo stupore scritto nel DNA ...abbiamo solo bisogno che qualcuno ce lo sappia mostrare. 

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