Dura eredità essere figlio d’arte.
Rimanere nell’ombra mentre lui brilla.
Contorno sbiadito, sfocato, quasi invisibile.
Il giorno in cui mia madre mi mise al mondo
gli applausi furono per te.
A te porsero la mano per congratularsi.
Sorrisi falsi immortalati sui tabloid
coprivano il silenzio che regalasti a mamma.
Che ero una chitarra scordata
te ne sei accorto
fin dal mio primo vagito.
Non sapevo tenere il LA.
Continuamente andavo in bemolle.
Provasti ad accordarmi, a suon di ceffoni,
mentre fuori la gente venerava il tuo talento.
Per anni desiderai essere una delle corde della tua chitarra
che continuamente accarezzavi e sfioravi.
Sarei stato disposto ad essere pizzicato; persino percosso.
Ma non ero degno nemmeno del tuo disprezzo.
Ora le tue mani tremano e la tua chitarra è muta.
Si stanno spegnendo i riflettori.
Per me non si sono mai accesi.
Suono il mio LA bemolle per chi mi ascolta.
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