venerdì 10 dicembre 2021

DA QUANDO CI SEI TU

Quando mi chiamava alla lavagna, il maestro si metteva le mani nei capelli.
Sapevo che non credeva in me.
Così non mi sforzavo nemmeno di capire.
Silenzio e occhi bassi erano i miei alleati.
Ad ogni risposta muta seguiva il rumore delle frustate sulle mani.
Uno…due…tre…quattro…contavo tra risate pungenti.
A volte, serrando i denti, arrivavo con orgoglio fino a quindici, poi cedevo e chiedevo pietà.
Smisi di contare il giorno in cui mio padre mi ritirò da scuola.
Destinazione fabbrica.
Sono passati decenni.
Le rughe scavano il mio volto.
Il futuro sorride alla vita che ti attende.
Ti guardo
e contemplo le cose che abbiamo in comune.
Sono 4850 le gocce di pioggia sul vetro.
Le ho contate una ad una.
Tu mi prendi la mano tremolante.
Ad ogni goccia, la tua risata riempie ogni cosa.
Non è difficile contare da quando ci sei tu.

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