venerdì 10 dicembre 2021

IL MIO LA BEMOLLE

Dura eredità essere figlio d’arte.
Rimanere nell’ombra mentre lui brilla.
Contorno sbiadito, sfocato, quasi invisibile.
Il giorno in cui mia madre mi mise al mondo
gli applausi furono per te.
A te porsero la mano per congratularsi.
Sorrisi falsi immortalati sui tabloid
coprivano il silenzio che regalasti a mamma.
Che ero una chitarra scordata
te ne sei accorto
fin dal mio primo vagito.
Non sapevo tenere il LA.
Continuamente andavo in bemolle.
Provasti ad accordarmi, a suon di ceffoni,
mentre fuori la gente venerava il tuo talento.
Per anni desiderai essere una delle corde della tua chitarra
che continuamente accarezzavi e sfioravi.
Sarei stato disposto ad essere pizzicato; persino percosso.
Ma non ero degno nemmeno del tuo disprezzo.
Ora le tue mani tremano e la tua chitarra è muta.
Si stanno spegnendo i riflettori.
Per me non si sono mai accesi.
Suono il mio LA bemolle per chi mi ascolta.

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