No, questa è la storia di un'isola
No, questa è la storia di una montagna
No, questa è la storia di un bel paese col porto, le botteghe, il mercato, le casette i giardinetti e le vetrine...
Questa è la storia di gente coraggiosa
Sì, coraggiosa ed arrabbiata, ma non si erano arrabbiati, si erano stufati
Non si erano stufati, si sono uniti , uniti tutti insieme, mica come noi adesso
Questa è la storia di una canzone che vince su tutto"
Inizia così questa sera uno spettacolo teatrale messo in scena da Alessio ed i suoi compagni di classe, 30 ragazzini di quinta elementare, guidati dalla meravigliosa Chiara Magri.
Per chi non la conoscesse, Chiara è prima di tutto una donna piena di passione per la vita, vita che trasmette attraverso il teatro in tutte le sue forme ed è anche un'artista di grande livello. Senti la vita che pulsa e batte dentro il suo petto mentre parla con quella voce pacata, quasi sussurrata, che ti costringe a fare silenzio per poterla udire. Che in fondo, è l'unica via per poter sentire quello che conta veramente, senza farsi distrarre da voci fuorvianti e ingannevoli. La vita la vedi uscire da quegli occhi pieni di entusiasmo e di meraviglia. Senti fuoriuscire linfa dai suoi movimenti leggiadri e delicati. I nostri ragazzi hanno lavorato con lei nel corso di questi anni, dedicandosi a svariati progetti teatrali, sempre motivati ed entusiasti.
Ma oggi, quello a cui ho assistito è stata un'esperienza catartica, una sorta di rivelazione, una scoperta liberatoria, un momento profondo ed intimo.
Io non so, se questi ragazzi siano consapevoli della bellezza che hanno portato in scena, ma sono sicura che quello che hanno raccontato, rappresentato, cantato e danzato, è entrato in loro, come un piccolo seme pronto a sbocciare.
La storia parla realmente di Giganti, di un'isola, di un paese, di gente che si unisce, di un canto che vince su tutto.
Un ragazzo, rappresentato dall'intera classe V B, abituato a cantare una nenia rituale, trasmessa di generazione in generazione, si ribella al vecchio del villaggio, impersonato dalla V A.
Accade anche oggi, come un tempo, probabilmente fin dagli albori del mondo: ad un certo punto i giovani si accorgono di non poter obbedire ai comandi degli adulti, senza saperne il motivo. Hanno bisogno di sapere perché devono agire secondo le loro leggi. Non basta sentirsi dire: "E' così da sempre. Devi suonare, non smettere! E' la tradizione! "
Ed è di fronte a queste imposizioni che il giovane urla tutto il suo disappunto: " Ora basta! Vogliamo sapere perché ci tenete qui... Suonatela tu, vecchio, se è così importante!"
La triste verità è che la musica la possono suonare solamente i giovani, e forse solo coloro che riescono a rimanere giovani e liberi dentro.
Ed è a questo punto,che, grazie a splendidi effetti coreografici, ombre cinesi, marionette, giochi di luci ed ombre, viene narrata la leggenda della montagna.
Si narra che tanti anni fa esisteva un paese meraviglioso. "Per cento e cento anni, i nani avevano vissuto in pace, cantando, suonando e raccontando storie buffe. Ma un triste giorno nella montagna nera cominciò a sentirsi un tremendo odore di formaggio andato a male. Dopo l'odore comparvero le teste, poi le braccia e tutto il resto. Due terribili giganti erano sbucati dalla montagna. "
Gli abitanti della montagna sentendo quella nauseabonda puzza cominciarono ad incolparsi l'un l'altro, litigarono furiosamente e smisero di essere amici.
I due giganti presero le loro case, ruppero le finestre, rubarono mobili, presero tutto ed i nani restarono senza più nulla.
" E questo non era che l'inizio... Noi nani lavoravamo come schiavi per i due nuovi padroni, e cosa tremenda, preparavamo il loro schifoso formaggio che vendevano agli altri giganti a peso d'oro".
La vita nella montagna nera era diventata molto triste, la puzza del formaggio era dappertutto ed il peggio doveva ancora arrivare.
I giganti, ormai diventati sempre più ricchi cominciarono a conoscere l'invidia. " Si picchiarono per una intera settimana. Poi decisero che era meno pericoloso far combattere i nani al loro posto"
E così scatenarono una guerra tra nani. Le battaglie furono cruente, morì moltissima gente e con loro morì anche un'amatissima mucca. Quando ormai i mucchi di cadaveri avevano oscurato il cielo, i nani rimasti si riunirono in gran segreto. Il più saggio raccontò di aver visto il fantasma della mucca in sogno, venuta per dar loro un messaggio molto importante:
"Se continueremo a fare la guerra, i giganti diverranno sempre più potenti"
Il saggio allora spiegò ai superstiti che quando era piccolo, il suo maestro gli aveva insegnato un canto , una musica contro i malvagi.
I nani iniziarono così a cantare quella canzone liberatoria, quella canzone che unisce e riuscirono ad abbattere il muro che li divideva. I giganti caddero allora in un burrone e vennero ricoperti dalle macerie dai nani.
"QUANDO UN NANO SUONA, SI SENTE LIBERO E QUANDO SI SENTE LIBERO HA VOGLIA DI CORRERE E DI FAR VOLARE GLI AQUILONI "
Da quel momento i nani ritornarono ad essere amici e negli anni trasmisero questa canzone, di generazione in generazione.
Da quel momento i nani ritornarono ad essere amici e negli anni trasmisero questa canzone, di generazione in generazione.
Non so voi, ma oggi, dopo aver letto la triste notizia di un'insegnante sospesa dal suo incarico perché insegnava ai suoi alunni a ragionare con la loro testa, e le idee che quelle teste hanno partorito risultavano scomode a qualcuno; di fronte alle notizie di continui episodi di razzismo, al continuo dilagare di gente arrabbiata, violenta, intollerante, guardare questi 30 ragazzi, uniti, pieni di entusiasmo, fiduciosi, amici ...30 ragazzi provenienti da moltissimi paesi diversi, da culture diverse, famiglie diverse, tenersi per mano, cantare insieme e insieme sentirsi liberi, ecco guardarli, a me ha aperto il cuore. E' per loro, che sono il nostro futuro, che non ho paura di cantare, è per loro, la nostra speranza di un domani migliore, che non cedo alla paura, per loro così uniti e vicini che posso dire che la buona scuola esiste ancora. E mi auguro che possano tenere vivo quel canto che vince su tutto, anche nella vita reale, non solo sul palcoscenico di questa sera, perché dopo essere stati i protagonisti di un miracolo così grande, possano essere anche nel mondo testimonianza che i giganti, di qualsiasi taglia e misura, si vincono solamente rimanendo uniti !!!
Un grazie speciale alle maestre che hanno creduto in questo progetto ed a Chiara per tutta la vita che porta intorno a se'.
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